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martedì 14 novembre 2017

Tripla mini recensione: Magonia, Mano di ferro, Malkha

Titolo: Magonia
Autore: Maria Dahvana Headley
Editore: HarperCollins
Pagine: 320
Consigliato: ni

Trama:

Aza Ray Boyle is drowning in thin air. Since she was a baby, Aza has suffered from a mysterious lung disease that makes it ever harder for her to breathe, to speak—to live. So when Aza catches a glimpse of a ship in the sky, her family chalks it up to a cruel side effect of her medication. But Aza doesn't think this is a hallucination. She can hear someone on the ship calling her name.
Only her best friend, Jason, listens. Jason, who's always been there. Jason, for whom she might have more-than-friendly feelings. But before Aza can consider that thrilling idea, something goes terribly wrong. Aza is lost to our world—and found, by another. Magonia.
Above the clouds, in a land of trading ships, Aza is not the weak and dying thing she was. In Magonia, she can breathe for the first time. Better, she has immense power—but as she navigates her new life, she discovers that war between Magonia and Earth is coming. In Aza's hands lies fate of the whole of humanity—including the boy who loves her. Where do her loyalties lie?

Recensione:

 Lo ammetto, Magonia l’ho comprato principalmente per la copertina (non è bellissima?) e per il fatto che ci sia anche il nome di Neil Gaiman in copertina.
Le cose che mi sono piaciute del romanzo: l’inizio, con Aza malata sulla terra.
Mi è piaciuto e mi ha fatto commuovere, perché mi ci sono rispecchiata molto, anche se io non soffro di una malattia respiratoria. Probabilmente l’autrice ci è passata, o ha avuto qualche caro in quelle condizioni, perché è davvero raccontato bene, anche se è romanticizzato come succede spesso negli Ya. Comunque, diciamo che finchè non muore, mi è piaciuto tantissimo.

Del mondo di Magonia mi è piaciuta la mitologia, e soprattutto le creature che volano nel cielo assieme alle navi, come le squallwhales. Secondo me, con qualche illustrazione qua e là per mostrarci come sono davvero queste creature, il libro ci avrebbe guadagnato tantissimo.
Il doppio Pov tra Aza e Jason non mi è dispiaciuto moltissimo, ma ad un certo punto, è iniziato ad assomigliare ad altri Ya. Insomma, lei sulla terra era malata e non poteva respirare, veniva sempre ricoverata in ospedale in punto di morte ma aveva il migliore amico che guarda caso era innamorato di lei. Poi finisce in questo mondo in cui ovviamente solamente lei ha dei poteri speciali che nessun altro ha, le affiancano uno con cui dovrà duettare, perché il mondo di Magonia si basa sul canto, e guarda caso lei sarà la chiave per la salvezza del mondo. Non solo, lei è innamorata di Jason ma il fisico del suo cantante d’accompagnamento la attrae. Così è finito per somigliare a Shadow and bone, tanto per fare un esempio.
Non mi è piaciuto quindi il concetto che lei fosse malata sulla terra solo perché è speciale in qualche altro mondo. Magonia è forse il paradiso? No, visto come finisce il libro, e visto che se lei torna sulla terra non respira. Aza è un’aliena non adatta alle condizioni di vita terrestri? Allora a questo punto il romanzo è scifi e forse posso accettarlo di più, ma comunque non mi va giù come viene vista la malattia. I numerosi personaggi secondari non sono malaccio, di certo in tutto questo mi rimarrà in mente le atmosfere di vita di Magonia, con le navi che volano in cielo circondate da creature enormi che generano tempeste per non essere viste. E’ di sicuro l’aspetto migliore del romanzo. C’è anche il lato romance, ma non mi ha particolarmente colpito, mi spiace.

Voto:


Titolo: Mano di Ferro (Stoneheart trilogy #2)
Autore: Charlie Fletcher
Titolo originale: Ironhand
Editore: Mondadori
Pagine: 350
Consigliato:

Trama:


Una forza oscura è stata risvegliata. Talmente oscura che gli abitanti di Londra la guardano da secoli senza vederla. È la vita che palpita nelle statue della città: nei benevoli Destati, sculture con sembianze antropomorfe, e nei feroci Marchiati, mostri di pietra dilaniati dall'odio contro il genere umano. Dopo aver incautamente riacceso il conflitto tra le due fazioni, George è riuscito a trovare il Cuore di Pietra nelle viscere di Londra e a ristabilire una tregua. Ma la statua dell'Artigliere si è sacrificata per salvarlo ed è caduta nelle mani del perfido Camminante, che l'ha trascinata con sé in un'altra dimensione temporale. George deve ritrovarla al più presto: se allo scoccare della mezzanotte l'Artigliere non sarà tornato sul suo piedistallo, rimarrà per sempre una statua senz'anima. Grazie a Edie, giovane Scintillante capace di attraversare gli strati della Storia, George raggiungerà la Londra di fine Ottocento, dove incontrerà ostacoli mortali ma scoprirà che la ferita del drago sulla sua mano destra gli ha donato un misterioso potere.

Recensione:

 Mano di ferro, seguito di Cuore di pietra, si presenta più cupo e drammatico rispetto al primo della serie.
Dopo aver trovato infatti la pietra del cuore di Londra, George ed Edie sono ancora braccati dai marchiati e dal Camminante. In più hanno perso il loro amico, L’artigliere, che ora è prigioniero del Camminante.
In più George ha i tre segni sulla mano che gli ha fatto il drago, i segni del creatore.
Dovrà affrontare tre prove in questo capitolo della storia.
Devo ammettere che non mi è piaciuto tanto quanto il primo. Come in Cuore di pietra mi è piaciuto il viaggio turistico/statuesco che i nostri fanno per Londra, e mi sono piaciuti tantissimo i personaggi di contorno, primo tra tutti L’artigliere. È un personaggio meraviglioso, intrepido, coraggioso, che pensa sempre al bene dei suoi amici.
Edie non mi ha colpito particolarmente neanche questa volta, seppure la sua storia sia forse la più drammatica tra tutte.
George è cresciuto, si è evoluto come personaggio. Bravo!
E Grondaia, la gargolla di St. Pancras che compariva nel primo volume della serie, è fantastica. Le scene dove ci sono tutte le gargolle sul tetto e circondano George è una delle scene migliori del romanzo.
Mi è sembrato comunque un volume di transizione tra il primo e il terzo, Silvertongue, che è l’ultimo, perché anche se è vero che succedono molte cose, in realtà per tre quarti vengono inseriti molti personaggi nuovi, poi l’azione principale si svolge tutta negli ultimi capitoli. Quindi mi ha lasciato un po’ insoddisfatta.
Rimane l’avventura e l’azione, l’amicizia quasi commovente dell’artigliere, le statue di tutta Londra che si animano. Insomma, è un bel libro, ma non tanto quanto il primo.

Voto:


Titolo: Malkha, le avventure del giovane Nedo

Autore: Francesco Ambrosio
Editore: LFA publisher
Pagine: 128
Consigliato:

Trama:


Nedo, un giovane alieno del pianeta Abixinia a cui deve ancora spuntare la coda, è un sognatore sulla scia del fratello Blik. Ma sarà proprio la misteriosa scomparsa di quest'ultimo durante una missione nello spazio insieme ad altri quattro ricercatori a infondere nel ragazzo il coraggio necessario per intraprendere il suo primo viaggio nello spazio e mettersi alla ricerca del fratello.

Recensione:

