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venerdì 30 novembre 2018

Book Of the Month: Novembre 2018

Buongiorno a tutti e benvenuti a questo nuovo post del meglio e del peggio delle letture del mese passato. Book of the month è una rubrica ideata dai blog Ombre Angeliche e Il Portale Segreto, nata per fare un bilancio mensile delle nostre letture.




Ecco le mie letture del mese, per leggere le recensioni cliccate sul titolo: 







Miglior libro del mese:


Questo mese le letture sono andate così così: nessuna si è aggiudicata una sola stellina, per fortuna, e solo la rilettura di Harry Potter in questa magnifica edizione illustrata si è meritata 5 stelle. Tutte le altre sono oscillate tra 2 e 3 stelle.

Peggior Libro del mese:

Come dicevo sopra, nessuno in realtà si è meritato una sola stella, ma questi due mi hanno deluso moltissimo: The Wild robot perchè mi è stato detto da tutti che mi avrebbe fatto piangere tantissimo, ma così non è stato; e La rivolta dei vampiri perchè è il peggiore della serie, fino ad ora.
Però hanno entrambi delle cover molto carine.

Cover del mese:

Anche The Wild Robot si meriterebbe questo posto, ma ho preferito mostrarvi la cover di Cogheart, perchè ho un debole per le storie e le copertine steampunk, e poi potete vedere Malkin, la volpe meccanica.

Come è stato il vostro mese di letture? A dicembre farete qualche lettura a tema?


martedì 26 luglio 2016

Recensione: Lo scrigno di Adymair, di Snee Dronningen

Titolo: Lo scrigno di Adymair
Autore: Snee Dronningen
Pagine: 776

Consigliato:

Trama:

C’erano una volta, in un mondo lontano, Conti e maghi, elfi e cavalieri. Ma anche cose davvero stupefacenti.
Un uomo indossa gli occhiali. Un altro adopera un cannocchiale. Qualcuno preme un interruttore e la luce elettrica viene accesa per la prima volta.
È la Confraternita la madre di queste novità. La Confraternita osteggia i privilegi di cui godono i nobili, esige la redistribuzione delle ricchezze e si oppone a ogni forma di disuguaglianza, inclusa quella garantita dalla magia; attraverso la tecnica e il progresso scientifico, persegue il bene dei più e dei deboli, e per questo è odiata e temuta.
Un giorno, in una tranquilla cittadina costiera, due sorelle, Eirien e Finduen, sono testimoni dell’omicidio di un alto prelato dell’ordine. Non si tratta di un caso, tantomeno del gesto isolato di un oppositore. È solo la prima tappa di un grande disegno, l’inizio della lotta per impadronirsi del potere sconfinato di un antico nemico, il potere definitivo e assoluto, il potere la cui sola esistenza minaccia di distruggere tutto ciò che la Confraternita ha costruito nei secoli.
Loro malgrado, Eirien, Finduen e i loro amici, il giovane mago Atelmor e il vecchio bibliotecario Pheswan, si troveranno trascinati in un conflitto che va molto al di là delle loro semplici vite. Tra alleati insospettabili e nemici inaspettati, tra maschere e raggiri, tradimenti e conversioni, invenzioni e rivelazioni, tra teaser e incantesimi, i nostri si troveranno a fronteggiare la desolante solitudine di compiere delle scelte, perché niente è come sembra e a nessuno sarà concesso di restare neutrale, almeno finché non verrà svelato il contenuto dello Scrigno di Adymair. 


Recensione:

Quando ho iniziato a leggere Lo scrigno di Adymair, mi sono sentita intimorita, perchè io con i fantasy lunghi ed elaborati, con molti personaggi, non ho un buonissimo rapporto.
Riesco a leggere Tolkien e Martin grazie anche alle trasposizioni cinematografiche/televisive, ma per esempio ho provato a leggere Abercrombie e non ho superato pagina 120. 
Eppure, dopo aver preso la mano con alcuni nomi piuttosto impegnativi e con l'andamento del mondo, dopo la storia mi ha catturato.
Parlarvi di questa opera colossale che mi ha tenuta impegnata per buona parte di luglio non è facile.
Non è facile perchè è un libro impegnativo, in cui succedono tantissime cose con molti personaggi, quindi è pieno di intrighi, colpi di scena, azione e sentimento.
Mi ha stupito e mi è piaciuto moltissimo.
All'inizio sembra partire lentamente, senza troppi eccessi, con l'omicidio a cui assistono Eirien e Finduen, le due sorelle protagoniste.
Hanno la loro vita, i loro sogni e le loro paure, ma ben presto entrano in scena molti altri personaggi, il divertente mago Atelmor e Rihan, la Confraternita e i pirati e gli elfi e i draghi.
Un fantasy epico, che si snoda per le 776 pagine (anche se il mio lettore ne indicava 854) ma senza appesantire il lettore o annoiarlo.
Sono rimasta impressionata dalla trama, ma dalla metà in poi, anche i sentimenti che pian piano si fanno strada tra i personaggi. Sono rimasta incantata dai luoghi che visitiamo, dagli elfi, che qui somigliano a degli alieni con i capelli che cambiano colore a seconda della stagione. 
Apprezzo moltissimo le idee originali applicate ad una storia per renderla secondo me ancora più da ricordare.
E quando siamo quasi alla fine? Vogliamo parlarne?
Ho sgranato gli occhi, scosso la testa, mi sono chiesta come potesse esserci una fine che eppure si combinava così bene con il resto del libro, ma che mi ha lasciata con un vuoto dentro, perchè dopo tutte quelle pagine non poteva finire così.
Il mio voto quindi non raggiunge il punteggio massimo solo perchè avrei voluto più risposte nel finale, e forse un maggior lieto fine, nonostante questo non mi sia dispiaciuto comunque, e perchè l'opera ha bisogno di una rilettura per correggere gli errori di battitura naturalmente presenti in un testo così lungo.
Ringrazio quindi moltissimo l'autrice per avermi mandato quest'opera, e mi scuso se non sono riuscita a esprimere bene quello che questa lettura mi ha lasciato.

