giovedì 3 dicembre 2015

Recensione: La casa dei fantasmi, di John Boyne

Titolo: La casa dei fantasmi
Autore: John Boyne
Titolo originale: This House is haunted
Pagine: 304
Editore: Rizzoli
Consigliato:

Trama:

 “Se mio padre è morto la colpa è di Charles Dickens.” La vita cambia all’improvviso nell’arco di una settimana per Eliza Caine, giovane donna beneducata ma di carattere, amante dei buoni libri e di famiglia modesta ma rispettabile. Un’infreddatura le porta via il padre che, a dispetto di una brutta tosse, ha voluto ad ogni costo assistere a una lettura pubblica del grande scrittore inglese in una sera di pioggia londinese. Disperata per la morte del genitore, Eliza risponde d’impulso a un annuncio misterioso che la conduce nel Norfolk, a Gaudlin Hall, dove diventa l’istitutrice di Isabella ed Eustace, due bambini deliziosi ma elusivi. Nella grande casa sembra che non ci siano adulti, i genitori dei piccoli Westerley sono di fatto assenti in seguito al terribile epilogo di una storia di abusi, ossessioni e gelosie. Ma contrariamente a quel che sembra, nei grandi ambienti della villa non è il silenzio a regnare: in quelle stanze vuote spadroneggia un’entità feroce e spietata, decisa a imporsi sulla donna per impedirle di occuparsi dei bambini. Una ghost story dal crescendo mozzafiato, un pastiche all’inglese raccontato con gusto, un filo di divertimento e molti brividi da un autore che sa plasmare la materia letteraria.

Recensione:

Ecco un ottimo esempio di uno scrittore moderno che vuole scimmiottare le classiche storie gotiche con fantasmi alla Hill o alla Charles Dickens.
E’ da lui, o meglio, da una sua serata di lettura nella Londra del 1867 che parte tutta la storia del libro, poiché il padre di Eliza Caine, la protagonista, seppur con una tosse che non vuole guarire, decide di andare a sentire lo scrittore che teneva una lettura vicino a casa, ma nel tragitto li coglie la pioggia, che unita alle sue condizioni di salute precarie, lo porta alla morte nel giro di qualche giorno.
La figlia, che nei primi giorni non sembra tanto disperata o affranta, decide di lasciare Londra per prendere impiego nel Norfolk, a Gaudlin Hall, rispondendo ad un annuncio sul giornale dove si ricerca un’istitutrice.
Arrivata alla Hall, scopre che i bambini sono due, Isabella ed Eustace, ma non c’è traccia dei genitori.
Ci sono però delle presenze. Una in particolare sembra non volerla lì. Chi sarà?
Proseguendo nella lettura e apprendendo il passato recente della famiglia, che ha cambiato 6 istitutrici in un anno, appare chiaro chi sia la presenza sovrannaturale che infesta la casa. Basta fare due più due.
Gli incidenti che capitano ad Eliza sono sì piuttosto sconvolgenti, tenendo conto che è un fantasma a provocarli, ma viene raccontanto tutto in modo troppo frettoloso e non c’è suspence. Non si trattiene il fiato temendo che le possa capitare qualcosa, anche perché lei sembra non curarsene particolarmente, e la narrazione procede cambiando rapidamente argomento. Quindi non si rimane in tensione.
Posso dire che come trama e struttura narrativa mi ha ricordato qualsiasi altra storia di fantasmi, primo fra tutti The Woman in black, che era molto più spaventoso grazie allo stile di scrittura, anche se ahimè troppo corto. Questo invece si dilunga troppo in chiacchiere di paese, complice il fatto che Eliza sia un po’ tonta per capire cosa sta succedendo. Uno degli altri personaggi glielo dice persino in faccia, che lei ci ha messo due settimane a capire quello che le altre avevano capito in un paio di giorni.



“C’è tanta crudeltà nel mondo, Eliza, voi lo sapete, vero? Ci circonda. Alita su di noi. Passiamo la vita nel tentativo di sfuggirle.”

C’è di positivo che Eliza ha una mentalità piuttosto moderna per l’epoca (complice il fatto che sia stato scritto in epoca moderna) e quindi vada contro alcuni principi di metà/fine ottocento. Per contro non fa che assillarci con la sua convinzione di essere brutta, cosa che ci ripeterà allo sfinimento, e con i suoi sogni romantici su qualsiasi bel giovanotto lei veda.
I bambini sono un discorso a parte: entrambi piuttosto antipatici, sono dei classici bambini da storia dell’orrore: lei fa l’adulta, saccente e arrogante, ricorda Merricat di "Abbiamo sempre vissuto nel castello" in quanto a simpatia, mentre Eustace è il classico bambino silenzioso e timido ma carino.
Non si capisce bene come lavori Eliza a Gaudlin Hall: fa l’istitutrice, ma raramente insegna. E’ l’unica adulta, quindi dovrebbe comunque cucinare o badare ai bambini, ma il più delle volte se ne va in giro lasciandoli soli. E poi si lamenta che il fantasma se la prenda con lei.
Il finale ricorda moltissimo l’opera della Hill, ma non riesce ad essere al suo livello.
Conclusione: una storia su una casa infestata simile a mille altre, senza niente che la faccia spiccare e senza che riesca a dare qualche brivido, anche se è veloce e scorrevole da leggere.

Voto:

 

8 commenti:

  1. Beh, non lo conoscevo e continuerò a ignorarlo u_u

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  2. Oh no, le ragazzine 'sono bruttissima, oh ma quanto vorrei un bacio da quel ragazzo!' le odio D:

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  3. Ero parecchio indecisa ma ora direi che non ho più dubbi: al momento non fa per me. Per carità, mai dire mai, ma al momento credo proprio che passerò. In compenso muoio dalla vogli di leggere "Abbiamo sempre vissuto nel castello". Devo darmi una mossa!

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    1. Sì, puoi benissimo leggerlo tra un po', non ti perdi granchè.

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