Romanzo scifi, che mi è stato mandato dall'autore, e che ringrazio, Malkha mi è piaciuto sotto vari aspetti.
Ha una buona costruzione dei personaggi e dell'ambiente che li circonda; le loro azioni sono ragionevoli ma non per questo troppo prevedibili.
Il viaggio che effettua Nedo per cercare suo fratello è il cardine che muove la trama, così come le scoperte che avevano portato Blik in missione e tutti i misteri riguardanti Malkha.
 Mi è piaciuta molto l'inventiva dell'autore, il mondo che ha creato e i personaggi che ci vivono.
Non leggo moltissimi scifi, quindi non posso dire che siano proprio il mio genere, ma non mi dispiacciono quando trovo personaggi a cui ci si può affezionare e mondi fantastici da esplorare. Se poi c'è un pizzico di divertimento ed umorismo allora fanno al caso mio.
I cattivi della storia sono un pochino stereotipati, ma ci stanno in un romanzo per ragazzi.
Non ha il voto molto alto perchè ho riscontrato parecchi errori di punteggiatura, soprattutto con le virgole. A volte non c'erano per intere frasi e altre volte ce n'erano troppe consecutive, troncando frasi che così perdevano il loro significato. Forse la mia era una copia non ancora controllata, non ancora editata, visto che mi è stata mandata in anteprima.
Suggerisco comunque una revisione del testo, perchè è un peccato che qualche virgola rovini un romanzo così atmosferico.

Voto:


martedì 20 giugno 2017

Doppia mini recensione: Slither / Die Love Rise



 Titolo: Slither
Autore: Melody Steiner
Editore: Dragon Moon Press
Pagine: 310
Consigliato:

Trama: 


Her revenge is better served cold-blooded.
Elanor of Onyx, enslaved by the dragons who scorched her kin and country, is determined to escape her island prison.
When the changeling dragon, Adom, demands that Elanor come with him to the mainland on a secret mission, she sees the opportunity she’s been waiting for—a chance to exact her revenge. But when his actions take a surprising twist, Elanor begins to suspect that maybe things are not as they seem.
With a plot brewing against the mainland king, alliances are tested and Elanor discovers a secret that will forever change the way she views the slithering dragons—and herself.


Recensione:

Diciamolo onestamente, la copertina non è tra le migliori, e forse non attrae subito lo sguardo come fanno molte altre.
A me ricorda uno di quei dinosauri sputatori di veleno di Jurassic Park.
Ma un abito non fa il monaco, e una copertina non fa il libro, perchè la trama è piuttosto originale, e si fa leggere molto volentieri.
Qui abbiamo Elanor, rapita a nove anni da Adom, changeling cioè umano che può tramutarsi in drago, capo dei draghi dell'isola, dove la tiene prigioniera.
Elanor è un concentrato di rabbia e di vendetta.
Ricorda come se fosse ieri quando Adom è arrivato, in forma di dragone, nella fattoria dove abitava con la sua famiglia, ha dato fuoco a tutto, ha ucciso tutti e rapito lei.
Inoltre, lei di certo non fa la bella vita. E' una schiava, sporca, malnutrita, maltrattata e torturata dagli altri draghi. E ora ha 21 anni, ma la sua rabbia non è certo diminuita.
Muuth, un vecchietto mezzo pazzo le fa compagnia, e le ha insegnato a leggere e scrivere.
Ma un giorno Adom la chiama nella sua stanza e le dice che la prossima volta che andrà sulla terra ferma, lei verrà con lui, perchè teme che un altro dei draghi maschi la uccida per fare dispetto a lui.
Non proseguo oltre con la trama per non spoilerare tutto, ma la storia prosegue spedita, senza momenti morti, alimentati dalla continua rabbia e odio di Elanor, la storia delle guerre tra umani e draghi, e continue rivelazioni.
E' davvero una storia, che per il mio parere, merita. A tratti il loro rapporto mi ha ricordato quello tra Alina e il Darkling, della serie dei Grisha della Bardugo, quindi se lo avete letto potete farvi un'idea.

Voto:


 Titolo: Die Love Rise
Autore: Rosa Campanile
Editore: Self publishing
Pagine: 254
Consigliato:

Trama:

In un futuro non molto lontano, la popolazione umana è stata decimata dal virus AD7E0-i che ha trasformato gli uomini in mutanti affamati di carne e sangue. Per i pochi fortunati scampati al contagio iniziale, il mondo è diventato un luogo pericoloso in cui sopravvivere a stento.
Lo sa bene Sophie Warden, che negli ultimi due anni ha fatto tutto ciò che era necessario per proteggere se stessa e sua sorella Leery. La voce che a Leons Town ci sia un Centro di Soccorso e Raccolta ancora operativo rappresenta la loro ultima chance di trovare un rifugio sicuro diverso dalla strada. Nonostante le perplessità che si tratti solo di una diceria, Sophie e Leery, in compagnia di un esiguo gruppo di sopravvissuti, raggiungono la struttura. Ma le cose non andranno come pianificate e la minaccia dei mutanti si rivelerà più letale e insidiosa di prima.
Clive Hudson non è più l'uomo di un tempo. Dopo aver perso coloro che amava, Clive ha deciso di allontanare tutto e tutti, scegliendo la morte come unica compagnia. Se per dispensarla agli infetti o per trovarla lui stesso, non fa più alcuna differenza per la sua anima tormentata da un doloroso passato. L'incontro con Sophie, però, smuoverà qualcosa nel profondo del suo essere.
Due anime simili, entrambe a un solo passo dalla condanna eterna o da un’insperata salvezza. Perché non tutto il buono del mondo è andato perduto. Forse, nonostante il dolore e la morte, si può ancora amare ed essere amati. Anche al tempo dell'invasione mutante.


Recensione:

Prima di partire, devo dire che mi ha emozionato leggere un’opera di una persona che conosco, seppur virtualmente.
Seconda cosa: mi ha stupito il trovarmi di fronte una storia con questi zombie e con una colonna sonora così particolare. Ovviamente stupita in senso buono eh!
Siamo in un futuro non molto lontano e Sophie, la nostra protagonista, sta scappando con sua sorella Leery da dei mutanti zombie, creati dal virus che ha distrutto il mondo.
Scappando, finiscono in un centro di controllo in cui, dopo vario dolore e perdite umane, Sophie incontra Joe e Clive.
Il primo è forse il personaggio che mi è piaciuto di più. L’ho adorato con le sue battute!
E Clive, beh è un gran bel tipo, muscoloso, combattente, anche se con un passato burrascoso e doloroso.
Da questo momento la storia diventa un romance con un lato distopico-horror-post apocalittico.
Dopo i primi capitoli la storia mi ha davvero conquistato, e l’ho letto in pochissimo tempo. Soprattutto contando il fatto che sono alle prese con le 850 e passa pagine di Dumas.
Mi è piaciuto molto Joe e le sue interazioni con i vari personaggi.
Sophie non mi è dispiaciuta, così come Clive. Mi è piaciuta moltissima la colonna sonora e la scelta di mettere qualche frase di qualche canzone all’inizio di ogni capitolo.
Ho scoperto un sacco di canzoni fighissime che ho salvato su youtube (e grazie per aver inserito il link a fine libro!)
Mi è piaciuto anche l’aspetto horror, e il finale mi ha lasciata soddisfatta.
Non gli ho dato il voto pieno solo perché (io sono piuttosto difficile e cinica) la parte romance, nonostante mi sia piaciuta, mi è sembrata prevedibile e con qualche clichè.
Ma l’ho apprezzato moltissimo, quindi ovviamente lo consiglio!!

E adesso ovviamente sono curiosissima di leggere 

Voto:


giovedì 13 aprile 2017

Doppia mini recensione: L'albergo stregato - Jack Lo Squartatore

Titolo: L'albergo stregato
Autore: Wilkie Collins
Titolo originale: The haunted hotel: a mistery of modern Venice
Editore: Newton Compton
Consigliato:

Trama:


Inafferrabili misteri e inganni criminali, nobiltà di natali e viltà d’animo, simulazioni e dissimulazioni, suspense e colpi di scena: pubblicato a puntate dal giugno al novembre del 1878, questo breve romanzo di fantasmi, che allo stesso tempo prefigura molti caratteri del giallo moderno, è l’ennesima prova dell’abilità compositiva di Wilkie Collins. Anche qui, come nel capolavoro La donna in bianco, è una dama in difficoltà a dare l’avvio alla vicenda. «Vorrei sapere, se non vi dispiace, se corro il pericolo di impazzire». Con queste parole perturbanti una misteriosa Contessa si presenta alla porta dello stimato dottor Wybrow, londinese. Quale evento mette a rischio la sua salute? «Il primo fatto, signore, è che sono vedova», dice la sconosciuta. «Il secondo fatto è che presto mi sposerò di nuovo». L’intricata storia di questa signora dal fascino ambiguo si svolge per la maggior parte a Venezia, dove sorge l’albergo del titolo: un antico palazzo ristrutturato, le cui stanze (e in particolare la n. 14) sono state testimoni di azioni nefande. Ancora una volta, la minaccia del presente giungerà da un oscuro passato, perché il sangue chiama il sangue…

