venerdì 29 aprile 2016

Review Blog Tour: No one dies in the garden of Syn, di Michael Siedelman




 No One Dies in the Garden of Syn
Autore: Michael Seidelman
Genere: YA Fantasy
Pagine: 269
Data di uscita: April 26th 2016
Consigliato:

Trama:


Synthia (Syn) Wade is a teenage girl who struggles with cystic fibrosis, an incurable life-threatening disease. One day she is pushed into a pond by an unseen figure and wakes up in a new world – a mysterious garden where illness and death don’t exist.

Welcomed by the garden’s residents and now free of her symptoms, Syn decides to stay. But, before long, she realizes that this apparent utopia holds many dangers and dark secrets.

Surrounding the garden is a fog that Syn is warned never to enter. She encounters bizarre creatures that defy reason. And always lurking in the shadows is a masked woman - a woman who may have a connection to the disappearance of Syn’s parents many years ago. A woman whom no one will speak of, but whom everyone fears.

While No One Dies in the Garden of Syn, Syn will soon discover that some fates are worse than death.

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Recensione:

 Ho richiesto di poter leggere questo ebook principalmente per un motivo: perchè parla di una persona malata. E finalmente non si tratta di cancro o leucemia, visto che sembra che esistano solo queste due malattie, ma di fibrosi cistica, una patologia grave ma non così "pubblicizzata". Con tutto il rispetto per chi è affetto da una qualsiasi di queste patologie, è chiaro.
No one dies ci parla di Synthia, detta Syn, malata appunto di fibrosi cistica. Ci viene spiegato come lei reagisce alla malattia, quale cure deve affrontare ogni giorno e quali effetti ha sulla sua vita.
Non può correre, non può nemmeno piangere, altrimenti i suoi polmoni si riempiono di liquido e lei non riesce più a respirare.
Ma un giorno, dopo aver visitato la sua amica morente in ospedale, Syn si siede vicino al laghetto dietro casa. E lì qualcuno la spinge dentro.
Ma anzichè affogare, Syn sbuca in un altro mondo, uno splendido giardino pieno di persone gentili.
Non solo, Syn non è più malata.
Vi starete chiedendo se è morta e se quello è il paradiso, ma no, non è così.
Conosceremo però la gioia di Syn che non soffre più per la malattia ma al contempo la sua preoccupazione per aver lasciato sola la zia, e il suo altruismo nel voler portare anche la sua amica in quel luogo.
Ma ben presto si accorge che c'è un prezzo da pagare per quella serenità.
La nebbia avvolge i misteri di quel giardino e Syn lotterà per tornare a casa, nonostante questo significhi tornare a combattere la fibrosi cistica.
Ammetto che mi è piaciuto molto, fino ad un certo punto. I misteri che pian piano spuntavano rendevano la narrazione molto interessante e appassionante, ma poi sono iniziati a diventare troppi e troppo confusi.
Mi sembrava di essere in una puntata di Lost, e non sono mai riuscita ad andare oltre la seconda puntata.
Da fantasy/drammatico/ya è diventato scifi/ya/quasi horror, e verso la fine ho perso un po' il senso. Mi aspettavo curasse di più l'aspetto terreno e drammatico della malattia, che fosse più introspettivo, e per questo mi ha deluso un po'.
Ecco perchè non raggiunge il punteggio pieno.
Rimane comunque una buona storia misteriosa e originale, scritta bene perchè appassionante e con un livello non troppo difficile di inglese.

Voto:



L'autore:

My name is Michael Seidelman.  I was born in Vancouver, BC Canada where I continue to reside. When I was growing up, my passions were reading, watching movies, nature and creative writing. Not much has changed since then. In high school when I had an opportunity to write short stories in class, I relished reading them out loud to my classmates who would gasp at the unexpected twists and applaud when I was done. I took several creative writing classes and have continued writing over the years while working in Interactive Marketing.

About two years ago, I decided to take some time off to focus on my writing and work on a Young Adult trilogy. The first book in The Garden of Syn series – No One Dies in the Garden of Syn – will be released on April 26th. Meanwhile, I am working hard on the second and third books in the series.
Getting up every morning and sitting down to create new characters and bring new worlds to life is the most fulfilling job I have ever had. Beyond the trilogy, I have many ideas plotted out and I look forward to sharing them all with the world!

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lunedì 25 aprile 2016

Recensione: Boo, di Neil Smith

Titolo: Boo
Autore: Neil Smith
Pagine: 310
Editore: Vintage
Consigliato:


Trama: 

From Neil Smith, author of the award-winning, internationally acclaimed story collection Bang Crunch, comes a dark but whimsical debut novel about starting over in the afterlife in the vein of Alice Sebold's The Lovely Bones.

When Oliver "Boo" Dalrymple wakes up in heaven, the eighth-grade science geek thinks he died of a heart defect at his school. But soon after arriving in this hereafter reserved for dead thirteen-year-olds, Boo discovers he’s a 'gommer', a kid who was murdered. What’s more, his killer may also be in heaven. With help from the volatile Johnny, a classmate killed at the same school, Boo sets out to track down the mysterious Gunboy who cut short both their lives.

In a heartrending story written to his beloved parents, the odd but endearing Boo relates his astonishing heavenly adventures as he tests the limits of friendship, learns about forgiveness and, finally, makes peace with the boy he once was and the boy he can now be.


