martedì 10 aprile 2018

Quattro segnalazioni italiane

Buongiorno! Torno oggi con un post velocissimo di varie segnalazioni! I primi tre sono di Antonio Gallucci, che ringrazio per avermi contattato, l'ultimo è di Isa Thid, con cui ho già collaborato in passato.

Un circolo del tennis, l'Otto Tennis Club, non si accontenta di ospitare lezioni e gare dello sport a cui è dedicato: al suo interno "galleggiano" strani personaggi e inspiegabili fenomeni, frutto delle assurde implicazioni psicologiche di quella disciplina sportiva, ma anche di un mistero custodito all'interno degli spogliatoi del circolo. Intorno ai tre protagonisti e ai personaggi minori che frequentano il circolo, si snoda una serie di molteplici microstorie che vanno dalla guerra all'arte del kintugsi, dalla contaminazione da mercurio di una casa di cura al rapimento (o forse no) della figlia di un re della ceramica. E poi, c'è Kiki. E sarà proprio lei a dare un senso imprevedibile e niente affatto banale a tutta la vicenda.


Nella Contea dei Pettirossi c’è Giadalandia e qui
 vive Lieve, una bambina di dieci anni, preoccupata per il sortilegio che sembra essere caduto sugli abitanti del suo villaggio.
Dal giorno in cui il nuovo padrone ha preso possesso del castello, infatti, la vita per tutti non è stata più la stessa.
Riuscirà la piccola protagonista di questa storia, insieme ai suoi amici, a sconfiggere il misterioso ContaOmbre?

Mentre riponeva lo stick nella borsa, qualcosa aveva colpito i margini del campo visivo di Nagiko, costringendola a rivolgere l’attenzione una decina di metri più in là, verso il lato opposto della strada che costeggiava il lungomare.
Fra due bidoni dei rifiuti e un muro basso che sapeva di antico, qualcuno aveva deposto e abbandonato un enorme baule blu, da una serratura del quale colava un ripugnante grumo di ruggine. Poco distante, dentro una pozzanghera, giaceva lo scheletro di un ombrello e, dall’alto, un piccolo albero tendeva un ramo spezzato verso le ossa metalliche dell’ex parapioggia, da cui pendevano agonizzanti brandelli di tessuto scuro.
Dentro l’orrore, immobile e sospeso, dondolavano infine, con tetra armonia, il dorso di un artiglio, sporgente da una fessura del baule e le piccole foglie del ramo che, in qualche modo, proteggeva l’ombrello dal vento.
Nagiko, ogni arto immobile, aveva sgranato le spettacolari mezzelune scure che aveva per occhi, al fine di registrare ogni dettaglio della scena: baule-grumosospeso-scheletrometallico-pietosobracciodilegno-manooscena.

Quando fugge dal centro di detenzione con un pugno di compagni, esiste solo un obiettivo nella mente di Azura: recuperare Massimino, suo fratello, e portarlo in salvo oltre la frontiera con la Francia per raggiungere la Svezia. Lì, si dice, offrono asilo politico ai moderni clandestini: omosessuali, immigrati, mezzosangue.

Comincia così la storia di Azura, giovane italo-siriana intrappolata in un mondo che non la accetta, combattente impreparata ma caparbia, che ha nel cuore una chiara lista di priorità assolute. Insieme a lei Maslov, rivoluzionario russo e omosessuale dalle tendenze terroristiche, e Dalmasso, ricco pacifista a capo di un collettivo antagonista con sede a Torino.

Attorno a loro il nuovo mondo, fatto di innesti cerebrali e connessioni perenni, corruzione e oppressione, centri di identificazione, violazione della privacy, razzismo e omofobia.

E in mezzo al caos della rivoluzione solo una ragazza e il suo fratellino, e quella frontiera tra loro e la libertà.



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