Recensione:

 Ammetto che prima di sentir parlare de "La donna in bianco", praticamente non avevo mai sentito nominare questo scrittore. Poi ho sentito solo recensioni positive e ho scoperto che le sue opere erano del mio genere preferito, così ho approfittato e ho comprato il mammuttone, tanto per avere tutte le opere insieme.
Ho iniziato quindi la lettura de "l'albergo stregato", che mi ha catturato fin da subito.
La trama all'inizio non si svela del tutto, e ho faticato un bel po' prima di capire, o meglio, prima di arrivare alla parte in cui finalmente l'albergo stregato faceva la sua comparsa.
Ho fatto un po' fatica anche a ricordare i personaggi all'inizio e ad inquadrarli nel loro ruolo, tra matrimoni e altre cose, ma è un periodo in cui sono stanca, quindi può anche essere che la mia attenzione fosse bassa.
Tuttavia, il romanzo non delude e non annoia, e riesce a mantenere alta l'attenzione per tutta la sua durata.
Gradevoli le ambientazioni, compresa quella veneziana e interessanti i personaggi.
E' un classico racconto gotico/horror, con atmosfere nebbiose e misteriose, qualche pizzico di scena orrorifica ma senza cadere nello splatter.
La mia prossima lettura (non so bene quando ma spero presto) sarà quindi La donna in bianco, e inserisco Collins tra i miei autori preferiti!

Voto:



Titolo: Jack lo Squartatore
Autore: Robert Bloch
Titolo originale: The night of the ripper
Editore: Bompiani
Pagine: 236
Consigliato:

Trama:

 Chi era Jack lo Squartatore? Da quando l'infame Squartatore terrorizzava le prostitute della Londra vittoriana, l'identità dell'assassino è rimasta un mistero. In questo romanzo del brivido, Robert Bloch propone una soluzione completamente nuova, sorprendente e ingegnosa come la conclusione del suo classico Psycho (1959). "Il rapporto di Bloch con Jack lo Squartatore data da lungo tempo. The Night of the Ripper non è che l'omaggio più recente a un personaggio che mostra di averlo ossessionato da sempre e che, con molta probabilità, l'ha influenzato nel corso di tutta la sua produzione letteraria".

Recensione:



Può sembrare, guardando la copertina e leggendo la trama, che questo sia un saggio, più che un romanzo, cosa che ho pensato anche io. Invece no, è un romanzo, studiato nei minimi dettagli.
Seguiamo infatti Eva, infermiera presso il London Hospital e Mark, dottore presso lo stesso ospedale, che si invaghisce di Eva non appena la vede. Tranquilli, il romanticismo e la storia d'amore praticamente non esistono.
Perchè siamo nel 1888, a Whitechapel, nel momento in cui iniziano i delitti dello Squartatore.
Si mette quindi in moto la macchina investigativa, capeggiata dall'ispettore Abberline, e il romanzo termina poco dopo l'ultimo omicidio, quello di Mary Jane Kelly, il più spaventoso dei cinque attribuibili a Jack.

