giovedì 24 settembre 2015

Recensione: Sacrè Bleu, di Christopher Moore

Titolo: Sacrè Bleu
Autore: Christopher Moore
Titolo originale: Sacrè Bleu: a Comedy d'art
Pagine: 320
Editore: Elliot
Consigliato:

Trama:

Il titolo del romanzo si ispira al preziosissimo color azzurro, ricavato dai lapislazzuli d'Oriente e utilizzato nell'arte sacra per ornare gli abiti della Madonna. Ambientato a Parigi nel 1880, ne è protagonista Lucien, fornaio e figlio di fornai, ma deciso ad abbandonare farine e impasti per diventare pittore – il sogno di suo padre, amico e protettore di artisti poveri e affamati di nome Renoir, Monet, Pissarro, Cézanne… Anche Lucien dipinge – e ha come "spalla" d'eccezione nel romanzo niente meno che un certo Toulouse-Lautrec – e la sua musa è la bella Juliette dagli occhi color del cielo, che lo pianta in asso salvo ricomparire dopo due anni e mezzo di misteriosa assenza dalla sua vita. Al fianco della ragazza, un venditore di colori, dietro la cui misteriosa apparizione si celano enigmi e retroscena sconvolgenti: la sparizione dell'azzurro da certi capolavori rinascimentali, o il misterioso suicidio – o forse omicidio? – di Vincent Van Gogh… Dopo il Vangelo e Re Lear, Christopher Moore ci regala la sua rilettura di un momento fondamentale della storia dell'arte e della modernità nel suo complesso, frutto di tre anni di ricerche che lo hanno portato in Francia e in Italia, in un capolavoro di umorismo e riflessioni su quanto di più profondo muove gli esseri umani: la passione, sotto qualsiasi forma essa si manifesti.  

Recensione:


“Nel mondo antico, il blu nasceva dalle tenebre”

E’ possibile scrivere un libro su un colore specifico, adattargli attorno una storia complessa e ricca, farla divertente ed istruttiva e rendere il colore il protagonista assoluto?
 Si può, se vi chiamate Christopher Moore e scrivete un libro sul Sacrè Bleu.
Questa storia comincia dove finisce la vita di uno dei più importanti e famosi pittori di tutti i tempi: nel luglio 1890, ad Auvers, in Francia, Vincent Van Gogh dipinge il suo ultimo quadro alla confluenza di tre strade, "Campo di grano con volo di corvi”, poi si spara con una pistola e raggiunge la casa del dottor Gachet. Il fratello Theo fa in tempo ad arrivare al suo capezzale, poi Vincent muore.
La notizia raggiunge i suoi colleghi pittori di Parigi, compreso Lucien Lessard, pittore e figlio di papà Lessard, il fornaio di Montmartre.
Monet, Renoir, Toulouse-Lautrec sono sconvolti dalla notizia.
Ma ognuno di loro cerca comunque di andare avanti: dipingono, bevono, chiacchierano.

 “Sai che il velo della vergine andava dipinto di azzurro? Lo chiamavano Sacrè bleu, perché solo lei poteva sfoggiarlo.”

La storia segue in particolare Lucien e la sua modella-amante-fidanzata Juliette e il conte Henri Raymond Marie de Toulouse Lautrec Monfa, per me un personaggio chiave ed esilarante della storia.
Somigliando almeno caratterialmente a Biff, personaggio della precedente opera di Moore “Il vangelo secondo Biff”, Henri si destreggia tra le sue amiche prostitute, le commissioni per Le chat noir, le lettere a sua madre e l’aiuto costante che non nega mai ai suoi amici.
Un personaggio irriverente e genuino, simpatico e coraggioso, come si conviene ai personaggi di Moore.
Il bleu, il blu oltremare che la fa da padrone nel libro compare in moltissimi quadri dipinti da tutti questi celebri artisti, ma almeno in questo caso, nasconde un segreto. Un segreto che accompagna Il Colorista e la strana ragazza che a volte si vede con lui.
Lucien ed Henri si troveranno così immersi in una storia intricata, che li porterà a scoprire la sorte di molti loro colleghi artisti, delle proprietà dei colori e del sacrè bleu in particolare, sempre con l’ironia e le citazioni tipiche di Moore.
Un romanzo bellissimo soprattutto per il periodo e l’ambientazione in cui si svolge: Moore alla fine del libro dice “ecco, così vi ho rovinato anche l’arte, dopo il vangelo”, scherzando ovviamente, ma non è assolutamente così: ci porta a fare un viaggio incredibile nella Parigi di fine Ottocento in cui convivono e si incontrano artisti di fama mondiale, da Oscar Wilde a Whistler, da Monet a Seurat a Degas, nel contesto del Moulin della Galette o di Avenue de Clichy.
Sono rimasta colpita ed affascinata dall’ambientazione e da tutti i personaggi famosi presenti o anche solo citati, forse più che dalla storia del blu in generale, che verso la fine risulta un po’ affrettata e stramba, un po’ come era successo con “demoni, istruzioni per l’uso”.
E’ comunque un romanzo bellissimo, adatto a chi ama la storia dell’arte, che ama soprattutto gli Impressionisti e il loro mondo colorato, e chi si vuole perdere nelle vie di Parigi dell’epoca.
Il linguaggio a volte è un po’ scurrile ed irriverente, ma è tipico di Moore e soprattutto riflette la parlata del demimonde in cui è ambientato, cioè il mondo di artisti, prostitute e ubriaconi che frequentano locali quali il Moulin Rouge.

“(la Parigi sotterranea delle catacombe) Segue la pianta delle strade in superficie”

Sì, ma con meno caffè, più cadaveri e ovviamente c’è buio.

“Ah, pazienza, fingeremo di essere in gita a Londra.”

Voto:

8 commenti:

  1. Moore è un'autore che mi intriga molto, e credo proprio che anche questo libro entrerà a far parte della mia libreria *^*

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  2. Avevo già messo in Wish list l'altro libro di Moore che avevi recensito, dopo questa recensione che a entrare in wish list sarà proprio lui :)

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  3. Ecco perchè l'avevi consigliato nel topic book su Parigi! :D Ottimo consiglio!
    Potrei leggerlo solo per la presenza del colore blu, che adoro... finisce in wish list!

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  4. Subitissimo in wishlist, Arte e Moore insieme non posso proprio lasciarmeli sfuggire!!! ✌✌✌

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