Voto:


venerdì 17 giugno 2016

Tris di mini recensioni: Erenvir e Fluffers/CdM

Buongiorno a tutti e buon venerdì 17! XD Oggi sono qui con 3 recensioni di altrettante opere italiane! 

Titolo: Erenvir e l'Anno zero
Autore: Effe C.N. Cola
Pagine: 216
Consigliato: sì

Trama:


L’Apocalisse profetizzata nella Bibbia si avvera, devastando la terra e decimando l’umanità.
I principali fautori dell’Armageddon, i Cavalieri della Violenza, della Carestia, della Morte e della Guerra, quattro potentissimi Angeli, decidono di rimanere nel mondo materiale per diventarne i sovrani assoluti e si pongono a capo di eserciti di creature oscure per attuare la propria conquista.
Fortunatamente, anche sette Schiere Angeliche restano a combattere per gli uomini sopravvissuti contro le brame di potere di chi li vuole sottomessi o morti. 
Jonathan White è un ragazzo che viene prescelto per contribuire alla lotta tra Bene e Male.
Verrà chiamato Erenvir, portatore della Nuova Era ed il suo primo compito sarà quello di condurre in salvo i sopravvissuti in un luogo indicatogli come Terra Promessa.
Affronterà un viaggio in cui scoprirà quanto tutto ciò che conosceva sia mutato e sottoposto a nuove leggi fisiche e spirituali, tra nuovi luoghi infernali e piccoli paradisi, tra bestie demoniache e creature idilliache, in un ambientazione tutta da svelare.

Titolo: Erenvir e i Sette
Autore: Effe C.N.Cola
Pagine: 247
 Consigliato:

Trama: 

Sono passati cinque anni dal Giorno del Giudizio.
Sette Regni Angelici e Quattro Regni dei Cavalieri dell’Apocalisse già sono stati costituiti e si contrastano.
Tra il Bene e il Male si è creato un equilibrio instabile che rischia di essere alterato da una nuova immensa minaccia: Carestia, uno dei quattro Portatori dell’Armageddon che vogliono impadronirsi del pianeta, ha evocato Abbadon il Distruttore, un essere temuto dagli stessi Alati.
Per evitare all’umanità di sprofondare sotto la sua potenza devastatrice, Erenvir si incamminerà in un viaggio che svelerà molto della neonata e oscura identità della terra ora chiamata Apogea.

Recensione:

All'inizio avevo pensato di scrivere due recensioni separate, ma poi ho atteso di leggere anche il secondo volume per pubblicare la recensione, quindi le ho raggruppate.
Innazitutto ringrazio l'autrice per avermi dato la possibilità di leggere le sue opere. 
Erenvir e l'Anno zero, il primo volume, si apre con uno scenario tremendo.
L'apocalisse a lungo profetizzata si è infatti avverata, e sulla terra sconvolta si aggirano i quattro cavalieri dell'apocalisse.
Ma adesso sulla terra, oltre a quei pochi sopravvissuti, ci sono anche sette schiere angeliche che si battono per proteggere gli umani rimasti.
E Jonathan White, un giovane ragazzo scelto che prende il nome di Erenvir, a cui sarà affidata una potente arma e il compito di portare i superstiti in un luogo chiamato Terra Promessa.
L'autrice ha scritto un bel fantasy. Crea fin da subito un'atmosfera tesa e adrenalinica, ci si trova coinvolti in questo disastro immane.
Un applauso poi per l'inventiva e la fantasia nel creare e far muovere tantissimi personaggi, molti cattivi ma altri no. Ne sono rimasta molto colpita. Lo stile è molto buono e scorrevole, ho trovato solo che ci si incentrasse un po' troppo sui pensieri e sugli stati emotivi del protagonista, accentuandoli con troppi punti esclamativi. Questo secondo me penalizza un po' la trama. Comunque non ho trovato errori.
Il secondo volume ricomincia cinque anni dopo l'apocalisse. Ormai i sopravvissuti si sono adattati alla loro nuova vita, ed Erenvir vive piuttosto in pace, finchè non viene a sapere che lui è uno dei sette prescelti che dovranno fermare Abaddon il distruttore, evocato da Carestia, uno dei cavalieri dell'apocalisse, deciso a conquistare il mondo.
Erenvir prende la sua arma e parte quindi per questa nuova avventura, in compagnia di alcuni fidati compagni. Molti altri li incontrerà strada facendo, perchè anche questo secondo capitolo, come il primo, ci mostra una serie di personaggi davvero originale.
Ho trovato Erenvir e i Sette più avvicente, e con uno stile più maturo. Si nota quasi subito che l'autrice è migliorata dal primo volume. Rimangono i pensieri di Erenvir, ma si notano meno rispetto a prima. Forse è stata la trama più avventurosa a farmeli notare meno. 
Mi è piaciuta la presenza di Abaddon, me lo ricordo come figura mostruosa e spaventosa dal manga Angel Sanctuary, letto tanti anni fa.
In definitiva, ve li consiglio? Sì, è una serie fantasy ben fatta, piena di ambientazioni particolari e con richiami alla "mitologia" cristiana ma non solo.
Non l'ho trovato volgare o inutilmente crudele. A volte è piuttosto violento, ma ehi, è l'apocalisse, non ci possono essere fatine colorate e farfalle.

Voto:


Titolo: Fluffers/CdM
Autore: Reda Wahbi
Pagine: 156
Consigliato: ni

Trama:

Sette storie brevi, tra circoli di lotta tra carlini mannari, pessimi coinquilini, diete alternative, primi halloween, storie narrate in cinema deserti e rospi domestici. In appendice, un'anteprima della seconda stagione di Zeitgeist Hotel.

 Recensione:


In questa raccolta di racconti, l'autore ci porta nel mondo dell'orrore, a dispetto della cover rosa. E lo fa molto bene. I primi 2/3 racconti non mi sono piaciuti molto per via della violenza sugli animali. Certo, fanno paura e sono anche piuttosto originali, almeno io non ho mai letto niente del genere, ma ahimè, la violenza sugli animali, anche nell'ambito dell'horror, non la ammetto.
Non l'ho accettata neanche da Bram Stoker, e quando l'ho trovata nella sua raccolta di racconti "l'invitato di Dracula e altri racconti" ne sono rimasta talmente turbata da smettere di leggerlo.
Qui ho proseguito la lettura, perchè l'ebook è comunque breve, ma ne sono rimasta abbastanza sconvolta.
I successivi racconti invece mi sono piaciuti di più. 
Ma d'altronde nelle raccolte di racconti succede sempre così, anche con Gaiman: alcuni racconti piacciono più degli altri.
Forse sono più sul genere Lovecraft, che a me non piace particolarmente. Sono più portata all'horror di Conan Doyle, se avete avuto modo di leggerlo ve lo consiglio.
I miei preferiti alla fine sono stati CdM e Il rospo nero. Quest'ultimo è stato il più interessante di tutti.
Bisogna però fare una revisione completa all'opera, perchè ho trovato moltissimi errori ortografici. Alcuni sono semplici sviste, ma altri sono errori un po' più gravi.
Ringrazio l'autore per avermi mandato una copia del romanzo. 

Voto:


giovedì 28 gennaio 2016

Recensione: Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, la battaglia del Labirinto

Titolo: Percy Jackson e gli Dei Dell'Olimpo, la battaglia del Labirinto (Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo #4)
Autore: Rick Riordan
Titolo Originale: Percy Jackson and the Olympians, The battle of the Labyrinth
Edito da: Mondadori
Pagine: 360
Consigliato:

 Trama:

 La guerra tra gli dei dell'Olimpo e i Titani è alle porte, e ancora una volta il Campo Mezzosangue è in pericolo: gira voce che Luke e il suo esercito siano a un passo dall'invasione. E se i confini del Campo non fossero sicuri come una volta? Per difendersi, Percy, Annabeth e Grover devono addentrarsi nel Labirinto di Dedalo, cbe forse nasconde una via d'accesso al Campo. Un tempo a Creta e ora nel sottosuolo nordamericano, il Labirinto è un mondo sotterraneo che nasconde pericoli e insidie indicibili, e gli insegnamenti di Quintus, il nuovo istruttore di tecniche da combattimento, si rivelano preziosissimi. Percy e i suoi amici lotteranno con nemici sempre più potenti e terrificanti, scopriranno la verità sulla scomparsa del dio Pan e dovranno scontrarsi con il terribile segreto custodito da Crono. L'ultima sfida ha inizio... e questo è solo la prima delle battaglie.

Recensione:

 

“Forse è per questo che i mostri scompaiono- commentai io.- non dipende da cosa credono i mortali. Forse siete voi a non credere più in voi stessi.”

Quarto capitolo della saga che ha per protagonista il figlio di Poseidone, La battaglia del labirinto coinvolge uno degli elementi mitologici più famosi: il labirinto di Creta, costruito da Dedalo, in cui viveva il Minotauro.
Pare che dal labirinto ci sia un accesso al campo Mezzosangue, e Luke e il suo esercito lo stanno cercando per entrare e distruggere il campo.
Così viene affidata la missione ad Annabeth, che chiede a Percy, Tyson e Grover di seguirla e insieme varcano le porte del labirinto, che ovviamente adesso si trova sotto il nord america.
Troveranno mostri e fantasmi ad attenderli, e la battaglia contro i mostri di Luke nei capitoli finali.

“Dopo qualche annetto di beghe mitologiche, uno impara che di solito i paradisi sono luoghi in cui rischi di rimetterci la pelle.”

Quello che ho apprezzato maggiormente di questo volume, oltre ai progressi sentimentali tra Annabeth e Percy, sono stati tutti i nuovi personaggi, mostri o mezzosangue o eroi che sono stati inseriti.
Sembra che Riordan in questo capitolo si sia scatenato e abbia fatto comparire una miriade di personaggi e creature che nemmeno conoscevo l’esistenza, e questo mi ha fatto piacere, perché da sempre la mitologia greca mi affascina e mi incuriosisce.
Ho trovato che ad un certo punto la storia sembrava si perdesse, perché sembrava che il labirinto non avesse questo scopo fondamentale, ma poi si è ripreso alla grande, con moltissima azione nei capitoli finali.

“Ma ricorda, ragazzo, che una buona azione a volte è potente quanto una spada.”
Ottimo quarto capitolo della saga, ora tocca al volume finale. Voglio leggerlo e insieme non voglio che finisca. Capite cosa intendo?

Voto:

mercoledì 18 novembre 2015

Recensione: Cuore di Pietra, di Charlie Fletcher

Titolo: Cuore di pietra (Stoneheart Trilogy #1)
Autore: Charlie Fletcher
Titolo originale: Stoneheart
Pagine: 420
Editore: Mondadori
Consigliato:

 

Trama:

George ha dodici anni e sta per trascorrere la notte in un museo di Londra, punito dal suo insegnante per una colpa che non ha commesso. Prima di scappare, dalla rabbia colpisce il muso di una statua, che incredibilmente si anima e comincia a inseguirlo per le strade di Londra. Finché il monumento di un soldato non le spara, salvando il ragazzo e mettendolo a conoscenza del suo incredibile dono: la capacità di vedere la vita segreta delle statue, creature antropofaghe risvegliate da una quiete secolare e assetate di vendetta. Sono il popolo dei gargoyle, mostri di pietra che mani di antichi scalpellini hanno forgiato senz'anima, condannandoli a un'esistenza arida e disperata. Le statue con sembianze umane, che al contrario conservano l'anima della persona raffigurata, hanno il compito di proteggere gli umani. Ma quanto potranno resistere? La chiave della salvezza è nei sotterranei di Londra, nel mitico Cuore di Pietra. La guerra delle statue è solo all'inizio...

Recensione:


“In città c’è quasi sempre qualcuno che ti sta fissando, anche quando pensi di essere solo.”

George ha dodici anni. E’ arrabbiato, è triste, è solo. I bulli della scuola lo prendono di mira perché è
un po’ goffo, perché cerca di non farsi notare. Ma durante una disastrosa gita al Museo di storia naturale di Londra, il professore fa una ramanzina tremenda a George e questi, arrabbiato col mondo intero, sfoga la sua rabbia contro una statua sul muro esterno del museo.
Le da un pugno talmente forte da staccarle la testa, e in questo modo fa arrabbiare i marchiati, le statue a forma di animali mitologici in giro per la città.
Le statue iniziano a muoversi e a cercare di ucciderlo, e George deve scappare e salvarsi, ma soprattutto dovrà rimediare all’errore che ha commesso, e fare ammenda sulla Pietra del Cuore di Londra.
Inizia così una folla avventura per le strade della capitale inglese, tra statue cattive che cercano di fargli la pelle e i destati, statue con fattezze umane che cercano invece di aiutarlo e salvarlo, primi tra questi L’Artigliere, spalla e amico impagabile per George.
Si unisce a loro anche Edie, la scintillante, la ragazza che tutti temono perché oltre a vedere le statue che si muovono nella Londra parallela (ecco perché noi non le vediamo affatto muoversi) riesce a vedere il passato delle cose. Riesce a scintillare.
 
“La speranza accresce la felicità, la paura aggrava le calamità.”

La storia è ben scritta, molto vivace e avvincente, avventurosa e mai noiosa. E’ ben scritta, non troppo difficile ma nemmeno troppo elementare, e diventa interessantissima grazie alla mappa all’inizio e alla fine del libro, che oltre a citare le strade protagoniste della storia, ha anche le foto o i disegni delle varie statue che si muovono, così sappiamo esattamente dove sono e come sono fatte.
Questo è molto bello, sia perché possiamo farci un’idea precisa dell’ambientazione, sia perché vuol dire che, aldilà della fantasia, l’autore si è documentato sulla città molto bene.
Londra viene descritta infatti con dovizia di particolari, così che possiate farvi una visita virtuale se non ci siete mai stati, o se avete avuto la fortuna di andarci, di ripercorrere con la memoria le sue strade e i suoi parchi.
George ed Edie sono personaggi complessi, tormentati ma coraggiosi. Sono bambini spezzati, con passati dolorosi, ma non esitano di fronte al pericolo rappresentato dai draghi che sorvegliano la city, pur di riuscire a fermare tutto questo e a tornare alla vita normale. Tra loro nascerà una profonda amicizia.
Cuore di pietra è il primo di una trilogia quindi sul finale… beh, c’è un finale per quanto riguarda il Cuore di Pietra o la Pietra del Cuore di Londra, ma molti degli interrogativi rimangono. Sono sicura che verranno presi in considerazione nei capitoli successivi.
Quello che non mi è piaciuto particolarmente è questa distinzione tra Destati e marchiati: i destati sono buoni e sono umani, i marchiati sono animali e non hanno anima e sono cattivi. Non mi è piaciuto, lo trovo un concetto antiquato.
Per il resto è promosso.

Voto:

 

venerdì 13 novembre 2015

Recensione: Siege and Storm, di Leigh Bardugo

Titolo: Siege and Storm (The Grisha #2)
Autore: Leigh Bardugo
Pagine: 435
Editore: Henri Holt and Co.
Consigliato: Ni

 

 

Trama:

Darkness never dies.

Hunted across the True Sea, haunted by the lives she took on the Fold, Alina must try to make a life with Mal in an unfamiliar land. She finds starting new is not easy while keeping her identity as the Sun Summoner a secret. She can’t outrun her past or her destiny for long.

The Darkling has emerged from the Shadow Fold with a terrifying new power and a dangerous plan that will test the very boundaries of the natural world. With the help of a notorious privateer, Alina returns to the country she abandoned, determined to fight the forces gathering against Ravka. But as her power grows, Alina slips deeper into the Darkling’s game of forbidden magic, and farther away from Mal. Somehow, she will have to choose between her country, her power, and the love she always thought would guide her--or risk losing everything to the oncoming storm.

Recensione:


Attenzione, contiene spoiler sulla fine di Shadow and Bone/Tenebre e ghiaccio!!