Recensione:

 

"Once I was seven years old, my mama told me,
"Go make yourself some friends or you'll be lonely." (7 Years, Lukas Graham)


E’ il 1979 e alla Helen Keller Junior high Oliver “Boo” Darlymple, chiamato così per il suo essere pallido come un fantasma, è davanti al suo armadietto numero 106. 106 come gli elementi della tavola degli elementi, e Boo sta cercando di impararli tutti in ordine senza sbirciare la tabella appesa all’interno del suo armadietto. E 106 come i capitoli in cui è suddiviso il libro. Ha appena pronunciato il 106esimo elemento quando improvvisamente si ritrova su un letto in una stanza mai vista, con una ragazza della sua età che aspetta che si svegli.
Boo capisce subito che è morto perché ha una vista perfetta, mentre prima doveva mettere gli occhiali.
Scopre così di essere a Town, una città in “paradiso” dove abitano tutti i tredicenni morti come lui, perché qui le città sono divise per età dei deceduti, così come il numero di quartieri, che qui sono appunto tredici. I tredicenni rimangono qui per 50 anni, poi rinascono, o passano ad un livello successivo, non lo sanno bene. Ma nel frattempo non invecchiano, lavorano e a volte si sposano anche.
Boo non ricorda nulla della propria morte, ma visto che aveva una malformazione al cuore, immagina sia stato quello a ucciderlo.
Ma quando arriva Johnny Henzel, suo compagno di scuola, gli dice che entrambi sono morti perché un misterioso terzo ragazzino, gunboy, ha sparato ad entrambi in testa e si è suicidato. Insieme gireranno i distretti di Town per trovare gunboy e vendicarsi, domandandosi nel frattempo come Zig, così chiamano Dio, abbia potuto mandare un assassino in paradiso.
In un mondo originale e sorprendente si svolge questa storia simile per certi versi ad Amabili resti, ma nel contempo differente. E’ enormemente triste verso la fine, mentre all’inizio tutto si svolge piuttosto con leggerezza. A Boo non importa molto essere morto, anche perché giù in America, come dicono loro, non aveva amici. Era un pariah, un reietto tormentato dai bulli.
E’ una storia imprevedibile, con molti colpi di scena e cambi di visioni sui personaggi, una trama che lascia davvero col fiato sospeso mentre tra una risata e una lacrima ti chiedi chi veramente abbia sparato a questi due bambini.

“I picture you, Father and Mother, in your living room. You are building a shelf on the wall. It will be the stage on which my urn will stand. You do not want to let me go. In any case, do we ever really let anyone go? Even those who are no longer with us are still with us.”


Immaginatevi Oliver come un piccolo Sheldon Cooper: intelligente, schivo e senza amici. In paradiso invece rimane intelligente, ma stranamente ha degli amici che lo aiutano, primo fra tutti proprio Johnny, l’unico in America a rivolgergli la parola tra i suoi compagni.
E’ una bellissima e commovente storia di amicizia, ma credo che sia anche una storia profonda e una denuncia contro il bullismo, e l’autore mi sembra che alla fine volesse far trapelare il messaggio: non tenetevi tutto dentro. Parlate a qualcuno dei vostri problemi, altrimenti le conseguenze saranno tragiche.
Non svelo altro per non spoilerare, ma lo consiglio a tutti. E’ una storia forte e commovente, non sarà facile gestire le emozioni, almeno per me che mi sono identificata piuttosto bene con Boo, ma è una storia che vi lascerà molto. Vi affezionerete a molti dei personaggi, anche quelli secondari come Thelma ed Esther, due ragazze forti ed intelligenti.
Il livello di inglese non è difficile, ma ci sono un po’ di modi di dire che non trovano facile traduzione in italiano.

Voto:

 

giovedì 21 aprile 2016

The Seven Deadly Sins Book Tag

Buongiorno a tutti! Eccoci qui con un book tag che avevo salvato mesi e mesi fa, dedicato ai Sette Peccati Capitali. Ho inserito queste immagini che adoro. Il mio vestito preferito è sicuramente quello di Ira! Voi che ne pensate?

 

Avarizia

Qual è il vostro libro più costoso, e quale quello più economico? (Senza contare gli ebook)


Uno di quelli più economici in assoluto è sicuramente Boo di Neil Smith, comprato usato per 1$. Ma anche quello di Van Helsing, comprato sempre usato per 99 cent.
Il più costoso direi l'edizione illustrata di Harry Potter e la Pietra filosofale e The Art Of Neil Gaiman, che ho preso alla Forbidden Planet, fumetteria/libreria/paradiso nerd di Londra. Entrambi sono costati più di 30 euro.


Ira

Con quale autore avete una relazione di amore/odio?

La prima che mi viene in mente è Rainbow Rowell. Ho adorato Fangirl, ma ho detestato Eleanor e Park. Ho ancora da leggere Carry On, ma sono un po' restia perchè temo una delusione.

 


Gola

Quale libro avete divorato più volte senza nessun pentimento?

Parlando di cibo, mi vengono in mente due titoli della mia infanzia, che rileggo spesso ancora adesso: James e la Pesca Gigante e Cuore di ciccia. Ho visto anche il film di James e la Pesca Gigante, e lo adoro! Voi lo avete visto?






Accidia

Di quali libri rimandate sempre la lettura per pigrizia?

L'ho comprato un po' di tempo fa, ma da pochissimo l'ho trovato su Goodreads, quindi dico il Mammut di Jules Verne. E' bellissimo, completo di illustrazioni, ma per pigrizia o per chissà cosa ancora non ho letto nemmeno un racconto.
Ed è anche pesantissimo da tenere in mano! O__O



Vanità

Di quale libro parlate per sembrare degli intellettuali?


Considerando che parlo sempre grosso modo degli stessi libri, visto che mi piacciono pochi generi e pochi scrittori, direi o Tolkien o Moore, quindi nello specifico o Il signore degli anelli (temuto da moltissimi lettori per la sua lunghezza) o un qualsiasi titolo di Moore, visto che ogni volta che lo nomino, anche il libreria, mi guardano come se fossi una pazza.
Ma se li avessi letti o se avessi voglia di leggerli, sicuramente direi Guerra e Pace o Anna Karenina!







