martedì 17 ottobre 2017

Recensione: The Necromancer, di Jonathan L. Howard

Titolo: The Necromancer (Johannes Cabal #1)
Autore: Jonathan L. Howard
Editore: Knopf Doubleday Publishing Group
Pagine: 304
Consigliato:

 

 Trama:

 Johannes Cabal sold his soul years ago in order to learn the laws of necromancy. Now he wants it back. Amused and slightly bored, Satan proposes a little wager: Johannes has to persuade one hundred people to sign over their souls or he will be damned forever. This time for real. Accepting the bargain, Jonathan is given one calendar year and a traveling carnival to complete his task. With little time to waste, Johannes raises a motley crew from the dead and enlists his brother, Horst, a charismatic vampire to help him run his nefarious road show, resulting in mayhem at every turn.

Recensione:

Partiamo dal fatto che mi sono gasata tantissimo quando l’ho trovato nella Waterstones di Oxford. E poi vi chiedete come mai amo tanto questa città.
E diciamo anche che per i primi 3/4 capitoli fa veramente morire dal ridere.
La trama: Johannes Cabal, negromante, è sceso all’inferno per riavere indietro la sua anima, che ha venduto anni prima proprio per avere la capacità di risvegliare i morti.
Ma si sa, riavere semplicemente indietro l’anima così come se niente fosse creerebbe un precedente, e il capo giù non è mica di manica larga. Quindi propone un ulteriore patto a Johannes: 100 anime in cambio della sua, da raccattare nel giro di un anno. E visto che si sente generoso, gli offre anche un espediente per prenderle: un circo ambulante su treno.
Johannes all’inizio non è convinto, ma poi, insomma, che altro dovrebbe fare? Lui rivuole la sua anima, quindi accetta.
Dopo aver trovato il treno, che necessita di una pulita e di carbone per poter andare avanti, Johannes va a cercare l’unico che potrà aiutarlo nell’impresa: suo fratello Horst (lo so, i nomi sono difficili) che, incidentalmente, è diventato un vampiro molti anni fa proprio a causa del fratello. Quest’ultimo gli propone quindi di aiutarlo nell’impresa per poter tornare di nuovo umano.
Horst accetta, e così parte il carrozzone del circo dei fratelli Cabal, gestito grazie alle potenze infernali, dedito solo all’abbindolare gente non tanto per i suoi soldi, ma per le loro anime.
Come forse avrete capito, è denso di humour nero. E’ una sorta di Moore con atmosfere degne di un horror di quelli fatti bene però. Non si capisce benissimo l’epoca di svolgimento a esser sinceri, ma la storia procede senza grossi intoppi. Johannes è un personaggio particolare, a momenti ti sbellichi dalle risate per il suo sarcasmo e a volte invece lo picchieresti perché sembra stupido.
Suo fratello sembra un personaggio di contorno, ma nel finale sorprende e rimane sicuramente impresso nella memoria. I vari addetti del circo, tutti mostri/armate infernali ecc… sono spassosi, macabri e un po’ retrò, assolutamente affascinanti.
Perché non ha il punteggio pieno allora? Semplice: perché mi aspettavo che venisse raccontata di più la caccia alle anime, invece ne vengono raccontate giusto 3 o 4, e nel mezzo sembra come se il treno, o meglio la trama, prendesse una deviazione, che seppur divertente, sembra non c’entrare nulla con la missione dei fratelli.
C’è un cliffhanger? Ni, perché questo è il primo di una serie. Comunque sia, prenderò sicuramente almeno il secondo.

Voto:

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