Alla fine di Shadow and Bone avevamo lasciato Mal e Alina che fuggivamo dopo aver lasciato il Darkling e gli altri Grisha da soli nell’Unsea, circondati dai mostri.
Li ritroviamo quindi che si nascondono nei villaggi, fanno lavori umili e fuggono da eventuali guardie venute ad arrestarli. Ma tutto cambia quando ricompare all’improvviso proprio colui che doveva essere morto nell’oscurità, il Darkling.
Con la forza trascina Mal e Alina su una nave, diretti alla Bone road, un tratto di mare nel nord dove si dice ci sia Rusalye, un drago/serpente marino bianco, le cui scaglie serviranno come secondo amplificatore dei poteri di Alina. Sulla nave conosciamo il comandante, un tipo sempre con la battuta pronta. Mal, grazie alla sua mirabile capacità di tracker rintraccia il drago e riescono a catturarlo. Ma in quel momento il comandante, con una mossa a sorpresa, molla il Darkling e molti suoi uomini, che si rivelano essere quasi tutti Grisha, porta via Mal, Alina e Rusalye, e si dirige verso sud, lasciando di nuovo il Darkling in punto di morte.
Alina riesce a uccidere il drago e farsi fare un bracciale con le sua scaglie, così diventa l’unica Grisha a possedere due amplificatori anziché uno.
Il comandante si rivela essere più di quello che sembrava, e Alina si ritrova di nuovo al palazzo reale, mentre Ravka si prepara all’assalto del Darkling con la sua armata di mostri, creati con il nuovo potere che ha ricevuto dall’Unsea.
Alina nel frattempo si divide tra Mal, il comandante, e le visioni che ha del Darkling, perché anche se non vuole ammetterlo, ne è ancora attratta. Quindi da un triangolo amoroso è diventato un quadrato.
L’azione si svolge tutta negli ultimi capitoli, come spesso accade, ma ho trovato questo secondo libro della saga molto più noioso del primo.

 “I like to have powerful enemies. Makes me feel important”

Gli errori e le cose che non andavano nel primo capitolo, e che potevano essere giustificate dall’essere il libro di apertura della saga, qui permangono, e ci vengono aggiunte altre cose piuttosto irritanti, come appunto Alina che si trasforma ulteriormente in Mary Sue con tutti gli uomini ai suoi piedi. 
Rimangono le parole russe buttate a caso e senza traduzione nel testo, basti pensare che uno dei personaggi si chiama Privyet, che in russo significa ciao. Lo so che suona bene, ma è un saluto.
Se poi nel primo volume la ricerca del cervo con le corna miracolose, che poi sono diventate il collare di Morozova che Alina indossa, richiedeva una ricerca solitaria e piuttosto difficoltosa nei boschi innevati, qui il tutto avviene piuttosto semplicemente. 
E io continuo a non essere d’accordo a uccidere animali per il potere.
Che dire poi di Mal, uno dei personaggi più insulsi e inutili che esistano?
Qui risulta ancora più cretino e insopportabile di prima, infatti non fa quasi che litigare con Alina, a volta anche giustamente, perché lei si sbaciucchia con un sacco di uomini. Ha anche ragione, ma il suo atteggiamento è troppo antipatico.
Il nuovo personaggio che viene inserito in questo capitolo, ossia il comandante e la sua verà identità, non mi è risultato così simpatico. E’ una versione leggermente più simpatica di Jace di Shadowhunters, e io non ho sopportato Jace.
Il grande difetto di questo libro, che sembra solo una sorta di passaggio tra Shadow e bone e Ruin e rising, è l’assenza del Darkling.
Compare è vero all’inizio e alla fine, ma è troppo poco. E’ lui quello più interessante, più contorto e che alla fine ha avuto più evoluzione, perché ha un nuovo potere, ha un piano e un’armata. 
Alina invece ha solamente nuovi pretendenti e un nuovo bracciale.
All’inizio, come livello di inglese l’ho trovato un po’ difficile, soprattutto rispetto al primo, perché essendo ambientato in mare su una nave, ha molti termini nautici/marittimi che io non conosco.
Appena sufficiente quindi. Credo leggerò l’ultimo solo per sapere come finisce, ma in generale posso dire che come saga mi ha deluso. 

Voto:

mercoledì 5 agosto 2015

Recensione: Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, la maledizione del titano, di Rick Riordan

Titolo: Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo #3 La maledizione del titano
Autore: Rick Riordan
Titolo originale: Percy Jackson and the Olympians #3 The Titan's Curse
Pagine: 312
Editore: Mondadori
Consigliato:

Trama:

Una pericolosa impresa attende Percy Jackson: insieme a Talia e Annabeth deve introdursi in una scuola di New York per portare al Campo Mezzosangue Angelo e Bianca, due potentissimi fratelli, eludendo la sorveglianza del vicepreside. Ma sotto le spoglie dell'aguzzino si nasconde un mostruoso emissario del perfido Crono, che rapisce Annabeth! Per salvarla, Percy avrà bisogno di tutto il suo coraggio, nonché dell'aiuto di un gruppo di Cacciatrici molto più toste di quanto immaginasse... Tra le zampate di un vorace leone, gli agguati di una non meno affamata torma di zombie e perfino la carica di un gigantesco cinghiale, il gruppo di eroi affronterà un viaggio pieno di insidie per giungere al cospetto di Crono. Ma prima dovrà battersi contro il suo Generale, Atlante, costretto da una maledizione a reggere il peso della volta celeste. Chi gli spiegherà che non era il caso di prendersi una pausa appoggiandola proprio sulle spalle della povera Annabeth?

Recensione:

“Ricordatelo Percy. anche i più coraggiosi possono cadere.”

Se qualcuno dovesse chiedermi, o meglio, se vi dovessi spiegare in questa recensione perché amo tanto questa saga, di sicuro risponderei: perché con Percy non ci si annoia mai. 
Sul serio: non esistono punti morti, paragrafi senza fine con descrizioni noiosissime, cosa che io normalmente detesto. Non sopporto i libri troppo descrittivi e troppo noiosi, perché perdo facilmente la pazienza e l’interesse, e trascino la lettura per inedia sforzandomi perché devo finirlo.
Mai capitato e mi auguro mai capiterà con Percy.
Ogni capitolo, a parte avere un titolo spassoso, è pieno zeppo di azione, di personaggi, di rivelazioni.
Adoro questa saga.
In questo capitolo, Percy deve recuperare due mezzosangue da una scuola. Ma lui, Talia e Annabeth vengono attaccati e Annabeth scompare. Percy vorrebbe mettersi subito alla sua ricerca naturalmente, ma nel frattempo intervengono le Cacciatrici, seguaci di Artemide, che salvano tutti i mezzosangue e insieme tornano al campo.
A quanto pare c’è in giro un nemico molto pericoloso, un mostro che neanche Artemide riesce a sconfiggere, e che riesce a prenderla prigioniera. La missione quindi è salvare Artemide prima del solstizio d’inverno.
E Annabeth? Nessuno si preoccupa di lei? Certo che no, Percy è disposto a rischiare pur di salvare l’amica, così segue il gruppo partito in missione e come sempre accade, salverà gli amici in più di una occasione.
Ma una profezia aleggia sul gruppo di eroi. Chi subirà la maledizione del titano? Chi perirà a causa di un genitore?
Sinceramente, il personaggio che meno ho sopportato nel libro è stata Talia: troppo arrogante e piena di sé, la figlia di Zeus.
Ho apprezzato invece moltissimo gli dei che sono comparsi in questo capitolo, come Apollo e Artemide, lei bellissima e lui un cretinoXD (oddio, chi si ricorda l’apollo di Pollon?) e Afrodite, l'affascinante dea dell’amore.
I colpi di scena, i mostri, le lotte per sopravvivere e le rivelazioni non mancano, anzi, fanno di questo capitolo un libro ancora più avventuroso del secondo, il mare dei mostri.
Consigliato ovviamente, se amate questa saga e se avete già letto i precedenti libri.

“La profezia dice che almeno due di voi moriranno. Forse sarò fortunato e tu sarai uno di loro. Ma rammenta le mie parole, figlio di Poseidone: vivo o morto, non ti dimostrerai migliore degli altri eroi.”

  Voto:


martedì 30 giugno 2015

Recensione: Il grande Inverno, di George R.R. Martin

Titolo: Il grande inverno (le cronache del ghiaccio e del fuoco #2)
Autore: George RR Martin
Titolo originale: A Game Of Thrones
Pagine: 441
Editore: Mondadori
Consigliato:

Trama:

Nella terra dove le stagioni possono durare intere generazioni divampa la guerra tra la corrotta regina Cersei Lannister e i lord dei Sette Regni fedeli ai signori di Grande Inverno. Intanto, nelle grandi pianure orientali, la principessa Daenerys Targaryen, ultima discendente della dinastia del Drago, si prepara con i suoi poteri straordinari alla riconquista del regno dei suoi avi. Ma la vera minaccia sono gli Estranei che avanzano da nord, esseri misteriosi per secoli ritenuti, a torto, frutto della fantasia. Odiano la vita, il fuoco, il calore, l'estate, perché essi sono la morte, il freddo, il ghiaccio e l'inverno. La fine dell'estate è vicina e solo un nuovo prodigio potrà squarciare le tenebre.
 

Recensione:

 
“Non ci sono eroi. Nella vita sono i mostri a trionfare.”

Secondo capitolo che in realtà è solo la seconda parte del primo volume originale delle cronache del ghiaccio e del fuoco, in cui veniamo catapultati maggiormente nelle atmosfere tutt’altro che pacifiche dei sette regni.
Gli eventi quindi prendono, per molti dei personaggi, una piega piuttosto inaspettata (se non si è vista la serie tv) e drammatica.

“La catena di un maestro ha bisogno di tutti i metalli, così come una terra ha bisogno di tutti gli uomini.”

Cercherò di non fare spoiler o di farne il minimo possibile, sappiate però che Martin è bravissimo a rigirare le carte in tavola e far mettere male le cose per determinati personaggi, specie quelli più amati o più importanti.
La notizia che scuote il continente occidentale e che raggiunge anche Daenerys nelle grandi pianure orientali è che Re Robert, ferito durante una caccia al cinghiale, è morto. Il trono passa quindi a suo figlio Joffrey, che mostra ora il suo vero carattere, spietato, crudele. Il motivo per cui lo odiamo tutti, praticamente.
Daenerys intanto ha i suoi grattacapi al di là del mare, impegnata a salvare la sua vita dagli emissari dell’usurpatore che vogliono ucciderla e a salvare anche la vita di suo marito, ferito in battaglia.
Robb Stark è partito verso sud col suo esercito, per cercare di liberare suo padre, Eddard Stark, prigioniero ad Approdo del re dopo che il re (E Cersei, non dimentichiamoci di lei) l’ha condannato per tradimento.

“La vita non è una ballata, mio tesoro. Un giorno, potresti essere costretta ad apprendere questa realtà a tue spese.”

Jon Snow intanto ha prestato giuramento, quindi è ufficialmente un guardiano della notte, assegnato alle dirette dipendenze di Lord Mormont.
Così, nei capitoli riguardanti Daenerys e i dothraki oltre a venire a conoscenza di alcune aree del continente orientale, siamo partecipi dei drammi che si consumano in una terra selvaggia e senza pietà, così, seguendo le diatribe del continente occidentale vediamo invece la vera lotta di potere che si scatena alla morte del re.
Una vera guerra per un trono che, come dice Lord Stark, è scomodo oltre misura.
Se dovessi dire quale parte ho preferito, direi sicuramente che adoro (l’ho sempre adorata, fin dalla serie televisiva) la coppia Tyrion-Bronn. A dire il vero, ho iniziato a vedere la serie proprio per Bronn, o meglio per l’attore che lo interpreta. Ecco, mi avete smascherataXD

Un’altra delle parti preferite è sempre quella che riguarda Jon Snow, il suo rapporto con Spettro, il suo metalupo albino, e con il suo amico Sam. 

Ti porti addosso l’onore come se fosse un’armatura, Stark. Tu credi che ti tenga al sicuro, ma tutto quello che fa è pesarti sulla schiena e impacciarti i movimenti.”



Lo stile di scrittura è quello che ci ha già appassionato nel primo volume di questa saga, ricco ma mai noioso, che si fa leggere, che ci cattura.
Se avete amato quindi il primo volume, o meglio la prima parte del primo volume, sicuramente amerete anche questa seconda parte.

Voto:

 

martedì 5 maggio 2015

Teaser Tuesday #30

Buon martedì a tutti! Ecco un'altra rubrica del blog Should be reading che ha l'intento di riportare lo spezzone di un libro attualmente in lettura.
Ecco il Teaser di uno dei libri che ho ricevuto per il compleanno quest'anno.
Si tratta di "L'amuleto di Samarcanda" primo volume della trilogia fantasy di Bartimeus, di Jonathan Stroud.

Ecco le regole del Teaser Tuesday:
  1. Prendi il libro che stai leggendo



  2. Apri ad una pagina a caso
  3. Condividi qualche riga di testo della pagina
  4. Attenzione a non fare spoiler!
  5. Riporta il titolo e l'autore del libro
 

""Non so cosa sia più fastidioso, Nathaniel: le tue vanterie o le tue lamentele. Devi smetterla di preoccuparti di ciò che ancora non hai e imparare ad apprezzare ciò che hai. Per esempio, questo giardino. Hai avuto una buona idea a chiedermi di fare lezione qui, oggi."
"Vengo qui ogni volta che posso. Mi aiuta a pensare."
"Non mi sorprende. E' un luogo tranquillo e appartato. In tutta Londra ci sono pochi angolini come questo, considerati fortunato."
"E lui mi tiene compagnia" Nathaniel indicò la statua. "Mi piace, anche se non so chi sia."
"Lui?" La signora Lutyens alzò brevemente gli occhi dal suo album, senza smettere di disegnare. "Oh, è facile. E' Gladstone."
 

venerdì 10 aprile 2015

Recensione: Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, il mare dei mostri, di Rick Riordan

Buongiorno a tutti! Ecco una recensione un po' vecchiotta che finalmente ho recuperato!




 Titolo: Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, il mare dei mostri
Autore: Rick Riordan
Edito da: Mondadori
Titolo originale: Percy Jackson and the Olympians, the sea of monsters
Pagine:  336
Consigliato:

 Trama:

 La vita di un semidio a New York non è sempre facile, e quella di Percy Jackson è diventata una vera impresa da quando ha scoperto di essere figlio di Poseidone e deve trascorrere tutte le estati al Campo Mezzosangue, insieme ai suoi simili. Ma ora il campo è in grave pericolo: l'albero magico che lo protegge è stato avvelenato e non riesce più a difenderlo dalle invasioni dei mostri. Solo il Vello d'Oro può salvarlo! Ma è custodito su un'isola da Polifemo, nelle acque tumultuose del Mare dei Mostri. La missione è affidata alla figlia di Ares, ma Percy non può certo restarsene con le mani in mano - anche perché il suo satiro custode Grover è nelle grinfie di Polifemo!
Accompagnato dalla fedele Annabeth e dal nuovo amico ciclope Tyson, Percy dovrà intraprendere un viaggio per mare e affrontare le mille insidie che nasconde, dalla maga Circe al canto delle sirene. E come se non bastasse, la profezia dell'Oracolo si complicherà...
Chi sarà, tra i figli dei tre Grandi, a tradire gli dei dell'Olimpo?


 

 Recensione:




Secondo capitolo delle avventure del figlio di Poseidone.
Dopo aver iniziato diverse saghe per young adult nel periodo in cui l'ho letto, è stata una gioia per me tornare a leggere di Percy.
Il primo volume mi era piaciuto moltissimo, e questo non è da meno.
Non appena ho aperto la prima pagina, ho iniziato subito a ridere. Ottima cosa direi.
Adoro il modo in cui Riordan riesce a infilare luoghi o personaggi mitologici nel mondo moderno, e con il mare dei mostri ci è riuscito perfettamente.
Ho sentito un po’ la mancanza di Grover, che a me piace moltissimo, ma è bello vedere come Percy si relaziona con gli altri personaggi, Annabeth e Tyson in testa.
Come detto nella recensione precedente, forse questo capitolo ricorda un pochino di più la saga di Harry Potter, ma non mi ha disturbato affatto. Non lo fa in modo palese o solo per il gusto di copiare, almeno secondo me.
Un altro punto a favore è che, appena finito il volume, ho subito avuto voglia di leggere il seguito, anche per il colpo di scena dell’ultima riga dell’ultima pagina, cosa che con Shadowhunters o Maze runner non mi è affatto capitato.
 Ogni capitolo è pieno di azione, di nuove rivelazioni, di colpi di scena e di battute esilaranti, in questo modo l’attenzione e la voglia di proseguire la lettura non diminuiscono mai.
Proprio quello che cerco in una serie, ed infatti ho letto tutto il volume in un batter d’occhio. Di ciclope.
Trovo poi che sia molto utile per fare un ripasso o una lezione supplementare di mitologia greca, casomai servisse. Non si sa mai cosa può servire nella vita. E io che ne sono sempre stata affascinata fin da piccola, grazie anche al mio vero nome, lo trovo interessante e coinvolgente.
Ottima valutazione anche per questo capitolo, non vedo l’ora di proseguire nella serie!!



