( Il Frate ad Edie, Mano Di Ferro, Charlie Fletcher)
venerdì 23 febbraio 2018
Keep Me In Your Memory #20
La rubrica a cadenza
casuale, in cui vi lascerò una frase, una citazione, tratta da un
libro, da una serie tv o da un manga che mi ha particolarmente colpito, e
che vorrei "tenere nella mia memoria".
"Tu pensi di vedere dei riflessi di te stessa. E invece non è così. Stai vedendo dei momenti. Anche un solo riflesso in uno specchio non mostra mai la tua immagine nel presente: ci vuole una piccola frazione di microsecondo perchè la luce faccia rimbalzare l'immagine sullo specchio e te la riporti. Un volto in uno specchio è un volto del passato, anche se recentissimo. Ed è per questo che noi non ci vediamo mai come siamo, ma solo come eravamo..."
martedì 13 febbraio 2018
Recensione: Dracula in love, di Karen Essex
Titolo: Dracula in love
Autore: Karen Essex
Titolo originale: Dracula in love
Editore: Bompiani
Pagine: 496
Consigliato: assolutamente no
Trama:
Londra, fine Ottocento. Mina Murray è una giovane donna fidanzata con Jonathan Harker. Assiste la direttrice di un rinomato collegio femminile, insegnando buone maniere, ma ce in lei un'inquietudine segreta, un io misterioso che, represso durante l'infanzia e l'adolescenza, si manifesta ora sotto forma di sogni, visioni, episodi di sonnambulismo. Quando il fidanzato di Mina, notaio, viene chiamato in Austria da un misterioso Conte per affari, Mina approfitta dell'occasione per andare a trovare un'amica, Lucy, in vacanza al mare. Ma viene a sapere pervie soprannaturali che Jonathan è gravemente malato in Austria e deve correre ad assisterlo. Dopo aver frettolosamente sposato Mina, Jonathan le rivela di essere rimasto vittima di creature diaboliche. Sono forse le stesse presenze da cui è ossessionata Mina? E il Conte da cui Jonathan si è recato è forse la stessa creatura misteriosa che protegge Mina e nello stesso tempo sembra volerla attirare in un abisso di perversione? Quando Jonathan, disperato, decide di farsi ricoverare nell'ospedale psichiatrico dell'ambiguo dottor Seward, Mina lo segue . senza sospettare che sarà lei, e non il marito, a subire le cure del medico, vere e proprie torture che hanno già provocato la morte dell'amica Lucy. Mina sarà salvata dal misterioso Conte, che le rivelerà l'esistenza di un mondo parallelo, in cui Mina, unendosi a lui, potrà attingere l'immortalità - a meno che l'imprevedibile non intervenga a riportarla accanto a Jonathan.Recensione: ATTENZIONE, SPOILER, GIF a iosa, parole poco carine e offese varie.
Non c’è un modo carino di dirlo: Dracula in love è una cagata pazzesca. So che molti non si fidano dei giudizi su goodreads, ma credetemi: se questo ha così tanti voti negativi, un motivo c’è.
E’ brutto su tutti i punti di vista, non si salva niente.
La Essex riesce a fare quello che la Watson continua a ribadire parlando di femminismo: il femminismo non è odiare gli uomini, ma volere che ci siano le pari opportunità. La Essex invece, per far sembrare la protagonista Mina una donna incredibile, deve demolire qualsiasi uomo del romanzo.
Ma neanche i personaggi femminili si salvano.
Partiamo dal principio: questo dovrebbe essere il racconto di come sono andate realmente le cose, non come le ha raccontate quell’imbroglione di Stoker.
Sì, la scrittrice non ci risparmia neanche il suo odio contro Stoker, tanto che lo chiama sempre “lo scrittore rosso con una protuberanza sulla faccia”. Perché la Essex, per dirci che gli uomini sono cattivi, ci dice anche che sono brutti. Che poi quale protuberanza? Essex, a furia di scrivere boiate hai pure le traveggole?