"Il male esiste dappertutto. Talvolta penso che i nostri sensi siano limitati per proteggerci dalla coscienza della sua esistenza. Crediamo che ci servano a conoscere, ma invece può darsi che ci impediscano la percezione di orrori che non riusciremmo a sopportare." 
Ho letto da poco Stalking jack the ripper, e beh, non c'è paragone, mi spiace.
Si nota come questo sia un romanzo da adulti, mentre l'altro sia uno Ya.
Certo, Stalking è scritto da un punto di vista diverso, ed è per un pubblico diverso, ma sul serio, il tema dell'assassino viene quasi dimenticato.
Se conoscete o se avete visto Ripper Street, la bellissima serie televisiva della BBC ambientata nel 1889, potrete avere una visione di ciò che è questo libro.
Verso la metà, ero quasi sicura di sapere chi fosse l'assassino, perchè sì, qui ci viene detto chi è, perchè insomma, tutti gli indizi erano contro questo sospettato.
Ma invece no, tutto si rivela sbagliato, e con un grande colpo di scena, che ribalta tutto ed è degno dei grandi gialli e thriller, scopriamo che ci siamo sbagliati, che forse l'autore voleva proprio farci credere quello per sviarci dal vero colpevole, o per lo meno quello che ha deciso lui, perchè ricordiamoci che Jack è esistito veramente e non è mai stato catturato.
L'unica nota negativa è stata la forzatura dell'inserimento di due personaggi realmente esistiti, Wilde e L'uomo elefante, che non erano per niente necessari, e dopo una paginetta, scompaiono subito.
Per il resto è promosso.

Voto:

 


martedì 21 marzo 2017

Doppia mini recensione + Segnalazione


Titolo: L'uomo nel quadro
Autore: Susan Hill
Titolo originale:
Editore: Polillo
Pagine:
Consigliato:
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Trama:

In una fredda giornata di gennaio, Oliver si reca a Cambridge a trovare un suo vecchio professore, Theo Parmitter. Dopo cena, mentre sono seduti accanto al fuoco nello studio del professore, questi decide di raccontare al suo ospite una strana storia che lo tormenta da tempo e che riguarda un dipinto appeso alla parte di quella stanza. Si tratta di un notturno veneziano del Settecento che ritrae una folla di persone sulla riva del Canal Grande durante il carnevale. Quando il vecchio Parmitter se l’era aggiudicato a un’asta, uno sconosciuto, giunto troppo tardi, aveva tentato in tutti i modi di ricomprarlo da lui e, davanti al suo netto rifiuto, gli aveva rivolto oscure minacce. Osservando la tela, Oliver percepisce il fascino sinistro che emana e nota soprattutto una figura maschile in piedi su una gondola. L’uomo, a volto scoperto, è fra due individui completamente mascherati e pare rivolgersi in maniera implorante a chi guarda il quadro. In un certo senso il dipinto è vivo e, come si scoprirà, ha poteri formidabili e nefasti...

 Recensione:


Secondo libro che leggo della Hill dopo The woman in black, che considero ancora uno dei più bei libri horror-gotici che abbia mai letto.
L’uomo nel quadro ci presenta un professore a Cambridge, Theo, che una sera racconta a Oliver, un suo ex studente, la storia del dipinto veneziano che è appeso nel suo appartamento.
Una storia che lo vede protagonista assieme alla precedente proprietaria, una contessa che dispera di poterlo riavere.
Un quadro maledetto che porta morte e sofferenza a chi ne entra in possesso.
Forse non è una delle trame più originali che ci siano, ma è ben raccontata, e quando si viene piano piano a scoprire la storia dietro a questo dipinto, si vuole sapere sempre di più sul suo conto e sulle persone coinvolte.
Non posso dire che come libro sia all’altezza di The woman in black. Manca l’atmosfera orrorifica, manca quella tensione che ti fa trattenere il fiato fino alla pagina successiva, tuttavia non è così male.
Lo consiglio anche a quelle persone che non vanno matte per l'orrore, perchè non è per niente eccessivo o troppo spaventoso.

Voto:




Titolo: Vietato leggere all'inferno
Autore: Roberto Gerilli
Editore: Speechless books
Pagine: 338
Consigliato:

Trama:

Mi chiamo Amleto Orciani e sono un libromane. Ho trentacinque anni e mi faccio dall’età di dodici, quando la lettura era ancora legale. Ho iniziato per scherzo con L’isola del tesoro e non ho più smesso. Leggere è la prima cosa a cui penso quando mi sveglio e l’ultima prima di andare a dormire. Sono talmente assuefatto da conoscere il significato di parole come paradosso, pennivendolo e opulenza. Insomma, uno sniffa-inchiostro senza speranza. Vivo vicino ad Ancona, lavoro come inserviente in un discount di bricolage e arrotondo spacciando romanzi alla gente della zona. La mia vita non è un granché, ma mi ci trovo. Il problema è che vorrei avere più soldi, per questo accetto di aiutare Eleonora. La ragazza è brava, ma così folle da voler cambiare il mondo dell’editoria da sola. Per seguirla mi tocca coinvolgere amici discutibili e incontrare gente che preferirebbe vedermi morto (il Bibliotecario ti dice niente?). Meno male che ho dalla mia Caterina, una camgirl con un secondo lavoro ancora meno presentabile del primo, però non sono sicuro mi possa salvare il culo, stavolta. Se ne esco vivo, giuro che smetto di leggere. Forse. Vietato leggere all’inferno racconta la mia storia. Non insegna qualcosa che vale la pena conoscere, non ci sono buoni sentimenti o altre cazzate ma per sballarsi con gli amici è perfetto. Provalo, e fammi sapere se funziona. 

Recensione:

Dalla copertina, di cui adoro i colori, mi aspettavo più un giallo thriller, ma qui siamo di fronte più che altro ad un distopico.
Nel mondo in cui vive Amleto infatti (nome fantastico!) leggere è vietato. Quindi chi ne è appassionato lo fa di nascosto, illegalmente.
La storia quindi, almeno per quanto mi riguarda, è originale, ben strutturata e ben delineata.
Lo stile è tagliente, pulito e semplice. Mi è piaciuta l'ironia che si riesce già a percepire anche solo leggendo la trama.
Mi sono piaciuti moltissimo tutti i brani e le citazioni dei libri, con conseguente richiamo a fine capitolo. L'ho davvero adorato, leggevo una citazione (le riconoscerete, sono scritte in corsivo) e cercavo di indovinare da quale libro fosse tratta, e se magari l'avevo letto pure io. Per la maggior parte delle volte ho indovinato!
Tuttavia non sono riuscita ad appassionarmi e affezionarmi ad i personaggi, nemmeno il protagonista, Amleto.
Caterina, nonostante la sua spigliatezza e qualche volta volgarità è quella che alla fine mi è piaciuta di più, mentre invece Eleonora... avrei voluto solo che stesse zitta. L'ho trovata insopportabile.
Ottimo cambio di ambientazione anche quando la storia si sposta dall'italia a Londra. Belle descrizioni e trama che non lascia un attimo di respiro.
Promosso quindi, anche se non con il massimo dei voti!

Voto:

E con questa segnalazione, vi annuncio la collaborazione del blog con Saper Scrivere! Grazie mille per questa opportunità!

Titolo: Fore morra
Autore: Diego Di Dio
Editore: Fanucci (Timecrime)
Data di uscita: 2 febbraio 2017
Pagine: 320; prezzo: 4,99 (ebook); 12,90 (cartaceo)
ISBN-10: 8866883158; ISBN-13: 978-8866883159

Alisa e Buba sono due sicari. Entrambi sono professionali, spietati, ben noti nell’ambiente. Lavorano insieme, ma non potrebbero essere più diversi. Buba è un uomo possente, maniacale, una perfetta macchina di morte dal passato ambiguo e oscuro. Alisa è una sopravvissuta. Si porta dietro il fardello di un’infanzia trascorsa tra violenze e angherie, tra abusi e povertà: è cresciuta ai margini di una società feroce e impietosa. Quando viene commissionato loro l’omicidio di un piccolo camorrista, scoprono che si tratta di una trappola architettata da un uomo potente e determinato, chiamato “il boss”, e di cui si sa una cosa sola: il suo obiettivo è catturare Alisa, catturarla viva. Andando a ritroso nella memoria, esplorando i tormenti e le violenze subite nella sua vita, Alisa dovrà capire chi si nasconde dietro la grande macchinazione congegnata ai suoi danni. Lei e Buba dovranno addentrarsi tra i quartieri di Napoli e negli antri bui della mente umana, per scoprire quanto profondo e devastante possa essere l’odio di un uomo tradito.

Fore morra: fuori dalla camorra. Come proiettili impazziti, con tutti e con nessuno.
“Diego Di Dio ha talento. Scrive frasi taglienti come proiettili sparati ad altezza uomo. Il ritmo è cinematografico. Narra storie di vendetta e di denuncia sociale.”
 Barbara Baraldi

“Realistico e tormentato come Gomorra, esagerato e violento come Kill Bill.”
(Cristiana Astori)

giovedì 12 maggio 2016

Doppia mini recensione: Ibrido e Memory

Titolo: Ibrido
Autore: Isa Thid
Editore: GDS
Pagine: 191
Consigliato:

Trama:

Il Mondo Specchio e il Mondo Umano si sono dissolti originando l’Ibrido.
Lara ha un potere sconfinato, ma nella sua mente ospita un abominio.
Vera è la giovane tatuata della Profezia, ma il suo destino le è sconosciuto.
Lucia si unisce alla resistenza, ma non può rinunciare alla magia.
Le storie si intrecciano e un mondo nuovo prende forma.

Recensione:

 

Il primo impatto con Ibrido è stato piuttosto forte.
Ci si ritrova subito immersi in un'atmosfera cupa e un po' inquietante, e questo mi ha destabilizzato un poco, nonostante mi aspettassi chiaramente una storia simile, data la trama e la copertina, che per inciso, mi piace molto.
Mi ricorda le opere di Victoria Frances, e trovo che ci stia a pennello.
Detto questo, i capitoli si alternano tra quelli di Lara e quelli di Vera.
La differenza tra i capitoli, almeno all'inizio, si nota benissimo, e questo mi ha fatto piacere, perchè l'autrice è stata bravissima a far notare il cambiamento di atsmofere e di personalità delle due protagoniste.
I capitoli di Lara sono molto oscuri e a volte anche macabri, cosa che non ho apprezzato moltissimo, anche se capisco che era per fondamentale per la trama.
I capitoli di Vera e Lucia invece sono più vivaci e "leggeri", in contrapposizione con l'oscurità di Lara e dell'Ibrido loro sembrano dei colori sgargianti e pieni di vita.
Ho apprezzato molto poi che la storia fosse ambientata a Torino, che è anche la mia città. Mi è piaciuto il finale, coerente con il resto della storia.
Se dovessi fare un appunto, mi viene in mente che ogni tanto la storia si perde un poco con troppi dettagli che non aggiungono molto alla trama, come i pasti consumati o i vestiti indossati, ma è davvero una minima cosa.
E ho adorato la nonna di Lucia! Mi ha ricordato la mamma di una mia amica che andavo a trovare in montagna! A parte l'essere strega, ovviamenteXD
Ringrazio l'autrice per avermi mandato una copia del romanzo.

Voto:


Titolo: Memory
Autore: Filippo Parisi
Editore: Montag
Pagine: 40
Consigliato:

Trama:


 Una silloge che si anima come un mosaico. Incalzante di sensazioni e riflessioni, mai passiva, mai doma, ma che in una successione di flashback, conduce il lettore senza tregua e a ritmo serrato lungo la schermata di una memoria impietosa


Recensione:

E' forse la prima volta che leggo una raccolta di poesie da quando ho finito la scuola, a parte qualche poesia di Edgar Allan Poe.
Comunque penso che si debba sempre uscire dalla propria "zona di sicurezza", quindi quando mi è stata proposta questa lettura non mi sono tirata indietro.
Chiaramente qui non vi parlerò della trama o dei personaggi, ma mi soffermerò sulle emozioni della lettura.
Il titolo dell'opera è quanto mai azzeccato: l'autore ripercorre momenti e ricordi della sua vita in ogni poesia.
Ogni poesia quindi è collegata alle altre da un filo conduttore, e le emozioni, soprattutto dell'amore e della perdita di questo, la fanno da padrone.
Alcuni passaggi mi hanno emozionato molto, e sono sicura che ogni lettore ci si potrà immedesimare almeno un pochino, e sentirsi in questo modo più vicino all'autore.
Un' ottima raccolta, ben curata, che piacerà sicuramente a molti lettori appassionati di poesia.
Ringrazio l'autore per avermi spedito una copia dell'opera per recensirla.

Voto: