martedì 21 febbraio 2017

Recensione: Holy Cow, di David Duchovny

Titolo: Holy Cow
Autore: David Duchovny
Editore: Headline
Pagine: 224
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Consigliato:

Trama:

Elsie Bovary is a cow and a pretty happy one at that. Until one night, Elsie sneaks out of the pasture and finds herself drawn to the farmhouse. Through the window, she sees the farmer's family gathered around a bright Box God - and what the Box God reveals about something called an 'industrial meat farm' shakes Elsie's understanding of her world to its core.

The only solution? To escape to a better, safer world. And so a motley crew is formed: Elsie; Shalom, a grumpy pig who's recently converted to Judaism; and Tom, a suave turkey who can't fly, but can work an iPhone with his beak. Toting stolen passports and slapdash human disguises, they head for the airport ...

Elsie is a wise-cracking, slyly witty narrator; Tom dispenses psychiatric advice in a fake German accent; and Shalom ends up unexpectedly uniting Israelis and Palestinians. David Duchovny's charismatic creatures point the way toward a mutual understanding and acceptance the world desperately needs.


Recensione:

 “You humans are funny, constantly thinking about eating and trying to look like you never eat at the same time.”
 
Finalmente una lettura da cinque stelle in questo 2017! E decisamente anche uno dei libri migliori dell’anno! 

Ormai sapete che se finite su questo blog, troverete di sicuro recensito qualche libro strano e/o poco conosciuto. In questo caso, l'autore è arcinoto, perchè sì, è proprio quel David Duchovny.
Holy cow l’ho adocchiato prima su goodreads, poi l’ho trovato in quella fantastica libreria di Brasov, nel cuore della Transilvania, quindi ovviamente l’ho comprato. 
Ultimamente ho cercato libri che facessero ridere, e non ne ho trovato nemmeno uno. Holy cow passa dal farti sbellicare dalle risate nella prima parte, a piangere nella parte centrale, e poi a commuoverti nel finale.

La narratrice è Elsie, una mucca bianca e nera che vive in america. La sua giornata tipo è piuttosto tranquilla: al mattino si sveglia e viene munta, poi esce nei pascoli, mangia, la sera rientra nella stalla, viene munta di nuovo e poi dorme.
Ma una sera esce di notte con la sua amica per andare a trovare i tori, che stanno in un recinto accanto, e avvicinandosi alla casa del padrone, vede alla tv cosa succede alle mucche come lei.
Sì, la macellazione, e il cuoio per le scarpe etc.
E si arrabbia moltissimo.
Così decide di scappare e andare in un luogo in cui le mucche vengono considerate sacre: l’India.
A lei però si uniscono prima un maiale che si fa chiamare Shalom e che vuole andare in Israele perché là i maiali vengono considerati male e quindi  non lo mangeranno, e Tom, un tacchino che vuole scampare al giorno del Ringraziamento andando in Turchia (turkey in inglese, capito il gioco di parole?)
Così seguiamo i nostri eroi in questo giro per il mondo e le loro avventure/disavventure con gli esseri umani.
Grazie al cow writer(eh già) David Duchovny, ho letto una storia che mi ha divertito moltissimo, ma che mi ha anche fatto riflettere e mi ha commosso. Il livello di inglese non è per niente difficile, visto che in teoria è una mucca che scrive, ma ad un certo punto attenti alle parole e alle imprecazioni in ebraico di Shalom, che non sono facilissime XD
Lo consiglio assolutamente.
Vi lascio il messaggio finale di Elsie, perché lo trovo stupendo: “You, me, the animals in the wild, the animal at your feet, the animal on your plate, the person next to you –
We are all one
We are all holy cows
Moo”


Voto:



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