martedì 29 luglio 2014

Recensione: Sherlock Holmes contro Dracula, Watson/Estleman

Titolo: Sherlock Holmes contro Dracula
Autore: John H.Watson/Estleman
Titolo originale: Sherlock Holmes Vs Dracula
Edito da:  Gargoyle
Pagine: 182
Consigliato: No.
Eccomi con l'ultima recensione prima delle vacanze estive (che passerò in Irlanda).
Non è positiva, purtroppo.
Come spesso mi accade, ho aspettative troppo alte.

Trama:

 È l'anno 1890. Una nave fa naufragio sulla costa inglese, l'equipaggio è scomparso, il capitano è stato assassinato e viene trovato legato alla ruota del timone, l'unico passeggero è un sinistro cane nero. Il mistero, di cui nessuno riesce a venire a capo, è pane per i denti dell'inimitabile Sherlock Holmes, ma per la prima volta nell'arco della sua esaltante carriera il grande detective è in difficoltà. Risulta evidente che gli uomini dell'equipaggio sono stati uccisi e gettati fuori bordo, ma cosa può spiegare l'espressione di orrore stampata sul volto del capitano, il suo fatale dissanguamento, e lo strano carico della nave - cinquanta casse di terra? Il gioco è aperto e Sherlock Holmes, assistito come sempre dal fedele Dottor Watson, si viene a trovare sulle tracce non di un nemico mortale, ma del Re dei Vampiri in persona -il Conte Dracula... Dall'impalamento della "Bloofer Lady" al rapimento di Mary, l'adorata moglie di Watson, dalla morte di un'innocua prostituta alla terrificante conclusione su una spiaggia isolata... 


Recensione:

Avete presente le fanfiction crossover? Con Fanfiction crossover si intende quella fanfiction, cioè una storia creata da un fan, che unisce due o più serie.
Ecco quello che mi è sembrato questo libro: una fanfiction, scritta da un grande fan di Holmes, in cui fa scontrare il detective contro Dracula.
Le mie aspettative per questo libro erano altissime, erano mesi che lo conservavo con cura nella libreria, in attesa di essere letto.
Mi immaginavo questi due: 
Anthony Hopkins: van Helsing

Robert Downey Jr: Sherlock Holmes



collaborare insieme per sconfiggere il malefico vampiro, Watson che racconta le vicende assieme a Jonathan Harker, aiutati dalle rispettive mogli.E sbavavo  ero emozionata a pensarci.
Sbagliato!!
Se non siete amanti dei due film da cui sono prese le immagini, non guardatele e non leggete la recensione.
Iniziamo con due pecche: troppe introduzioni, prefazioni e note finali ecc. e le note del testo spiegate a fine volume. Io odio dover continuamente andare a fine volume per leggere le note, alcune delle quali veramente stupide. Un esempio su tutti: dopo averci ripetuto migliaia di volte che Mary è la moglie di Watson, ecco una nota in cui ci viene ribadito il concetto.
Lo sappiamo già, molte grazie.
31 pagine di spiegazioni su quanto sia stato bravo l'autore (ed è lui stesso a dirlo) a studiare e mettere insieme le trame, banalità in cui ci viene a dire che a lui Gary Oldman non piace (perchè inespressivo, si sa, come Dracula era meglio Jim Carrey) e invenzioni come l'asta dei beni dell'ultimo parente di Holmes.
Aha. Divertente.
Per non parlare poi dell'episodio con il suo editor, che protesta dicendo che Mary dovrebbe indossare una camicia di flanella mentre viene rapita, e lui risponde: "I vampiri non rapiscono donne in flanella."
Ah! Sbagliato!! 
Dracula rapisce Mary in quanto moglie di Watson, non perchè indossa una camicia da notte in seta!!
Comunque, tranquille ragazze con i pigiamoni morbidosi di flanella o quelli con coniglietti/gattini/apette: i vampiri non hanno interessi a rapirvi.
Passando al romanzo: innanzitutto per leggerlo bisogna, ovviamente, aver letto sia Dracula sia almeno i 4 romanzi principali di Sherlock(Uno studio in rosso, il segno dei quattro, il mastino dei Baskerville, la valle della paura), altrimenti non si capisce niente.
La storia poi, come ci spiega Estleman, è "quello che nel libro di Stoker non viene raccontato: cioè cosa fa Dracula mentre non compare nel romanzo." E cosa fa Dracula nel tempo libero?
Ricama centrini?
Gioca al videopoker?
Semplice, scappa da Holmes.
Scappa e ci chiacchiera insieme.
Oh, che cattivone!
Come si fa a battere una simile cattiveria?
"Siete un giovanotto insolente, Mr Holmes. Vi consiglio di tenere a freno la lingua in mia presenza."

