Titolo: L'uomo di Marte
Autore: Andy Weir
Titolo originale: The Martian
Titolo originale: The Martian
Pagine: 380
Editore: Newton Compton
Consigliato: Sì
Trama:
Mark Watney è stato uno dei primi astronauti a mettere piede su Marte. Ma il suo momento di gloria è durato troppo poco. Un’improvvisa tempesta lo ha quasi ucciso e i suoi compagni di spedizione, credendolo morto, sono fuggiti e hanno fatto ritorno sulla Terra. Ora Mark si ritrova completamente solo su un pianeta inospitale e non ha nessuna possibilità di mandare un segnale alla base. E in ogni caso i viveri non basterebbero fino all’arrivo dei soccorsi. Nonostante tutto, con grande ostinazione Mark decide di tentare il possibile per sopravvivere. Ricorrendo alle sue conoscenze ingegneristiche e a una gran dose di ottimismo e caparbietà, affronterà un problema dopo l’altro e non si perderà d’animo. Fino a quando gli ostacoli si faranno insormontabili...Recensione:
Mark Watney, astronauta della missione Ares 3, è su Marte
assieme ai suoi cinque compagni, quando, durante un Eva vengono colpiti da una
tempesta fortissima. Un’antenna si stacca, colpisce Mark al fianco e lui rotola
lontano. I compagni lo cercano, ma non lo trovano, e i computer inseriti nella
tuta che monitorano la sua attività vitale non danno segni di vita. Credendolo
morto, i compagni lo lasciano indietro, e ripartono per Hermes, l’astronave che
li ha portati dalla Terra, disperati per averlo perso.
Ma Mark è vivo.
In qualche modo è sopravvissuto, riesce a
raggiungere lo Hab (l’unità in cui vivono gli astronauti su Marte) e deve trovare un modo per sopravvivere fino al ritorno di una missione
sul pianeta rosso, cioè Ares 4, programmata da lì a 4 anni.
“Una delle cose che qui abbondano sono i sacchi. Non sono
molto diversi da quelli per le immondizie, ma sono sicuro che costino almeno
50.000 dollari perché sono targati NASA.”
Sulla terra intanto si piange la sua scomparsa, fino al
giorno in cui, più o meno due mesi dopo la sua "morte", un tecnico che controlla
le foto fatte dai satelliti intorno a Marte nota che ci sono dei movimenti.
E la NASA
si accorge che Mark è vivo. Ma è impossibile comunicare con lui, perché
l’antenna che gli si è conficcata nel fianco è proprio quella della radio.
Inoltre il cibo e le attrezzature sono predisposte per un
certo limite di tempo e non certo tutti gli anni che Mark dovrà stare su marte
aspettando la prossima missione.
Inizia così per lui la lotta alla sopravvivenza: creare
l’acqua, ripulire i pannelli solari per avere la corrente elettrica,
implementare la scorta di cibo piantando patate dentro lo Hab.
Tutta una serie di imprevisti lo metterà a dura prova, ma
Mark non si lascia perdere d’animo.
La storia è raccontata in prima persona da Mark che la
scrive nel suo giornale di bordo, ma per fortuna, dal momento in cui la Nasa si
accorge che è ancora vivo, a volte i capitoli vengono intervallati da alcuni in
terza persona con la visione di ciò che succede sulla terra, e dopo che vengono
informati che è ancora vivo, anche da ciò che succede su Hermes, l’astronave
madre, se così vogliamo chiamarla. Questa è un’ottima cosa secondo me, perché
non amo i racconti completamente in prima persona e perché così abbiamo una
visione globale della situazione.
Lo stile è veramente divertente, perché Mark è veramente
divertente. È un uomo solo su un pianeta, che non può parlare con nessuno. A
volte si lascia prendere dall’entusiasmo, quando qualcosa va bene, e altre
dallo sconforto, quando vanno male.
Nonostante ci siano molte informazioni tecniche, molta
matematica e anche della fisica, il racconto procede spedito, perché siamo
sempre più curiosi di sapere come se la caverà e se si salverà.
La NASA
non ci fa per niente una bella figura da questo libro, mentre invece viene
esaltata l’amicizia e lo spirito di gruppo, il non lasciare indietro un
compagno e lo spirito di adattamento e l’istinto di sopravvivenza dell’essere
umano. E’ anche una grande avventura su un pianeta vicino a noi ma ostile e
pericoloso.
“Ho saccheggiato quel povero rover così tanto che sembra
che l’abbia parcheggiato in un brutto quartiere della città.”
L’unica pecca è che dopo un po’ la narrazione entra in un
circolo vizioso: problema, risolto o non risolto, problema, da risolvere, ecc…
e diventa quindi piuttosto prevedibile cosa succederà. Ma mi sono comunque
fatta un sacco di risate. Lo consiglio a tutti.
Vi posto anche il trailer del film che uscirà a breve nelle sale cinematografiche: