Torniamo nuovamente ad un libro horror e una recensione positiva per questo classico non molto conosciuto, che io ho letto ad Halloween.
Non adatto a stomaci delicati.
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate!
Autore: Anonimo
Titolo originale: The string of pearls
Edito da: Newton Compton
Pagine: 330
Consigliato: Sì.
Trama:
Tra i
segreti più paurosi di Londra si nasconde la storia di un misterioso
assassino. Un uomo di nome Sweeney Todd, un mostro capace di occultare
le sue insane passioni dietro l'insegna di un'innocua bottega di
barbiere in Fleet Street. Proprio qui diverse persone scomparse sono
state viste per l'ultima volta: uomini andati a ingrossare le fila dei
fantasmi dopo aver incontrato Sweeney Todd. Più sanguinario di Jack lo
squartatore e più crudele di Mr. Hyde, Sweeney Todd non uccide in preda a
un impulso efferato o agli effetti indesiderati di un farmaco ma, con
fredda determinazione, toglie la vita al prossimo per soddisfare la sua
sete di denaro e per adempiere a un terrificante rituale: dopo aver
smembrato il corpo delle vittime a colpi di rasoio, infatti, il barbiere
di Fleet Street consegna i resti di chi ha ucciso a una complice, che
provvede a occultarli grazie a uno stratagemma bestiale. Capolavoro
della letteratura gotica, Sweeney Todd, con le sue gesta sanguinarie, ha anticipato il Dracula di Stoker e il Frankenstein
di Mary Shelley, aggredendo le ipocrite convenzioni della letteratura e
della società vittoriana. Dopo numerosi musical che hanno avuto uno
straordinario successo, nel 2007 Tim Burton si è ispirato a questo
personaggio per un film in cui Sweeney Todd è interpretato da Johnny
Depp.
Recensione:
Quando sentiamo il nome Sweeney Todd, penso che quasi tutti
pensiamo la stessa cosa: Johnny Depp, con un rasoio in mano, che uccide i suoi
clienti, che vengono poi cucinati dalla signora Lovett.
Ma fa tutto questo per vendetta. Tim Burton ha reso più
comprensibile questo atto di crudeltà, perché la vendetta, almeno per l’animo
umano e per il racconto gotico, è più comprensibile che il mero desiderio di
denaro.
Nessuno forse si sarebbe appassionato alla sua storia e alle
sue canzoni se avesse saputo che Sweeney Todd uccideva unicamente persone
abbienti per poter rubare loro i soldi, i gioielli ed i vestiti.
Eppure è questa la verità, perché, ci tengo a ricordarlo,
l’intera faccenda è un fatto realmente accaduto alla fine del 1600, raccolto
poi in un libro stampato a fine del 1800.
Mi ha molto colpito questo libro, positivamente si intende.
Certo, non c’è tutto il macabro e l’orrore che Burton ha
reso nel film, ma basta pensare ai pasticci di carne della signora Lovett e
immaginare che è successo davvero, per rabbrividire di disgusto.
Per questo motivo, non è sicuramente una storia adatta ai
deboli di stomaco, e neanche adatta a chi non è abituato alla scrittura di
epoca vittoriana, piuttosto pomposa e a tratti non scorrevolissima, visto l’uso
di alcune parole non più in uso. (e scusate la ripetizione.)
Comunque, una volta fatto pratica con lo stile di scrittura,
la lettura diventa facile e quasi viene da recitare, come se si leggesse una
poesia.
Mi hanno colpito molto i personaggi “buoni” della storia,
che spiccano maggiormente per questa loro bontà, proprio per contrapposizione a
Todd e Lovett, cioè Tobias, l’assistente di Todd che ne subisce di ogni, e
Johanna, la ragazza innamorata e disperata per la perdita non accertata
dell’amato, forse proprio a causa di Todd. SPOILER PER CHI NON HA VISTO IL FILM!! No tranquilli, qui Johanna non è la
figlia di Todd.
E’ facile appassionarsi e tifare per loro due, sopraffatti
dagli eventi nefasti, e sperare continuamente che si salvino, che siano felici.
Non spoilero nulla, ma sappiate comunque che la storia ha il
lieto fine, per fortuna. E’ stato un vero sollievo.
Mi è dispiaciuto invece che il rapporto tra Lovett e Todd
non sia approfondito, ma forse neanche i testimoni e chi ha raccolto la storia
ne sapeva qualcosa.
Impossibile invece affezionarsi a Todd, che ha una
cattiveria veramente diabolica. Lo si odia, lo si teme e lo disprezza.
Molto interessante poi la postfazione, in cui ci viene
raccontata la vera storia di Todd, il processo, il ritrovamento dei resti delle
vittime, il metodo usato per ucciderle (con l’aggiunta di illustrazioni
dell’epoca) e la tragica fine di tutto. Si dice che ci siano state almeno 160
vittime. Un numero impressionante.
Come errori di stampa ho notato solamente qualche mancanza
di articolo e qualche lettera mancante, nulla di grave, specie poi rapportato
al prezzo di copertina.
In conclusione: il negozio di barbiere a Fleet Street non
esiste più, per fortuna, ma la sua storia, come quella di Jack lo squartatore,
rimane impressa nell’immaginario comune, e questa è un’ottima storia per chi
ama il racconto gotico vittoriano.
Come avrete notato, il titolo originale è assolutamente differente da quello italiano, semplicemente perchè, parallelo al racconto delle orribili gesta di Todd, vi è il racconto di questo filo di perle, la cui vicenda si intreccerà a quella del barbiere da un certo punto in poi. Forse, con questo titolo, il libro attrae e vende di più.
Vi lascio con una frase che mi ha colpito molto, e che
colpirà chiunque ami e rispetti gli animali:
“Un uomo capace di uccidere un innocuo animale dimostra
un’assenza di sentimenti e una miseria mentale, che lo rendono capace di
commettere ogni crimine e pensarsi impunito.”