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giovedì 25 giugno 2015

Recensione: The Program, di Suzanne Young

 Titolo: The Program
Autore: Suzanne Young
Titolo originale: The program
Pagine: 448
Editore: DeAgostini
Consigliato: No se cercate un distopico
 
 

Trama:


Sloane sa perfettamente che nessuno deve vederla piangere. La minima debolezza, o il più piccolo scatto di nervi, potrebbero costarle la vita. In un attimo si ritroverebbe internata nel Programma, la cura ideata dal governo per prevenire l'epidemia di suicidi che sta dilagando fra gli adolescenti di tutto il mondo. E una volta dentro, Sloane dovrebbe dire addio ai propri ricordi... Perché è questo che fa il Programma: ti guarisce dalla depressione, resettandoti la memoria. Annullandoti. Così, Sloane ha imparato a seppellire dentro di sé tutte le emozioni. Non vuole farsi notare, non ora che suo fratello è morto e lei è considerata un soggetto a rischio. L'unica persona che la conosce davvero è James, il ragazzo che ama più di se stessa. E stato lui ad aiutarla nei momenti difficili, lui a farle credere che ci fosse ancora speranza. Ma, quando anche James si ammala, Sloane capisce di non poter più sfuggire al Programma. E si prepara a lottare. Per difendere i propri ricordi, a qualunque costo. 


Recensione:

 Attenzione. Questa recensione è negativa. Se aevte amato il libro o se siete delle inguaribili romanticone, non leggete la recensione. Sarà inoltre piena di gif e qualche spoiler. Così, giusto per non farci mancare nulla.


Avevo adocchiato questo titolo allo stand De Agostini del Salone del libro di Torino, ma non mi ero decisa a comprarlo. Lo avevo preso in mano, sfogliato almeno un paio di volte, ma poi, come sapete, ho preso Nightmares!
Ma la curiosità ha avuto la meglio, così alla fine l’ho preso alla libreria vicino casa.
Inizio col dire che la copertina originale, come spesso accade, è molto più evocativa, con due ragazzi di spalle, vestiti di giallo, il colore che indossano i ragazzi nel Programma.
Ma cos’è il Programma?
In America c’è una preoccupante crescita dei suicidi tra i giovani, così si è istituito il Programma, un sistema che preleva forzatamente i giovani che mostrano segni di depressione o di tendenze suicide e li ricovera per il tempo necessario a rimuovergli i ricordi.
Quello che mi aspettavo io era un distopico sofferto, una società che pur di salvare i propri ragazzi li resetta, cancella le loro emozioni per farli sopravvivere, ma la realtà è che questo libro è una storia d’amore mascherata da distopico, e mascherata pure male.
Mi spiego: la narrazione è in prima persona (perchè??ç_ç)
e così vediamo il mondo con gli occhi costantemente grondanti lacrime di Sloane, la protagonista. Sloane ha perso il fratello, che si è suicidato, ma ha il suo ragazzo e la sua spalla su cui piangere, James. Sono innamorati alla follia, ma un giorno anche James si ammala e viene preso dal Programma.
Riuscirà il loro amore a resistere senza ricordi?
La risposta è ovvia: sì, altrimenti come faceva a scrivere tre libri su questo?
Quindi i fatti salienti ci vengono già detti in quarta di copertina, mentre il resto è veramente molto intuibile.
Sloane è davvero insopportabile: nella prima parte, prima del Programma, non fa altro che piangere, a chiedere a James se le cose andranno bene e ad essere terrorizzata del fatto che forse un giorno verranno a prendere anche lei. Non solo, è anche insopportabilmente egoista. Mentre leggevo mi è venuto in mente il buon vecchio Mycroft Holmes in Sh: A Game of Shadows quando, riferendosi a Watson dice: "E' tutto un me, me, mio, quel ragazzo!"
Ecco, Sloane è esattamente così. La mia amica, il mio ragazzo, i miei ricordi, i miei genitori. Addirittura, quando resettano le persone vicine a lei, l'unica sua preoccupazione è che cancelleranno i ricordi di lei da quella persona. Infatti, nonostante anche al suo ragazzo siano capitate cose tristi, lei non lo aiuta e nemmeno si accorge che lui è depresso.
Me mentre leggevo