Aspettavo con ansia l'incontro tra Van Helsing e il detective, ma nonostante sia una scena ben fatta e con della tensione, rimane una sola scena e basta, poi Holmes viene liquidato dal Professore.
"Sherlock Holmes si drizzò a sedere e lasciò che tutta la forza dei suoi occhi penetranti si concentrasse sulla solida imperturbabilità di Van Helsing."
Ci sono delle scene di azione, ma molte sono copiate/ispirate dai racconti di Conan Doyle, come l'inseguimento in barca, e le scene di scontro con Dracula sono piuttosto ridicole, appunto perchè, apparentemente senza motivo, Dracula non fa che scappare da lui.
Sembra che abbia più paura dell'intelligenza di Holmes che di Van Helsing.
Ed è un peccato, perchè io adoro Van Helsing e il suo accento olandese.
E non fa per nulla paura il ibro in generale, anche se il curatore dell'introduzione ci suggerisce di non leggerlo col buio.
Tranquilli, leggetelo anche alle 3 di notte, non capiterà niente.
Sicuramente è scritto bene, in stile con l'epoca e con l'autore originale, ma mi ha deluso moltissimo.
Troppo breve, troppo superficiale, per niente coinvolgente.
Il finale non lo svelo, ma chi conosce il Dracula lo conosce già, anche perchè qui la storia finisce prima, perchè ovviamente Holmes non va in Transilvania.
Il suo unico pensiero è di allontanare Dracula dall'Inghilterra, al resto deve pensarci Van Helsing.
Mi è sembrato un po' lavativo.
Scena epica sul finale è quella in cui Dracula, sfidando il temuto sole, raggiunge Watson in ospedale per chiedergli perchè, nonostante i pericoli e la paura, continua a seguire Holmes in quella avventura.
E il buon dottore risponde: Perchè Sherlock Holmes è mio amico.
Mi ha ricordato Voldemort, ma nel complesso, la scena è piuttosto assurda.
Non ci sono particolari errori di punteggiatura o di traduzione errata, ma alcuni verbi sono scritti alla maniera "antica" e non sono scorrevoli.
Per me è bocciato, e di sicuro non leggerò "Lo strano caso del Dottor Jeckyll e di Mr Holmes" dello stesso autore.
Non voglio farmi rovinare anche Stevenson.
E ora, un regalo per le fan della JohnLock/Hotson e compagnia bella:
"Holmes, siete davvero un genio!"
"Mi fate arrossire, Watson! Si schermì, ma il volto sprizzava soddisfazione. Era l'ultimo sorriso che ci saremmo scambiati per molto tempo."

Voto: 


venerdì 25 luglio 2014

Recensione: Il Mummificatore, Nicola Brunialti

Titolo: Il Mummificatore
Autore: Nicola Brunialti
Edito da: Newton Compton Editori
Pagine: 192
Consigliato: Sì!


Eccoci con la penultima recensione prima delle vacanze estive, questa volta con un horror/thriller per young adult, come si dice in questi casi, che si rifà un po' alle atmosfere di Tim Burton.
Molto carino e non molto conosciuto, purtroppo.