Lussuria

Quali caratteristiche trovare attraenti nei personaggi maschili?

Uhm, buona domanda. Mi sento vicina a personaggi quali Neville o Boo, cioè personaggi in cui posso rispecchiarmi, ma non posso dire di sentirmi attratta da loro. Sicuramente NON sono attratta da quei personaggi alla Christian Grey che tanto vanno di moda adesso. E nemmeno dagli spacconi in stile Jace di Shadowhunters. Mi piacciono più i tipi romantici ed eroici vecchio stile, tipo D'Artagnan. Ah, quanto ho sospirato fin da piccola per lui! Ma da piccola ero innamorata anche di Lupin III XD


Invidia

Quali libri vorreste ricevere in regalo?

In questo momento, vorrei ricevere The Shadow Queen e Ruin e Rising della Bardugo, così finisco la serie dei Grisha! Ed entrambi hanno una copertina bellissima!*_*

Bene, il tag è finito! Taggo chiunque voglia farlo!

martedì 19 aprile 2016

Teaser Tuesday #53

Buon martedì a tutti! Ecco un'altra rubrica del blog Should be reading che ha l'intento di riportare lo spezzone di un libro attualmente in lettura.

Ecco il Teaser di "La vampira della porta accanto" di Christopher Moore.


Ecco le regole del Teaser Tuesday:
  1. Prendi il libro che stai leggendo



  2. Apri ad una pagina a caso
  3. Condividi qualche riga di testo della pagina
  4. Attenzione a non fare spoiler!
  5. Riporta il titolo e l'autore del libro

    "Wong guardò Tommy, che se ne stava lì, vicino alla macchina che bruciava, con la valigia e la custodia di una macchina da scrivere. Guardò il sorriso aperto e speranzoso di Tommy, il volto magro e il ciuffo di capelli scuri, e la parola "vittima" si materializzò nella sua mente in caratteri corpo 20 - come parte di un articolo a pagina 3 del Chronicle. "Vittima rinvenuta nel quartiere di Tenderloin, colpita a morte con una macchina da scrivere". Wong sospirò pesantemente. Gli piaceva leggere il Chronicle ogni giorno, e non voleva saltare la terza pagina per evitare un articolo del genere."

giovedì 14 aprile 2016

Recensione: Princess of Tyrone, di Katie Hamstead


Titolo: Princess of Tyrone (Fairytale Galaxy #1)
Autore: Katie Hamstead
Data di uscita: March 31st 2016
Editore: Curiosity Quills Press
Genere: Space Opera, Sci Fi/Fantasy
Dove acquistarlo: Amazon 
Consigliato: no

Trama:


Apolline is happy hunting magical creatures on her pirate infested outer-perimeter planet. She is a fantastic shot, and doesn’t flinch at the blood and guts of her kills. Never once did she consider she could be the missing Princess of Tyrone.
All her life, she has heard the story of the Princess, cursed to sleep for eternity, unless her betrothed, the Prince of Oran, gave her true love’s kiss. Although Apolline knows she is betrothed, she thinks her fairy guardians arranged it out of ignorance of human ways. The thought she could be a princess is inconceivable.
Then Allard appears. Handsome, charming—but he’s not hers to have. He’s betrothed, too. Her guardians warn her against her new found friendship, but she and Allard meet in secret anyway. Despite her rough exterior, he sees beyond her gun-slinging bravado, and their love blossoms.
But the deadline for the sleeping curse is approaching. If Apolline falls in love with the wrong person, she could end up sleeping forever.
A quirky, adventurous retelling of Sleeping Beauty, with a less than princess-ly princess!

Recensione:

ATTENZIONE SPOILER!!


Retelling de La bella addormentata nel bosco, con inserimento di molte altre fiabe nel mezzo, Princess Of Tyrone ci presenta Apolline, giovane ragazza di vent’anni che vive in un bosco con tre fate.
Apolline sa di essere orfana, sa di essere promessa sposa e che sposerà il suo promesso al compimento dei 21 anni.
Un giorno, mentre è al negozio a vendere gli animali che caccia nel bosco, Apolline conosce Allard, un giovane ragazzo che guarda caso si chiama come il principe, ma in quel momento lei non fa l’associazione. E qui nasce il primo problema del racconto. I due si piacciono, diventano amici e qualcosa di più, ma entrambi sono promessi a qualcuno che non hanno mai visto. Lui in questo caso sposerà la perduta principessa di Tyrone, allontanata dai suoi genitori in fasce per salvarla dal sortilegio della strega Bryanna.
Bryanna la sta cercando da anni, ma non è riuscita a trovarla in tutta la galassia.
Ma verrà il giorno in cui a ognuno verrà rivelata la verità.
Partiamo dalle cose buone del romanzo: la copertina, accattivante e ben realizzata, in tema con la storia.
L’intreccio tra le fiabe, un po’ come succede in un qualsiasi episodio di Once upon a time. Biancaneve vicina di casa di Cappuccetto rosso e che va a fare acquisti da Tremotino.
Il finale lieto, anche se prevedibile.
Il livello di inglese interessante ma non complicato.
Ora le noti dolenti: innanzitutto non c’è sorpresa, sappiamo fin dall’inizio che Apolline è Aurora e che quindi, molto probabilmente, è la principessa perduta di Tyrone, così come sappiamo benissimo che sposerà Allard. Perché Allard è il principe, nonostante lei non lo capisca. Lui stesso rimane sbalordito perché lei non ha capito un tubo. Insomma, si chiama come il principe, è vestito bene, ha frequentato le migliori scuole della galassia ed è amico del nobile nipote di Biancaneve. E davvero non hai capito niente??

I capitoli fino al... diciotto grosso modo. Un’agonia. Tutti uguali nelle situazioni. Quelli tra lei e le fate sono un battibecco unico, e la protagonista è antipaticissima.
Quelli tra lui e lei sono tutto un: flirto con te, mi piaci, ti bacerei, ma sono promessa/o. Sul serio, lo dicono in continuazione.
Poi i capitoli solo con lui sono di lui che adempie ai compiti principeschi pensando sempre a lei.
E si alternano in questo modo, quindi potete capire come uno possa procedere nella lettura. Agonizzando e sperando che si concluda presto.
Poi alleluia, si ha la svolta quando c’è azione, quando portano lei nel palazzo di Tyrone e le dicono chi è.
Assolutamente ragionevole poi che neanche Bryanna, nonostante la spii da moltissimo tempo, non si sia accorta che Apolline è la copia sputata del padre, ma con gli occhi della madre. Solo dopo che glielo dicono se ne accorge.
Quindi chiaramente bellissima e blah blah.
Il primo capitolo è piuttosto cruento e non mi è affatto piaciuto. Racconta nel dettaglio lei che caccia e squarta animali. Capisco che sia il suo lavoro e che voglia far capire che lei è cazzuta, ma mi fa schifo. Non può fare a botte con gli ubriaconi del posto piuttosto? Ah no, quando gli ubriaconi la molestano, entra in scena il principe.
Giusto. Bisogna far vedere che salva la principessa che fino a poco prima strizzava cuoricini di poveri cervi innocenti.
L’ambientazione: è ambientato su un pianeta povero e agricolo di nome Mish. Si spostano col teletrasporto e con astronavi tra i mondi (tipo kingdom hearts) hanno olotelevisioni e pistole laser. Ma non ci sono descrizioni precise. Anzi, non esistono proprio. Tutto è lasciato molto al caso, quindi credo sia una sorta di mondo alla Regina rossa. Mezzo medioevo mezzo futuristico.
A parte l'intreccio tra le fiabe, che mi è piaciuto, per il resto è bocciato.

Voto:





lunedì 11 aprile 2016

La biblioteca di Ankh-Morpork #21

Ed ecco un nuovo appuntamento con la rubrica in cui vi mostro i nuovi arrivi librosi.

 

Ahahaha ho cambiato stanza per le foto e adesso va molto meglio, che ne pensi Rosa?XD

The Bone Season di Samantha Shannon: preso da Awesome books (il sito inglese che vende libri usati) per il mio compleanno, ha un formato davvero enorme!XD E' gigantesco e pesante. letteralmente!

Wonder di Palacio: me l'hanno consigliato in molti, quindi eccolo qui!


Il Mago di Oz di Baum: ho visto l'edizione Newton e Compton e l'ho presa subito, anche perchè vorrei iniziare a leggere alcuni retelling di Oz, tipo Dorothy Must Die, ma non avevo ancora letto questo classico! Rimedierò presto.

Bellezza Crudele di Hodge: ricevuto in scambio. Mi sto dando ai retelling, si vede?

Boo di Neil Smith: preso usato su amazon a 1$. Adoro la copertina, e la storia anche se triste mi ispira molto.


The song of Achilles di Madeline Miller: preso anche questo su amazon marketplace, ma nuovo e ad un prezzo irrisorio. Adoro la copertina rossa e oro con le nervature dell'armatura.

Magnus Chase e gli Dei di Asgard, di Riordan: non mi lascio sfuggire la nuova saga di Riordan!

Cinder di Marissa Meyer: altro retelling, lo vedo in continuazione su Instagram, e ho preso la versione originale perchè detesto la copertina italiana, mi spiace.

Che ne pensate? Ne avete letti alcuni?

sabato 9 aprile 2016

Doppia Segnalazione: Il mondo dell'altrove e Ibrido

Autore: Biancu Sabrina
Titolo dell'opera: Il mondo dell'altrove
Genere: Narrativa
ISBN: 88-471-0785-4
Prezzo: € 12,00
Numero Pagine: 116
Casa editrice: Marco Del Bucchia Editore
Anno/data di pubblicazione: luglio 2015

Trama:

Il testo è composto da cinque racconti, ognuno dei quali è un misto tra realtà e fantasia.
Ogni storia, infatti, è in grado di trasportare il lettore in un altro mondo, un luogo magico in cui a partire dall’essere più piccolo e insignificante ognuno non solo può parlare ma fare cose incredibili, mai immaginate prima.
Luoghi, fiori, animali, e stelle del cielo, ogni cosa è viva e insegna qualcosa d’importante, capace di far avvenire il tanto atteso cambiamento interiore o di destare da una realtà da cui si è intrappolati e non si riesce a uscire.
La forza da cui attingeranno i protagonisti la troveranno dentro di loro, grazie a una grande fede sempre avuta ma a tratti affievolita a causa di eventi spiacevoli che li hanno portati a dubitare di se stessi, e ritrovata dopo che degli amici inaspettati li hanno aiutati a superare le difficoltà e a ritrovare la fiducia in loro e in qualcosa di più grande di che non li ha mai abbandonati.
Ogni racconto però, oltre ad avere un forte insegnamento morale, può fare da stimolo per continuare a sognare chi ancora non ha perso il legame tra realtà e fantasia, e che usa l’immaginazione per spaziare nei luoghi interiori e della mente non accessibili a chi ha smesso di sognare e di stupirsi delle meraviglie della vita, e di quei mondi del cuore aperti a chi sa attraversarli ascoltando sempre se stessi. Per chi avesse perso questo contatto, invece, può fare da sprone per ritrovare la strada per un mondo magico, che esisterà sempre ma di cui a volte si perde la via.
ogni storia viene un po’ da un altro mondo, un mondo che non è qui, è altrove.
Il prologo e l’epilogo rappresentano due parti della stessa storia, una metafora che descrive l’animo umano, dapprima in tumulto, sconsolato e triste, pieno di problemi e insicurezze, che, nella seconda parte   sboccia, grazie alla vicinanza delle persone che lo aiutano a credere in se stesso, a superare le difficoltà e a capire di avere uno scopo nella vita. Fa un viaggio introspettivo lungo e doloroso per arrivare ad essere felice e circondato da tanto amore da dare e ricevere. È come se ogni storia fosse una tappa di quel viaggio, in cui si cresce e si matura un po’ per volta per arrivare ad essere una persona meravigliosa, quella che si è sempre voluto essere ma che sembrava così lontana e non alla propria portata.
In dettaglio ogni racconto ha qualcosa di diverso da insegnare: con Elia conosceremo l’animo buono di chi mette a disposizione la sua cucina senza chiedere nulla in cambio se non delle chiacchierate; Rosy, bambina viziata, grazie al suo anatroccolo si farà un esame di coscienza per capire cosa deve migliorare; Tea, dopo aver perso il figlio ha smesso di avere amici e di vivere, sarà l’animo buono di un bimbo di nome Pietro a farle capire da dove viene veramente il suo male; Desideria, ragazzina sempre allegra, aveva smesso di sorridere dopo un’epidemia che le aveva deturpato il viso, ma il suo amico André che le vuole molto bene le farà capire che ciò che conta di più è la bellezza interiore; la stellina Irina, infine, a differenza degli altri astri, ha uno scopo nella vita e aiuterà una giovane donna a capire che un amore non corrisposto si deve lasciar andare.
Biografia: 
 Sabrina Biancu nata il 03/12/1981 a Oristano vive a Baressa.
Interessata fin da piccola a comunicare emozioni ed aiutare gli altri, ha capito durante l'adolescenza che voleva fare la scrittrice, quando ha cominciato a partecipare a dei concorsi letterari.
È passata dalle poesie ai romanzi, per capire infine che il suo vero interesse sono i racconti fantastici, per riuscire a comunicare che nulla è impossibile se lo si vuole davvero. Il lettore viene trasportato in luoghi magici, che esistono nei sogni, tra realtà è fantasia, che lo aiuteranno a capire se stesso tra personaggi veri e inventati che popolano i diversi racconti.
Trae ispirazione dalla vita e dal mondo che la circonda: un bambino, un fiore, una nuvola ma anche un pensiero che le attraversa la mente, uno stato d’animo positivo, il ricordo di una giornata; cerca di scrivere i racconti allo stesso modo in cui vive la vita, con passione e godendo di ogni momento, così le è più facile mettere nero su bianco e farli diventare un qualcosa che le appartiene.
Al momento è iscritta al corso di laurea in scienze dell’educazione e formazione
Le piacciono i bambini, gli animali e i libri.
Al suo attivo ha due raccolte di racconti, Luce Azzurra (Boopen 2009) e Il mondo dell’ altrove (Marco Del Bucchia Editore 2015).



Titolo: Ibrido
Autore: Isa Thid
Casa Editrice: editrice GDS
Genere: urban fantasy
Numero pagine: Lunghezza stampa 191
Prezzo ebook: 2,99€
Link d’acquisto ebook: amazon (.mobi) - ultima books (.epub)
Contatti: Facebook (Isa Thid) – Twitter (@isatgreen) – Blog (Maledetta Tastiera) – eliemi997@gmail.com
Biografia
Ho una trentina d’anni, una laurea in filosofia e una specializzazione in semiotica, sono romagnola ma ho studiato a Torino, poi ho vissuto e lavorato in Inghilterra e mi trovo ora in terra spagnola per un anno di volontariato.
Ad oggi ho pubblicato due romanzi (Ibrido con editrice GDS e Le guardiane con Damster editore), sul web c’è qualche mio racconto (Gaby, la morte e la lavanda su Fantasy Magazine; La masca su Speechless magazine) ma soprattutto continuo a cimentarmi in nuove sperimentazioni narrative e curo il blog Maledetta Tastiera.
Descrizione
Il Mondo Specchio e il Mondo Umano si sono dissolti originando l’Ibrido.
Lara ha un potere sconfinato, ma nella sua mente ospita un abominio. Vera è la giovane tatuata della Profezia, ma il suo destino le è sconosciuto. Lucia si unisce alla resistenza, ma non può rinunciare alla magia.
Le storie si intrecciano e un mondo nuovo prende forma.
Sinossi
Sin da piccola Lara vede il Mondo Specchio attraverso qualunque superficie riflettente, per questo i genitori hanno tentato di curarla e poi fatta rinchiudere in un centro di salute mentale. A salvarla è stato lo zio, un vecchio alchimista che vive in una villa nella collina di Torino. Il romanzo si apre con un grande rituale in cui Lara unisce il mondo umano e il Mondo Specchio e genera l’Ibrido, accettando nella propria mente il suo doppio, un abominio dal grande potere.
Un anno dopo a Torino arriva Vera, legata al Mondo Specchio da un tatuaggio e un’antica profezia. Assieme alla sua coinquilina Lucia, una strega wiccan, incontra Telemaco, reduce del Mondo Specchio che comanda la resistenza contro l’abominio e la sua ospite umana, Lara. Le storie s’intrecciano nel nuovo mondo Ibrido tra magia, combattimenti e decisioni difficili, mettendo alla prova l’amicizia e la morale delle tre ragazze.

giovedì 7 aprile 2016

Recensione: Il mistero di Rue des Saints-Pères, di Claude Izner

Titolo: Il mistero di Rue des Saints-Pères (Victor Legris #1)
Autore: Claude Izner
Titolo originale: Mystere rue des Saints-Pères
Editore: Tea
Pagine: 309
Consigliato:

 

Trama:

Parigi, giugno 1889: la città è travolta dalle folle che si accalcano nei padiglioni dell'Esposizione Universale, inseguendo ogni novità: danzatrici di Giava, ananas della Martinica, il rivoluzionario telefono... Tuttavia la vera dominatrice dell'Esposizione è la torre di Monsieur Eiffel, svettante prodigio della tecnica del XIX secolo. I parigini vi salgono, ammirati; oppure spaventati, come la povera Eugènie Patinot, che si è appena seduta su una panchina della terza piattaforma, allorché qualcosa - un'ape? - la punge. In un batter di ciglia, la donna si accascia a terra, morta. A pochi passi si trova, casualmente, Victor Legris, proprietario della libreria Elzévir, in rue des Saints-Pères. Il giovane libraio non può saperlo, ma la morte misteriosa di Eugènie sta per cambiare la sua vita. Tra inseguimenti a piedi e in carrozza, collezionisti eccentrici e affascinanti pittrici, fini porcellane e stampe cinesi, Victor dovrà trasformarsi - suo malgrado - in detective e chiarire con le sole armi dell'intelligenza il mistero che rischia di scatenare un vero e proprio terremoto nella tranquilla libreria di rue des Saints-Pères...

Recensione:

 

Parigi, 1889. Nell’anno in cui nella capitale francese si sta svolgendo l’Esposizione universale, un libraio di nome Victor Legris si trova coinvolto in una serie di strane morti avvenute proprio nell’area dell’esposizione.
Verranno coinvolti anche i membri della redazione di un giornale, il Passe-partout, con la bella disegnatrice dai capelli rossi che ha stregato Victor, e il socio e figura paterna di quest’ultimo, Monsieur Mori.
Quello che mi ha attirato per primo è stata la copertina, successivamente l’epoca (sapete che ho un debole per fine ottocento) e infine il fatto che fosse un giallo, genere che non mi dispiace affatto. Come giallo è piuttosto lungo e non così appassionante: anche se è vero che il colpevole non è per niente scontato, così come il movente, il tutto si svolge troppo lentamente.
Per fare un esempio, “Il richiamo del cuculo” era pieno zeppo di dialoghi ed interrogatori, ma il colpevole era facilmente intuibile. Qui invece quasi tutto il libro è solo uno spostamento dal punto A al punto B, magari a volte passando a prendere l’aperitivo dal punto C.
Quindi non posso assegnare un punteggio pieno all’aspetto giallo del libro.

“E dell’Esposizione, che ne pensate?”

Samba contorse le labbra in un’espressione disgustata. “un mercato molto grande, dove tutto è eccessivamente costoso e dove la metà degli oggetti sono della stessa fattura dei ninnoli degli esploratori.”

Anche perché la vera protagonista è senza ombra di dubbio la città: Parigi.
E l’esposizione universale, che quell’anno, cadendo nell’anniversario della rivoluzione francese, vide nascere uno dei simboli della città, che resiste ancora oggi: la grande torre in ferro di Gustave Eiffel.
Con tutti i spostamenti e i viaggi dei personaggi viaggiamo anche noi per le strade di Parigi, visitiamo la torre ma anche i padiglioni dell’esposizione, quelli dei paesi esteri con i loro prodotti tipici, o quelli della meccanica e dell’ingegneria, quelli di arte e della carta stampata.
Purtroppo il protagonista è deprecabile. All’inizio è piuttosto simpatico: un libraio informatissimo, che almeno ogni tanto lavora nella sua libreria. Poi non ci sta mai in negozio, ed inizia a trattare gli altri personaggi in modo davvero pessimo. Prima gli stranieri all’esposizione, poi la ragazza di cui si è infatuato, poi la sua amante ed infine il suo socio e il suo commesso. Prima sono grandi amici, poi li prende a maleparole, poi si scusa e si pente. Non è un personaggio di cui mi piacerebbe ancora leggere, anche se vorrei ancora visitare la Parigi dell’epoca. Se "Sacrè bleu", che si svolge quasi nello stesso anno e nella stessa città, si occupava di arte e dei grandi artisti, Il mistero di Rue des Saints-Pères si occupa invece di questo grande evento, e leggendolo si può fare una piacevolissima gita per i boulevard di Parigi. Consigliato quindi se si vuole approfondire la conoscenza di quel periodo storico, e se si cerca un giallo senza troppe pretese.

Voto:

sabato 2 aprile 2016

Segnalazione: The Woden's Day, di Tania Paxia

 Buongiorno a tutti! Eccomi qui con una segnalazione, e mi scuso con Tania per averla fatta aspettare, ma l'influenza mi aveva bloccato a letto senza pc. ç__ç

Titolo: The Woden’s Day
Autore: Tania Paxia
Editore: Self-publishing
Genere: Narrativa (rosa) – Young Adult
Asin: B01BHWLVX4
Prezzo: 1,99€
N. pagine: 304
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Data di uscita 17 marzo 2016


Sinossi:


“Siamo amici solo il mercoledì sera e quando non siamo in pubblico”. (Woden Audrey Doolittle)
Woden è una patita della chimica e dell'elettronica, piatta come uno skateboard, occhi e capelli di un castano normale e nessun segno particolare, a parte un dente scheggiato per colpa di una caduta sull’asfalto da piccola e il vizio di tingersi le ciocche di capelli di colore diverso quando ne ha voglia. Per il resto è una normalissima e anonima diciassettenne, un po’ maschiaccio, che ogni tanto d’estate si diletta ancora a correre sui marciapiedi con lo skate. Colleziona montature di occhiali da vista stravaganti e non è il massimo della bellezza, ma a lei va bene così.   

"Sono un pessimo amico del mercoledì". (Carter Fitzpatrick)   
Carter (Saetta) è un pilota Nascar e il suo sogno è di correre nella Spint Cup. È il 'non ragazzo' di Felicia Hadley, la diva del liceo, ma se la spassa con tutto il gruppo delle Cheerleaders, tranne Hannah Jones che per il momento sembra resistergli. Ma lui ama le sfide, anche perché i diciassette anni arrivano una volta sola e non ricapitano più. È una celebrità a scuola da quando in prima superiore era passato dal go-kart a roba più seria. Anche l’aspetto fisico, nel crescere, si era evoluto, facendolo assomigliare più a un bel ragazzo e non più a un ranocchio. Il primo passo era stato togliere l’apparecchio e dopo, tutte quante, erano cadute nella trappola del pilota biondo con gli occhi azzurri...   

Entrambi hanno un segreto: sono amici da sempre, ma non in pubblico. Si incontrano il mercoledì sera, a casa di Woden per prestare fede all'accordo stretto da bambini: il Woden's Day.

Delle domande, però, iniziano a farsi spazio nei loro pensieri...Il Woden's Day poteva continuare fino al diploma, ma poi? Cosa ne sarebbe stato della loro amicizia senza l'unica cosa che li legava?
Tra liti, tregue, battibecchi e incomprensioni, Woden con le sue 'teorie' e Carter con la sua 'pratica' cercheranno di trovare una soluzione al problema.

Biografia

Tania Paxia vive a Bibbona, un paesino nella provincia di Livorno. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza (Magistrale) di Pisa e una delle sue grandi passioni è scrivere.
“Nicholas ed Evelyn e il Diamante Guardiano” è il suo primo romanzo. Il racconto che lo segue “Nicholas ed Evelyn e il Dragone Carbonchio” è uscito il 1 marzo. Il secondo della serie “Nicholas ed Evelyn” è in fase di scrittura. Nel frattempo, ha scritto altri libri: “La Pergamena del Tempio” un giallo su base storica edito da Europolis Editing, in ripubblicazione autonoma il 14 agosto 2015, un paranormal “Il marchio dell’Anima EVANESCENT The Rescuer of Souls #1”, un fantasy “La cacciatrice di stelle”, una commedia romantica intitolata “Sono io Taylor Jordan!” e due romanzi rosa intitolati “Ti amo già da un po’” e “Prima che arrivassi tu”.




Estratto del libro:



Middletown – Delaware



Mercoledì, 3 settembre 2008




“E che cavolo, però. Carter!” gli tolsi di mano il foglietto sul quale aveva appuntato il nome da dare al giorno in cui, d’ora in poi, ci saremmo rivisti fuori dall’orario scolastico. Adesso che lui si trasferiva da suo padre dall’altra parte della città, perché i suoi stavano divorziando, non avremmo più avuto occasione di rimanere ogni sera l’una a casa dell’altro fino a tardi a fare i compiti, a guardare la tv o a giocare ai videogiochi (corse di auto, soprattutto). E neanche tutti i pomeriggi al parco o in biblioteca oppure al cinema di mio padre.
“Wod, ridammelo”. Mi ordinò, agitando i suoi capelli di un biondo scuro dorato, un po’ lunghi a forma di scodella rovesciata, con la riga in mezzo. Me lo strappò dalle mani con una velocità impressionante. I suoi riflessi erano eccezionali, dato che era abituato a correre con i go-kart. Non c’era verso di sorprenderlo con qualche gesto improvviso. Mai. “Devo ancora modificarlo”.
Sbuffai. “Vorrei ben vedere”, con un gesto stizzito raccolsi le braccia al petto, incrociandole. “Audrey’s Day”, scossi il capo, facendomi sbattere le lunghe trecce castane sul volto e sul collo, “è orripilante”.
“Ti ho detto che lo devo modificare, testaccia dura”. Tirò fuori la lingua per farmi una smorfia accompagnata da un mugolio, più simile a un grugnito, in realtà. Sospirò, guardandomi negli occhi castani inumiditi da un leggero velo di lacrime. Era tutto il pomeriggio che piangevo. Non volevo darlo a vedere, ma senza di lui nella casa a fianco, per me sarebbe stato un incubo. Carter era il mio amico del cuore. Però quando mi chiamava testaccia dura, mi saliva l’odio, così lo spintonai, facendolo quasi cadere sul prato di fronte a casa mia. Il nostro gioco preferito, oltre alla Play era l’azzuffamento. Di solito iniziavo sempre io, maschiaccio com’ero.
Mi lanciò un’occhiataccia delle sue, con tanto di broncio e scattò verso di me, togliendomi per dispetto il berretto rosso con la visiera al contrario. Dei ciuffi di capelli sudati mi si scompigliarono sulla fronte. Non mi presi la briga di metterli in ordine, perché ero talmente arrabbiata con lui che gli mollai un pestone sul piede destro.
“Ahhhhiiiiii”, cominciò a saltellare sul posto poggiando tutto il peso sul piede sinistro, stringendosi la scarpa destra con entrambe le mani. Aveva gli occhi chiusi e una smorfia di dolore sul volto paonazzo per via della corsa che avevamo fatto dal parco giochi.
Quando lo prendevo a pugni, il più delle volte, era per dimostrargli il mio affetto, ma non quel giorno. Lo avevo colpito con rabbia, quasi volessi sfogarmi con lui per una cosa della quale non aveva colpa. Avrei dovuto prendermela con i suoi genitori, per quella stupida decisione improvvisa: con sua madre perché aveva preferito la sua carriera di paramedico alla famiglia, mentre con suo padre perché non usciva mai dalla sua officina e dal garage della scuderia per la quale lavorava. Il meno impegnato dei due era sicuramente suo padre, con il quale Carter trascorreva la maggior parte del tempo. Questo anche quando i suoi vivevano sotto lo stesso tetto.
Raccolsi il mio cappellino da terra e me lo rimisi in testa. “Così impari a fare lo scemo”.
Carter digrignò i denti, coperti dai fili metallici dell’apparecchio. “Sei diabolica, Wod”. La sua voce ancora fine e infantile era più acuta del solito. Aveva quasi le lacrime agli occhi dal dolore. Cominciò a guardarmi in cagnesco, dopo che gli avevo risposto con una smorfia trionfante.
“Hai cominciato tu, con quel nome del cavolo. Perché non lo chiamiamo Fitzpatrick’s Day?” mi strinsi nelle spalle. “Sei tu che tornerai qui ogni mercoledì, non io”, feci la voce grossa. “Sì, dovremmo chiamarlo così”.
“Non credo proprio. Ci pensiamo un altro po’ e poi decidiamo”, sbuffò. Con un movimento fluido si rimise in piedi, ma si vedeva che era ancora dolorante. “E smettila di pestarmi i piedi. Mi servono per le gare”. Mi lanciò un’occhiata fulminante con i suoi occhi di un celeste intenso, quasi blu.
“Carter, andiamo!” la voce potente, ma gentile di suo padre lo stava chiamando dall’altro lato della staccionata bianca di legno, dove poco prima aveva parcheggiato a ridosso del marciapiede l’auto di servizio con scritto sulla fiancata ‘Officina Fitzpatrick’, per caricare nel bagagliaio gli ultimi scatoloni.
E così era arrivato il momento dei saluti.
Osservai il signor Fitzpatrick mentre gli faceva segno di raggiungerlo: indossava la tuta da lavoro grigia coperta da macchie d’olio e grasso di motore. Doveva essere venuto direttamente dalla sua officina solo per prendere Carter e le sue cose. Aveva il volto tirato in un’espressione stanca e arcigna, con la fronte corrugata coperta da qualche ciuffo sudaticcio di capelli di un biondo cenere scuro, anneriti dallo sporco.
“Devo andare”, a Carter tremò il labbro inferiore per il pianto in grande stile che era riuscito a trattenere dopo il pestone sul piede.
Annuii. Di solito ci salutavamo battendo un pugno contro l’altro, oppure con una pacca sulla schiena. Quando eravamo più piccoli ci abbracciavamo anche, però. E quella era proprio l’occasione da abbraccio. Quindi, dopo averlo guardato in cagnesco, con gli occhi appannati dalle lacrime, mi lanciai per abbracciarlo forte. In un primo momento rimase fermo, quasi sorpreso, ma poi anche lui dovette cedere e stringermi con le sue braccia esili. “Sarai sempre la mia migliore amica, Woden”, mi sussurrò all’orecchio.
“Anche tu il mio”, lo dissi con un soffio di fiato, con una vocina dolce, rotta dalla tristezza. Mi schiarii la gola con un colpo di tosse e mi discostai, prendendo le distanze.
Carter aveva il broncio, con le labbra strette e protratte in fuori. Prese un gran respiro, fissandomi negli occhi e poi, all’improvviso, si impettì, baldanzoso, ignorando del tutto gli sbuffi di suo padre. “Io Carter Fitzpatrick, prometto di incontrare la mia amica Woden Audrey Doolittle, ogni mercoledì sera. Giuro solennemente di rispettare questo accordo, anche se mi trovassi in punto di morte, rapito dagli alieni, trasformato in un vampiro, in uno zombie…”
“Carter”, cercai di fermarlo, perché quando incominciava a parlare – a dire fesserie – non la finiva più.
“O alle prese con una gara di go-kart…” continuò, senza darmi retta.
Sbuffai. “Carter”, lo richiamai di nuovo.
“O con la febbre…” non c’era verso. Quindi lo presi per le spalle e cominciai a scuoterlo.
“Carter, ho capito”, gli urlai. Tossicchiai, per poi calmarmi. “Continua”.
Mi fissò per un attimo, sbattendo le ciglia contrariato. “Dicevo”, sospirò. “Che giuro di incontrarti ogni mercoledì sera”.
Dopodiché raschiai la gola e sputai la saliva sulla mano e gliela porsi, affinché suggellassimo l’accordo. Carter contrasse il volto in un’espressione schifata, con la bocca tutta storta, pronta a pronunciare un sonoro “Bleah”. Ma alla fine fece spallucce e scaracchiò sulla mano, o meglio sbavò sulla mano con una quantità industriale di saliva, e mi strinse la mano ancora con le labbra contratte per il ribrezzo. Io gli offrii un gran sorriso di rimando.
“Beh”, si strofinò ben bene la mano sui pantaloni che gli arrivavano fino al ginocchio. “Almeno non hai proposto un patto di sangue”, sghignazzò con la sua risatina intermittente, che finiva con un grugnito.
“Carter, ultima chiamata! Tra dieci secondi me ne vado. Dieci…” suo padre, in effetti, aveva avuto sin troppa pazienza.
Carter abbassò lo sguardo, rattristato anche lui, come me. Perché sapeva che niente sarebbe stato come prima, anche se avremmo continuato a vederci comunque a scuola. Ma non sarebbe stata la stessa cosa.
“Allora ci si vede, Wod”, fece qualche passo indietro, senza perdere il contatto con i miei occhi.
“Ci si vede, Saetta”. Gli piaceva un sacco quando lo chiamavo con il soprannome che si era dato da solo. Come avevo previsto, riuscii a strappargli uno dei suoi sorrisi metallici. Poi si voltò e cominciò a correre tagliando per il vialetto, per poi uscire dal cancello in legno.
Presi un gran respiro dopo averlo visto entrare in auto. Il signor Fitzpatrick agitò la mano verso di me per salutarmi e io feci lo stesso, dopo averla pulita sulla maglietta. Fu in quel preciso istante, che capii davvero che Carter mi sarebbe mancato, più di quanto avessi immaginato. E forse anche di più.