Nella seconda parte, quando anche lei finisce ricoverata, finalmente diventa più sopportabile, perché per lo meno non esiste più solo James nella sua vita. Finalmente parla anche di qualcos'altro, si svaga e non piange più così tanto come prima. Perché il loro rapporto sarà anche di amore folle, ma a volte sembra più che altro una folle ossessione e una folle dipendenza.
Nella clinica finalmente veniamo a conoscenza di come fanno a rimuovere i ricordi ai ragazzi, perché prima non si capiva se ti fanno dimenticare solo qualcosa o ti resettano completamente. Ho capito che è fiction, ma ci vuole anche un po’ di logica. se non mi spieghi un po' come funzionano le cose io cosa posso saperne?
Nella terza parte assistiamo alla messa in libertà della nuova Sloane, quella che non si ricorda più di James, e di James che non si ricorda più di lei.
Bene. Tanto lei si è fatta un nuovo amichetto in clinica, Realm, quindi ecco lì, il triangolo amoroso immancabile.
Peccato che, furbi anche quelli del Programma, rimettono nella stessa scuola e nelle stesse classi i due piccioncini innamorati. Quindi, anche se quei furboni in camice bianco pensano che non ricordandosi più uno dell'altra non si salteranno addosso per strapparsi i vestiti, non hanno pensato al fatto che potrebbero comunque innamorarsi di nuovo reciprocamente, dal principio. Ed è quello che fanno, perché, e qui c’è l’unica cosa un po’ furba del libro, il cervello ha dimenticato ma il cuore no. Quindi il cuore sa che prova amore verso quella persona, ma il cervello non lo ricorda, per cui provoca tremende emicranie a Sloane. Emicranie che però non impediscono alla nostra eroina smemorata di riattaccare a piangere come una fontana per qualsiasi cosa, a sbaciucchiarsi prima un ragazzo e poi l’altro, e a tornare a dipendere da James come una tossica in astinenza.
In sostanza, il lato distopico è piuttosto inesistente ed inconcludente, senza capo né coda. Gli adulti, specialmente i genitori, sono pessimi. Il Programma e l’epidemia di suicidi? Una boiata, visto che tolgono i ricordi ma rimettono vicini le stesse persone, e visto che a loro interessano i ragazzi fino ai 18 anni. Se ti suicidi a 18 anni ed un giorno a loro non frega niente.
Ah dimenticavo. C'è anche il cliffhanger finale.
Conclusione: se cercate una storia d’amore allora potete leggerlo, se invece volete un distopico lasciate perdere.

Voto:


venerdì 30 gennaio 2015

Recensione: The Maze Runner, Il Labirinto, di James Dashner

Buongiorno a tutti e buon venerdì!
Il weekend è ormai vicinissimo, ed eccomi qui con la recensione del mio primo romanzo distopico.
Come vedrete mi è piaciuto abbastanza, tranne che per una cosa importante. I dialoghi.
Ecco spiegato perchè il Teaser Tuesday dedicato, che trovate qui, è andato deserto.

Titolo: The Maze Runner: Il labirinto (Maze Runner #1)
Autore: James Dashner
Titolo originale: The Maze Runner
Edito da: Fanucci
Pagine: 388
Consigliato: Sì. Ma preparatevi per i dialoghi.



Trama: 

Quando Thomas si risveglia, le porte dell'ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non lasciano filtrare neanche la luce del sole. L'unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l'organizzazione di una società disciplinata dai Custodi, nella quale si svolgono riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere l'ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell'ascensore. Il mistero si infittisce quando - senza che nessuno se lo aspettasse - arriva una ragazza. È la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di qualsiasi altra via di fuga, il Labirinto sembra essere l'unica speranza del gruppo... o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui è impossibile uscire.


Recensione:



Grazie ad un buono Amazon, per la Befana ho ricevuto/mi sono regalata il primo volume della saga di Maze runner, intitolato Il labirinto.
Non ho mai letto distopici, ho visto Hunger Games e non mi è piaciuto moltissimo, ma questo libro mi intrigava.
Poi ho l'intenzione di ampliare i miei gusti letterari, quindi mi sembra giusto leggere anche qualche distopico, altrimenti non potrò mai sapere se mi piace il genere o no.
Non posso dire di esserne completamente soddisfatta, perché i dialoghi sono piuttosto penosi.
La storia e l’idea di questo labirinto sono molto buone.
Mi piace l’ambiente, mi piace che i ragazzi siano riusciti ad organizzarsi da soli, a svolgere compiti prefissati, a mantenere l’ordine.
Mi piace che fin da subito ci sia dell’azione, e che non ci siano quei noiosissimi capitoli iniziali di spiegazione, come in Shadowhunters, per esempio.
E' solo un esempio perchè letto recentemente, non prendetela a male.
Verso la fine mi è piaciuto maggiormente, c’è azione, si capisce qualcosa in più di chi li ha mandati nel labirinto e perché, e il motivo per cui sono stati scelti loro.
Certo, il fatto che ci sia una sola ragazza è leggermente maschilista, secondo il mio punto di vista, ma comunque è una ragazza tosta, che si fa valere. Theresa, ecco il nome della ragazza, mi è piaciuta molto.
I dialoghi come dicevo, mi sono pesati tantissimo.
All’inizio, con lo slang della Radura (sploffata, caspio e pive) non ci capivo nulla, e non c’era manco una spiegazione, quindi bisognava andare ad intuito, destreggiandosi anche con i nomi piuttosto strani, come Minho e Newt.
Forse sono troppo vecchia per queste cose. 
Poi arrivano i dialoghi snervanti, fatti da un susseguirsi di domande da parte del protagonista, Thomas, che giustamente si domanda cosa ci fanno lì, che posto è quello e via dicendo. Ha ragione. Ci immedesimiamo in lui, vogliamo sapere anche noi perchè è stato mandato nella Radura, come si fa ad uscire. Se c'è un modo per uscire. Cosa c'è nel Labirinto. Chi l'ha costruito.
Peccato che la maggior parte delle volte la risposta sia: Fai troppe domande, pive.
Snervante. Ad un certo punto ho saltato qualche dialogo perché tanto non mi dava informazioni utili e mi innervosiva solamente. Se fossi stata Thomas probabilmente avrei preso a schiaffi tutti quelli che mi rispondevano così. Non gestisco bene lo stressXD

Quando poi si viene a sapere il motivo per cui sono stati rinchiusi nel Labirinto, salta subito alla mente un famoso videogioco da cui hanno tratto una serie di film d’azione/horror, con Alice come protagonista. Avete indovinato quali?
Dunque alcune azioni e alcune grandi rivelazioni erano piuttosto prevedibili.
Alcune scene non mi sono piaciute particolarmente, anche perché non ne vedevo la necessità.
Violenza gratuita, come sempre. E violenza gratuita contro animali, come sempre.
I personaggi sono piuttosto intricati, ma come dicevo, in questo primo tomo l’azione più avvicente succede alla fine, quindi sarà necessario leggere il seguito per saperne di più.
Per ora però non mi ha entusiasmato o appassionato o incuriosito così tanto da voler comprare il seguito.
Vivo benissimo anche così.
Lo stile di scrittura è piuttosto scorrevole, si legge volentieri perchè non ci sono pause per "riflettere" ma capita sempre qualcosa. Se non si rimane impigliati nel linguaggio della Radura.
Ricapitolando: un bel personaggio femminile, idea carina e ottima ambientazione, non c'è modo di annoiarsi. Peccato per i dialoghi.
“Qualcuno gli aveva cancellato la memoria e lo aveva ficcato in un labirinto gigante. Era una cosa tanto folle che davvero sembrava quasi divertente.”

Voto:  

 
Mi sarebbe piaciuto di più se avessi capito prima cosa volesse dire "sploffare" e "pive". Tuttavia non c'è male, per essere il mio primo distopico.

Questa recensione partecipa alla T.A.R.D.I.S. reading challenge.

martedì 13 gennaio 2015

Teaser Tuesday #18

Buon martedì a tutti! Ecco un'altra rubrica del blog Should be reading che ha l'intento di riportare lo spezzone di un libro attualmente in lettura.
Eccovi quindi uno spezzone di "Maze Runner, il labirinto", di James Dashner, attualmente in lettura.

Ecco le regole del Teaser Tuesday: 
  1. Prendi il libro che stai leggendo



  2. Apri ad una pagina a caso
  3. Condividi qualche riga di testo della pagina
  4. Attenzione a non fare spoiler!
  5. Riporta il titolo e l'autore del libro
"La mente di Thomas stava correndo all'impazzata, cercando di andare da qualche parte, solo che non sapeva dove nè conosceva la direzione da cui cominciare. "Mi chiedo solo dove sia andato. Dov'è che vanno sempre. Tu no?" Rimase in silenzio per un istante, poi: "Non avete mai pensato di seguirli?" 
"Amico mio, sbaglio o mediti propositi suicidi? Dài, muoviamoci." Con quelle parole, Minho ricominciò a correre."