“Gli esseri umani non vivono sullo stesso livello degli immortali. Ma tu, Percy… tu sei in parte dio e in parte umano. Tu vivi in entrambi i mondi. Ecco cosa rende gli eroi così speciali. Portate le speranze dell’umanità nel regno dell’eternità. I mostri non muoiono mai. Ogni generazione, voi combattete le battaglie che l’umanità deve vincere per restare umana.”

Voto:

 

sabato 24 gennaio 2015

Recensione: La Compagnia dell'Anello, di J.R.R. Tolkien

Buongiorno a tutti!
Dunque, sono un po' in arretrato con le recensioni dello scorso anno, quindi cerco di rimediare.
Vi annuncio intanto anche una novità: sto preparando il primo giveaway del blog!
Come sapete, ho la versione completa del romanzo, ma ho deciso di leggerlo a capitoli come è stato suddiviso il film, perciò ci saranno tre recensioni ma con la stessa immagine.

Titolo: La compagnia dell'anello
Autore: J.R.R. Tolkien
Titolo originale: The Fellowship of the Ring
Edito da: Mondolibri
Consigliato: Sì. E consiglio anche di rileggerlo.




Trama: 

In questo primo romanzo della trilogia di Tolkien, il lettore conosce gli Hobbit, minuscoli esseri saggi e longevi. Frodo, venuto in possesso dell'Anello del Potere, è costretto a partire per il paese delle tenebre. Un gruppo di Hobbit lo accompagna e, strada facendo, si associano alla compagnia altri esseri: Elfi, Nani e Uomini, anch'essi legati al destino di Frodo. Le tappe del cammino li conducono attraverso molte esperienze diverse, finché la scomparsa di Gandalf, trascinato negli abissi da un'orrenda creatura, li lascia senza guida. Così si scioglie la Compagnia dell'Anello e i suoi membri si disperdono, minacciati da forze tenebrose, mentre la meta sembra disperatamente allontanarsi.

Recensione: 

 

"Nove saranno i membri della Compagnia dell'Anello, e i Nove Viandanti si opporranno ai Nove Cavalieri che sono malvagi."


Recensire i classici non è mai facile.
Recensire un classico del fantasy come questo poi, è ancora più difficile.
Se fosse una recensione negativa, basterebbe dire: boh è lento, non ci sono vampiri sbrill sbrill, Aragorn non è abbastanza bello e maledetto, è troppo lungo, non mi piace.
All’inizio ammetto che anche io ero intimorita dalla mole del libro, ma poi, avendo deciso di dividerlo e leggerlo nei 3 capitoli in cui è stato diviso per il film, ho visto che erano grosso modo 500 pagine ciascuno, quindi mi sono detta: buttiamoci.
Mi ha aiutato molto anche l’aver rivisto molto recentemente i film, cosicché avevo in mente un’immagine chiara dei personaggi e delle scene.
Sinceramente, temevo che fosse pesante, che avesse un linguaggio un po’ troppo complicato, e che ben presto mi sarei annoiata.
Non è stato affatto così.
Secondo me, i libri di un certo livello, che siano classici o meno, si distinguono su questo: quando inizi a leggere le loro parole, una dietro l’altra, inizia la magia.
Si viene risucchiati in una storia, ci si trova coinvolti in prima persone nelle sue avventure. E’ questo che li contraddistingue. Almeno, questo è il mio modesto parere, visto che non mi capita con tutti i libri che leggo, ma solo con alcuni. I prescelti. XD
Raccontarvi la trama penso sia superfluo.
Posso raccontarvi che il mio personaggio preferito in assoluto è Aragorn. Quando è comparso alla locanda del puledro impennato ho sorriso come una scema, e ho adorato ogni sua scena. Mi piaceva già dai film, ma qui ha raggiunto il primo posto in classifica. Almeno per ora.
"Io sono Aragorn, figlio di Arathorn; se con la vita o con la morte vi posso salvare, lo farò."
Come si fa a non amare qualcuno che si presenta in questo modo?
Per quanto riguarda Boromir (Sean Bean, non riesco a non associarlo a Lord Stark) attraversa dei momenti di odio e amore per me, tutti sorpassati dalla tristezza del finale di questo primo volume. Ma tanto so e sappiamo tutti come va a finire. Quando mai poi Sean Bean sopravvive? Ç___ç
L’amicizia tra gli Hobbit, la saggezza degli Elfi, è tutto raccontato nel modo giusto nel punto giusto per creare una fantastica storia fantasy.
Le descrizioni del paesaggio sono qualcosa di incredibile, è vero, a volte sono piuttosto lunghe, e questo è l’unico difetto che mi sento di attribuirgli.
Nella mia versione, dalla formazione della Compagnia dell’anello in poi lo stile di scrittura è come
tornato indietro di anni, nel senso di parole che prima si usavano e adesso non più. Non so se sia colpa della traduzione o se sia così anche nell’originale. L’ho trovato strano, tutto qui.
Sapete che non sono molto brava quando di tratta di recensioni positive, perché forse mi lascio prendere troppo dall’entusiasmo.
Il mio consiglio finale quindi è il seguente: non fatevi spaventare dalla sua mole, è davvero un libro che merita di essere letto.  

 Voto:  

Leggetelo, non ve ne pentirete.