Trama: 
Sophie ha tredici anni e tutti pensano che sia una ragazzina “strana”. Sarà per quel ciuffo di capelli fucsia davanti agli occhi, o forse perché è indipendente, introversa, ama la musica gothic e parla poco. L’unico con cui si confida è nonno Thomas, che l’ha sempre accettata e amata così com’è. Ma il nonno è morto, da tre anni... Eppure Sophie non lo ha mai dimenticato: ogni mattina, prima di andare a scuola, lo va a trovare a Ober St Veit, il cimitero di Vienna, e gli racconta segreti e paure. Ma un giorno, tra tombe e alberi spogli, Sophie scompare, senza lasciare traccia. La polizia indaga, ha pochi indizi e un unico terribile sospetto… Che l’introvabile serial killer che terrorizza la città possa aver colpito ancora? Nessuno può immaginare che la ragazza sia stata risucchiata in un inquietante mondo parallelo… Tra fantasmi che camminano sulla Terra, città infestate e case pericolanti, Sophie si troverà coinvolta in un’avventura più grande di lei. Riuscirà mai a tornare a casa?


Recensione:

Trovato per caso in un supermercato un freddo giorno di gennaio, la copertina mi ha subito attirato, con un fantasma/spaventapasseri che esce da una macchina d'epoca. Il titolo poi mi ha convinto del tutto, e solo dopo un po' mi sono accorta che è un libro per young adult, o anche più giovani. Niente di male comunque, non in questo caso, perchè la storia ricorda i lavori di Tim Burton, soprattutto "la sposa cadavere" e Gaiman, con "il figlio del cimitero".
E' una storia per bambini/ragazzini, quindi non aspettatevi horror o fantasy a livelli stratosferici, però io l'ho trovato molto carino.
L'autore ha avuto delle idee molto interessanti per quanto riguarda il mondo dei morti, che, ad esempio, devono lavorare come tutti i vivi, e molti sono impiegati fissi nelle sedute spiritiche, instaurando una sorta di legame di amicizia con il/la medium con cui lavorano.
Ma esistono anche le sedute "vivitiche" per chiamare i vivi nel mondo dei morti, vietatissime ovviamente, perchè un vivo non può stare a lungo in mezzo ai morti.
Vi ricorda qualcosa? Victor e La Sposa cadavere? Esatto!
Interessante e commovente poi, almeno per chi ama gli animali, le scene con il cagnolino fantasma, che finalmente può parlare la lingua degli umani e niente, mi sono commossa. Anche Victor si commuoveva quando ritrovava Briciolo!
Per gli amanti delle storie d'amore poi, non manca neanche quello, ma non è smielato o assurdo, come molte storie paranormal romance ci hanno abituato.
E' una storia d'amore dolce e un po' malinconica, ed è bello anche il rapporto di amicizia e solidarietà che si instaura tra Sophie e la famiglia di fantasmi.
Non manca la parte thriller/giallo e nemmeno i colpi di scena, quindi ha un po' tutto quello che può servire a divertire e far passare serenamente un pomeriggio di lettura
Ha una finale che ben si sposa con il resto del libro e meno male, perchè molte volte io rimango delusissima dal finale!
Consiglio di leggerlo assolutamente, ai più giovani, ma anche ai più grandicelli, specie se amanti delle atmosfere Burtoniane!

Voto:

martedì 22 luglio 2014

La Biblioteca di Ankh-Morpork #1

Buongiorno a tutti, ecco gli ultimi arrivi librosi qui a Mondo Disco.
Non è detto che verranno letti e recensiti in ordine di arrivo, ce ne sono un'altra sessantina prima di loro.


Maledette piramidi/ La luce fantastica/ A me le guardie!: Terry Pratchett: eh, sì, stiamo facendo la collezione completa.

Il caso dei libri scomparsi: mi incuriosisce da un po', penso che lo porterò in viaggio con me, quindi ha buone possibilità di essere recensito presto.

Shadowhunters, città di ossa: potevo lasciarmi sfuggire il formato tascabile?

La leggenda del cacciatore di vampiri, il diario segreto del presidente: Prendo qualsiasi libro parli di cacciatori di vampiri.

La biblioteca dei morti: io arrivo ai bestseller sempre dopo gli altri,a ma prima o poi ci arrivo. La tartaruga si muove, ma piano.

Nord e sud: ho appena visto lo sceneggiato della BBC, e mi ispira molto.

Nosferas: stesso motivo di prima, vampiri e cacciatori, e non meno importante, era a metà prezzo.

Jonathan Strange e il Sig. Norrell: lo so, non mi ispira, ma me lo danno in scambio. Al massimo lo scambio a mia volta.

E penso che sia tutto, per ora.

lunedì 21 luglio 2014

Recensione: Il gioco proibito, Lisa Jane Smith

Titolo: La casa degli orrori 
Autore: Lisa J Smith
Titolo originale: The forbidden game: the Hunter
Edito da: Newton Compton Editori
Pagine: 240

Consigliato: No.



 Bene, ecco a voi la recensione dell'ultima delusione, pardon, libro che ho letto.

Trama: 

Alla ricerca del regalo perfetto per il suo ragazzo, Jenny Thornton si imbatte in uno strano, inquietante negozio di giochi. Dietro al bancone, un ragazzo ancora più strano, con i capelli argento e gli occhi di un blu elettrico, vende antichi giochi in scatola, amuleti , misteriosi artefatti. Si chiama Julian, e a Jenny consiglia proprio di acquistare uno di quei giochi in scatola molto particolari. La confezione è completamente bianca, non ci sono scritte né immagini, e le istruzioni cominciano con un avvertimento che mette i brividi: «Entrare nel Mondo delle Ombre può essere fatale». Le regole sono molto semplici: ogni partecipante deve scrivere la sua più grande paura e disegnare con dei pennarelli una grande casa vittoriana, il regno dell’Uomo delle Ombre. Jenny è misteriosamente attratta dalla sfida e organizza subito una partita insieme ai suoi più cari amici. Ma il gioco si trasforma in realtà, e la casa diventa vera. In ogni camera si annida un incubo, e nelle stanze prendono forma le paure più oscure dei ragazzi, che si ritrovano a vagare per i tortuosi corridoi, fino a precipitare nell’inferno che ribolle nelle loro menti. La partita è iniziata, e la posta in palio è la vita di Jenny.

Recensione:

 

Dopo aver letto i capitoli iniziali del "Diario del vampiro" ed esserne rimasta delusa, soprattutto per lo stile da fanfiction e i notevoli cambiamenti dalla serie televisiva, decido di dare una seconda possibilità a questa scrittrice con questo libro, "Il gioco proibito", che per mia fortuna ho ricevuto in scambio. E quindi di levarmelo dalla libreria scambiandolo a mia volta.
Innanzitutto non è che si sia inventata chissà cosa di nuovo, un gioco in scatola che risucchia i giocatori al suo interno c'era già, ossia Jumanji.
Ve lo ricordate?
 "Jumanji: un gioco che sa trasportar, chi questo mondo vuol lasciar. Tira i dadi per muovere la pedina, i numeri doppi giocano due volte e il primo che arriva alla fine vince."
Niente di nuovo neppure il discorso di dover affrontare i proprio incubi peggiori in un gioco.
Se vogliamo poi parlare di incubi, questi erano davvero ridicoli, al punto che più che aver paura, molte volte ridevo come una pazza.
D'accordo che ognuno ha le proprie paure e non si dovrebbe giudicare, ma come si fa ad aver paura di una stanza in disordine?
Per quello c'è già "Case da Incubo" su Real Time!
Al massimo puoi aver paura di tua madre che ti sgrida perchè la stanza è in disordine.
Per non parlare del velato razzismo delle scene in cui l'unica ragazza di colore del gruppo ha paura... della tecnologia.
Io l'ho trovato un po' offensivo.
E anche un po' cretino il fatto che una sonda aliena nell'orecchio sia come "un cotton fioc spinto troppo in profondità".
Ma stiamo scherzando?
E il dover affrontare gli incubi io lo intendevo come superarli, combatterli, non starli a guardare per 30 secondi, trovare la porta ed uscire. Finito.
Non credo che uno dopo questa esperienza abbia superato la propria paura.
Parliamo poi dei personaggi: avete presente i filmetti dell'orrore in cui una banda di ragazzini si perde da qualche parte, arriva il mostro/assassino e uno dopo l'altro fanno una brutta fine?
Ecco, sembrava di leggere il copione di uno di questi film.
La ragazza buona e carina, quella di colore super atletica, il nerd innamorato della bella ecc...
Un po' stereotipati.
L'unica nota positiva è Julian, il "cattivo" della situazione.
Ben descritto, ben caratterizzato, affascinante e seducente nelle scene in cui compare.
Offre dialoghi all'altezza del suo ruolo, è cattivo al punto giusto, ed ha un bello stile nel vestire.
E tranquilli nel caso vi doveste dimenticare strada facendo il colore dei suoi occhi: vi viene ricordato in ogni capitolo, e sono 16, anche più volte di seguito, nel caso non fosse chiaro che ha gli occhi blu.
Sarà un libro per ragazzini, ma non vuol dire che sono scemi e non capiscono la prima volta di che colore sono i suoi occhi!!
E non solo i suoi, anche quelli di tutti gli altri.
Quindi mezzo capitolo è dedicato solo alla ripetizione di queste cose, e dopo un po' uno si annoia.
E nel mio caso si irrita anche.
Lo stile è molto semplice, i dialoghi banali, le ripetizioni anche dei nomi dei personaggi dopo un po' è snervante.
Molto noioso.
Ci sono anche degli errori, specie nei verbi, il che irrita maggiormente.
Non lo consiglio.
Ah, e ovviamente è una trilogia, come potrebbe non esserlo?
E purtroppo per me ho ancora un libro della Smith da leggere, "la setta dei vampiri".
Spero che finisca in fretta.

Voto: 

giovedì 17 luglio 2014

Recensione: Le dame di Grace Adieu, Susanna Clarke

 Titolo: Le dame di Grace Adieu e altre storie di magia
Autore: Susanna Clarke
Titolo originale: The ladies of Grace Adieu
Anno di pubblicazione: 2006
Edizione: Longanesi
Numero pagine: 250 
Voto: 2 stelline 
Consigliato? No



Trama: Il regno delle fate non è così lontano come potremmo pensare. A volte, infatti, capita di attraversare distrattamente una linea invisibile e ritrovarsi a fronteggiare principesse petulanti, vendicativi rapaci notturni, dame che ammazzano il tempo ricamando terribili destini, o di ritrovarsi perduti lungo un sentiero infinito in una selva incredibilmente oscura, dove le case non hanno mai lo stesso aspetto due volte. È ciò che accade agli eroi di questi racconti, fra i quali appaiono un esagitato pastore dell'epoca della Reggenza, un medico ebreo del XVIII secolo, sua maestà Maria Stuarda, oltre a un piacevolissimo quanto inaspettato ritorno: Jonathan Strange e il misterioso Re Corvo in persona.

Recensione:
Tre cose mi hanno colpito di questo libro che ho trovato settimana scorsa al mercatino dell'usato.
La prima: la copertina, molto carina, con i fiori e quel delicato colore, e successivamente le illustrazioni delle storie, davvero molto belle e suggestive, ad opera di Charles Vess. Mi ricordano un po' lo stile Art Decò.
La seconda: l'autrice, famosa per aver scritto "Jonathan Strange e il Sig. Norrell", che non ho ancora avuto il piacere di leggere, ma mi incuriosiva molto. Inutile dire che dopo questo libro, la curiosità è pressochè svanita.
La terza: aprendo a caso le pagine, sono finita sui ringraziamenti dell'autrice, in cui ringrazia Neil Gaiman.
E io adoro Neil Gaiman. Quindi ho comprato subito il libro.
Viene descritto come una serie di racconti sul popolo fatato in stile Jane Austen. Ni, dico io.
Ci sono le fate e c'è un leggero stile alla Jane Austen, ma nulla di più.
Una delusione totale, specie dopo aver scoperto e letto il racconto ambientato a Wall, paese che compare anche in "Stardust" libro decisamente più accattivante, scritto da Neil Gaiman.
Qui abbiamo una serie di racconti noiosi, molto simili tra loro, che avanzano all'inizio piano, con descrizioni molto accurate dei personaggi, dell'ambiente (quasi sempre il Derbyshire... ogni tanto si può anche cambiare!), per poi finire in un nulla di fatto.
In un paio di racconti addirittura non avevo neanche capito che erano finiti, ho girato la pagina convinta che ci fossero almeno altri due capitoli, invece niente.
Troncati di netto.
E sono più che sicura che il secondo racconto, "la collina di Lickerish", sia una leggenda irlandese in cui l'autrice ha solamente cambiato i nomi dei protagonisti, perchè mi ricordo di averla letta anni fa in una raccolta di racconti e leggende irlandesi.
Poi, è vero che c'è l'elemento fantastico rappresentato dalle fate, folletti e spiritelli vari, ma a volte è scaduta nel ridicolo e nell'assurdo, come il duca di Wellington che, in 5 minuti, si mette a ricamare ben tre scene di lui e del suo cavallo su una coperta. O anche il tizio che riesce a leggere un libro mentre viaggia su un cavallo lanciato al galoppo.
Un po' assurdo. E non sono esseri fatati, quindi non hanno poteri particolari.
Lo stile non è male, non ci sono errori di nessun tipo, ma davvero, è troppo noioso.
Inizi a leggere un racconto in modo scorrevole, sperando che sia meglio del precedente, e già questo non è bello, invece la storia gira quasi su stessa, senza procedere in linea retta, e poi improvvisamente, quando la palpebra sta calando, finisce.
E ti viene da pensare: ma ho perso davvero tempo a leggere queste storie che non lasciano nulla?
Forse a chi ama alla follia il popolo fatato questo libro potrà anche piacere, ma io le fate proprio non le reggo.
A malapena sopporto Trilly o le Winx.
Peccato, perchè poteva sicuramente essere concepito meglio, e magari essere adatto ad un pubblico più giovane, ma qui il popolo fatato è troppo cattivo per poter essere mostrato a dei bambini.
E peccato perchè viene trascinato in questo universo di noia anche Gaiman, che sicuramente noioso non è.
Lo sconsiglio, c'è sicuramente di meglio in giro.

mercoledì 16 luglio 2014

Recensione: Tartarughe Divine, Terry Pratchett

Titolo. Tartarughe Divine
Autore: Terry Pratchett
Titolo originale: Small gods
Anno di pubblicazione: 1992 / Salani 2011
Edizione: Salani
Numero pagine: 346

Consigliato? Assolutamente sì!

 Bene, non potevo inaugurare questo blog di recensioni con altri libri che non fossero quello da cui ho preso il titolo per il blog stesso.

Quindi ecco a voi la recensione per Tartarughe divine, della saga di Mondo Disco.

Trama: 

Brutha è il Prescelto. Il suo dio gli ha parlato, sebbene, ehm, sotto forma di tartaruga. Brutha è un ragazzo semplice. Non sa leggere. Non sa scrivere. È bravino a coltivare i meloni. E i suoi desideri sono pochi e ragionevoli. Vuole rovesciare una tentacolare Chiesa corrotta. Vuole evitare un’orribile e sanguinosa guerra santa. Vuole fermare la persecuzione di un filosofo che ha avuto il coraggio di suggerire che, contrariamente al dogma della Chiesa, Mondo Disco fluttua davvero nello spazio sul dorso di una gigantesca tartaruga. (Il che è vero, ma la Quisizione non ha nessuna intenzione di ammetterlo...) Lui vuole la pace, la giustizia e l’amore fraterno. Lui vuole che la Quisizione smetta di torturarlo, adesso, per favore. Ma, soprattutto, ciò che vuole davvero, più di ogni altra cosa, è che il suo dio elegga un altro Prescelto...

Recensione: 

"Non riporre la tua fede negli Dei. Ma nelle tartarughe puoi credere."

Small gods, titolo originale di "Tartarughe divine", ci introduce nella religione di Mondo Disco.
Ma con la visione sarcastica e irriverente tipica di Pratchett.
E' un libro da cui i religiosi ferventi e simili, secondo me, devono decisamente astenersi, visto l'occhio critico e ironico con cui l'autore commenta ogni religione, da quella nordica a quella cristiana, perchè, pur essendo ambientato a Mondo Disco appunto, i riferimenti a tutte le varie religioni si notano, eccome. C'è persino un Dio del tuono che agita a vanvera il suo martello. Vi ricorda qualcuno?
Eccolo, per le fan:

No, il fratello non c'è, mi dispiace.
E i vari riferimenti sono divertenti da morire. Certo, se avete una minima conoscenza di almeno un paio di religioni terrestri. E fanno anche riflettere soprattutto nel modo in cui la religione influenza la vita delle persone, e nel modo in cui molto spesso le parole del Dio o degli Dei vengono distorte a proprio piacimento.
Il grande Dio Om non è stato molto bene ultimamente, ecco perchè compare sotto forma di tartaruga a Brutha, l'unico ormai che crede in lui. Che crede veramente in lui, non come gli altri che pregano tutti i giorni, ma lo fanno come se fosse solamente un dovere. Ma Brutha non sa leggere e non sa scrivere. Sa solo coltivare meloni, anche se sono i frutti che hanno portato la passione nel mondo. E Om, o meglio uno dei suoi profeti, ha vietato il loro consumo.
Da lì inizia il viaggio alla riconquista dei fedeli da parte di Om, aiutato da Brutha. Perchè magari alle persone non servono gli Dei, ma sicuramente agli Dei servono le persone per esistere, perchè senza fedeli spariscono. Soprattutto i piccoli Dei. Discorso che mi ha ricordato molto "American Gods" di Neil Gaiman. Se non lo avete ancora letto, fatelo! La recensione comparirà a breve.
I loro continui scambi di battute, i litigi e i discorsi sono assolutamente esilaranti. Viene spontaneo immedesimarsi e rispondere a tono ai loro battibecchi, ridendo per la risposta. O magari sono solo io matta che parlo da sola con un libro, chissà.
Nel mentre, vengono inserite frasi, pensieri, episodi che richiamano a vari aspetti religiosi, che portano il lettore a fermarsi e riflettere: è davvero così? Una tartaruga mi sta spiegando che noi facciamo così?
 Il finale è coerente con il resto del libro, non mi ha lasciato insoddisfatta o delusa come invece spesso accade. E' un finale. Tutto finisce, soprattutto le cose belle.
Non mi era ancora capitato un libro simile, e sono molto soddisfatta di averlo preso. Ora recupererò sicuramente anche tutti gli altri.
Verso la fine ho notato qualche errore, soprattutto nella coniugazione dei verbi, ma penso sia un problema di traduzione, come per il titolo. A me il titolo italiano non dispiace molto, certo, l'originale ha tutto un altro senso, ma infondo oltre ai piccoli Dei, in questo libro c'entrano molto anche le tartarughe. Quindi non capisco questo accanirsi contro questo titolo. Ora ogni volta che vedo una tartaruga ripenso a questo libro e sorrido. Ed è sempre una buona cosa sorridere.
 Lo consiglio assolutamente a tutti. Tranne ai fanatici religiosi, scusate tanto.
"Agli Dei non piace la gente che lavora poco. Chi non è costantemente occupato rischia di mettersi a pensare. E le persone che pensano sono pericolose."

Voto:





 Mettetevi comodi e leggetelo, non ve ne pentirete!

lunedì 14 luglio 2014

Benvenuti

Buongiorno o buonasera a tutti.
Questo vuol essere l'ennesimo blog contenente recensioni su libri letti dalla sottoscritta, ma vi aggiungerò anche recensioni di film, di musei, ristoranti, e occasionalmente parlerò di cosplay.
Sì, quella pratica per cui qualcuno si traveste da un personaggio di un film/manga/cartone ecc.
Il titolo proviene dal mio ultimo amore letterario, ossia Terry Pratchett e la saga di Mondo Disco.
Tranquilli, troverete presto recensioni, così saprete di cosa parlo, nel caso non lo sappiate già.
Mi è venuta l'idea di questo blog per essere più libera di scrivere recensioni su titoli molto spesso sconosciuti, che su molti siti non compaiono nemmeno in lista.
E questo mi dispiaceva molto.
Non leggo alla velocità della luce, ma faccio del mio meglio.
Quindi benvenuti a tutti.
E ricordate che la tartaruga si muove, che voi ci crediate o meno.