Comunque, a pagina 3, Mina che è sonnambula subisce un tentato stupro. Partiamo alla grande. Ma ovviamente viene salvata dallo sconosciuto che indovinate chi è? No, non Babbo Natale, ma Dracula, anche se praticamente dice il suo nome una volta in 500 pagine.
Mina insegna a scuola, fidanzata con Jonathan che parte per la Stiria (eh si, niente Romania) per una proprietà. Mina va al mare a trovare Lucy.
Mina corre da Jonathan quando viene trovato moribondo e si sposano all’estero. Lucy aveva una tresca con Morris ma questo scappa e la molla, così Lucy sposa Arthur e poi muore.
Lucy e Mina litigano quasi sempre perché Lucy ha le fette di salame sugli occhi e non capisce cosa sta succedendo.
Mina ascolta i racconti del vecchietto sulla scogliera di Whitby, ma è scocciata di ascoltare quel vecchio bavoso (giuro che dice che è scocciata).
Mina è scocciata da un po’ tutti comunque.
Jonathan confessa a Mina che l’ha tradita più volte con più donne. Non consumano il matrimonio.
Mina lo porta al manicomio di Seward, che è innamoratissimo di lei. Mina cerca di scoprire cosa è successo a Lucy, ricoverata lì e morta poco prima, ma è scocciata pure di parlare con i pazzi.
Jonathan una sera, quasi senza motivo, si decide e va a letto con la moglie.
Il giorno dopo la fa internare nel manicomio. Lei subisce la cura dell’acqua, ma il conte la salva. Scappano insieme su una nave diretti in Irlanda. Lui cerca di farle tornare la memoria delle loro vite passate, ma lei nada.
Lui scopre che lei è incinta di Jonathan e la tratta malissimo e la molla. Jonathan la trova e la salva perché stanno arrivando Arthur e Von Helsinger (sarebbe Van Helsing, ma quel cattivone di Stoker ce l’aveva coi tedeschi e l’ha trasformato in olandese. Notare che è l’unico che ha cambiato nome) che vogliono uccidere il conte.
Ci riescono, poi Arthur, senza motivo ammazza Morris.
Mina e Jonathan vivono per sempre felici e contenti. Seward si è suicidato dopo un articolo di giornale che denunciava il degrado del manicomio.
Eccovi la trama stringata.
I personaggi sono penosi: Mina è una scema, scocciata di parlare con chi ritiene inferiori di lei; i personaggi maschili, nessuno escluso, sono tutti degradati in un modo terribile. Fanno le cose peggiori immaginabili: tradimenti, omicidi, voltafaccia, bugie. Compiono gesti malvagi senza nessuno scopo, intaccando completamente l’immagine che abbiamo di loro.
Il conte non fa una figura migliore per un semplice motivo: non è un vampiro, ma una fata!! Sì una fatina con la pelle che si illumina al sole. Ahahahahaha
Con il voltafaccia che ha poi quando scopre che Mina è incinta perde ogni speranza che aveva di sembrare un personaggio meritevole di attenzione.
Lucy non fa altro che litigare con tutti e amare follemente Morris.
Forse Morris è l’unico che si salva in tutto questo.
Non parliamo degli strafalcioni di una che evidentemente non ha nemmeno riletto cosa ha appena scritto: in 4 pagine Arthur Holmwood diventa Helmwood; Mina dice che stanno andando al manicomio in macchina (???!!!!), ma nella pagina seguente si trasforma in carrozza; Mina si chiede dove siano i servitori che entrano silenziosamente mentre lei sta facendo la siesta. La siesta??? Nel 1890??? Ma stiamo scherzando??
Poi è tutta un’idea assurda, perché rileggendo Dracula ho potuto ammirare quanto fossero importanti le donne nel racconto, ed è immenso l’amore e l’affetto che i personaggi maschili provano, in particolar modo per Mina. Quindi il perché di questa cagata devo ancora capirlo.
Un capitolo a parte sono le scene scabrose: non sono per niente eccitanti anzi, sono rivoltanti, raccontate con dovizia di particolari strani, quasi medici ma strani. Tipo”sapevo che doveva infilare l’organo eretto nella mia grotta umida”. Wow, eccitante quanto una confezione di collutorio.
Mina poi vuole sembrare una protagonista tosta, ma finisce il libro dicendo che a lei non interessa niente avere il diritto di voto.
Non contenta, la Essex elogia all’infinito Stoker per la sua opera. Dopo averlo denigrato per 400 e passa pagine!!!
Mi fanno proprio arrabbiare libri simili, perché sembrano scritti coi piedi.
Ora vado a cercare della candeggina per disinfettarmi gli occhi.
Voto:
lunedì 5 febbraio 2018
Recensione: A spark Unseen, di Sharon Cameron
Titolo: A Spark Unseen (The Dark Unwinding #2)
Autore: Sharon Cameron
Tradotto in italiano col titolo: L'invenzione dei desideri
Editore: Scholastic Press
Pagine: 335
Consigliato: no
But the search for Lane is not easy, and Katharine soon finds herself embroiled in a labyrinth of political intrigue. And with unexpected enemies and allies at every turn, Katharine will have to figure out whom she can trust--if anyone--to protect her uncle from danger once and for all.
Se seguite il blog saprete già della mia recensione per il romanzo precedente di questa duologia, ossia The dark Unwinding, la recensione la trovate qui.
Ricordo che mi aveva colpito per l’originalità, per gli elementi steampunk, ma in questo secondo volume non c’è niente di tutto questo.
Non solo: nel primo la protagonista, Katharine appunto, non mi era risultata particolarmente simpatica, troppo ad atteggiarsi da “sua altezza” in mezzo a quelli che lei considera pezzenti.
In questo volume ha perso completamente il cervello, e la serie, da steampunk-poco romance diventa improvvisamente super YA e romance a gogò.
“Perhaps it’s normal as rain, only we’ve just been raised in a desert”
Mi ha deluso moltissimo. Partiamo con la trama: sia il governo inglese che quello francese stanno cercando lo zio della ragazza per le sue invenzioni in grado di cambiare il corso della guerra.
Così miss Tulman decide di prendere lo zio, narcotizzarlo e trasportarlo segretamente a Parigi per nasconderlo.
Tutte balle, il suo vero intento è ritrovare il suo amore Lane, scomparso a Parigi tempo prima.
Quindi tutta la trama si basa su lei che cerca Lane e lui che gentilmente non le ha mai scritto. E tutti giustamente lo credono morto.
Rallegriamoci, dovrebbero esserci magnifiche descrizioni della Parigi governata da Napoleone III, corredata da elementi steampunk. Balle, potrebbe essere ambientata a Pisa o a Timbuctù e non cambierebbe nulla, perché non ci sono descrizioni della città, a parte qualche nome di strada o della Tuileries.
La protagonista è incredibilmente stupida: a parte che oltre a nascondere lo zio (grazie alla casa di sua nonna) e cercare Lane, non fa altro. Gente muore, si trova faccia a faccia con l’imperatore, ed è un personaggio passivo. Non solo, se ne esce con cose che non stanno né in cielo né in terra, come quando, al ballo dell’imperatore, chiede al suo accompagnatore di indicarle col dito chi sia Napoleone III.
Ma sei scema?? Non lo sai che ovviamente verrà annunciato non appena entrerà in sala? E infatti il suo accompagnatore le fa notare che li arresteranno solo se fissano l’imperatore, figuriamoci ad indicarlo col dito!!
Poi non parliamo del solito conflitto inglese-francese: Katharine si stupisce che tutti parlino francese a Parigi, non ne capisce una sola parola (per dire, non capisce cafè e croissant), ma quando il suo bello le dice cose romantiche le capisce benissimo.
Parliamo poi del fatto che sia una stronzetta con i domestici della casa parigina, e questi lo siano con lei. Il marito della governante viaggia sempre per casa in mutande gridando “napoleone è morto” e lei non capisce che lui non ci sta molto con la testa, anzi, pensa che sia un normale modo di agire parigino.
Ecco, se io fossi parigina mi sarei offesa a morte.
L’elemento steampunk è sparito, il romance è alla massima potenza, la stupidità pure, e io sono rimasta delusissima da una serie che poteva offrire moltissimo.
Autore: Sharon Cameron
Tradotto in italiano col titolo: L'invenzione dei desideri
Editore: Scholastic Press
Pagine: 335
Consigliato: no
Trama:
When Katharine Tulman wakes in the middle of the night and accidentally foils a kidnapping attempt on her uncle, she realizes Stranwyne Keep is no longer safe for Uncle Tully and his genius inventions. She flees to Paris, where she hopes to remain undetected and also find the mysterious and handsome Lane, who is suspected to be dead.But the search for Lane is not easy, and Katharine soon finds herself embroiled in a labyrinth of political intrigue. And with unexpected enemies and allies at every turn, Katharine will have to figure out whom she can trust--if anyone--to protect her uncle from danger once and for all.
Recensione:
Attenzione possibili spoiler, termini non proprio gentili e GIF!
Katharine, ma cosa ti è successo?Se seguite il blog saprete già della mia recensione per il romanzo precedente di questa duologia, ossia The dark Unwinding, la recensione la trovate qui.
Ricordo che mi aveva colpito per l’originalità, per gli elementi steampunk, ma in questo secondo volume non c’è niente di tutto questo.
Non solo: nel primo la protagonista, Katharine appunto, non mi era risultata particolarmente simpatica, troppo ad atteggiarsi da “sua altezza” in mezzo a quelli che lei considera pezzenti.
In questo volume ha perso completamente il cervello, e la serie, da steampunk-poco romance diventa improvvisamente super YA e romance a gogò.
“Perhaps it’s normal as rain, only we’ve just been raised in a desert”
Mi ha deluso moltissimo. Partiamo con la trama: sia il governo inglese che quello francese stanno cercando lo zio della ragazza per le sue invenzioni in grado di cambiare il corso della guerra.
Così miss Tulman decide di prendere lo zio, narcotizzarlo e trasportarlo segretamente a Parigi per nasconderlo.
Tutte balle, il suo vero intento è ritrovare il suo amore Lane, scomparso a Parigi tempo prima.
Quindi tutta la trama si basa su lei che cerca Lane e lui che gentilmente non le ha mai scritto. E tutti giustamente lo credono morto.
Rallegriamoci, dovrebbero esserci magnifiche descrizioni della Parigi governata da Napoleone III, corredata da elementi steampunk. Balle, potrebbe essere ambientata a Pisa o a Timbuctù e non cambierebbe nulla, perché non ci sono descrizioni della città, a parte qualche nome di strada o della Tuileries.
La protagonista è incredibilmente stupida: a parte che oltre a nascondere lo zio (grazie alla casa di sua nonna) e cercare Lane, non fa altro. Gente muore, si trova faccia a faccia con l’imperatore, ed è un personaggio passivo. Non solo, se ne esce con cose che non stanno né in cielo né in terra, come quando, al ballo dell’imperatore, chiede al suo accompagnatore di indicarle col dito chi sia Napoleone III.
Ma sei scema?? Non lo sai che ovviamente verrà annunciato non appena entrerà in sala? E infatti il suo accompagnatore le fa notare che li arresteranno solo se fissano l’imperatore, figuriamoci ad indicarlo col dito!!
Poi non parliamo del solito conflitto inglese-francese: Katharine si stupisce che tutti parlino francese a Parigi, non ne capisce una sola parola (per dire, non capisce cafè e croissant), ma quando il suo bello le dice cose romantiche le capisce benissimo.
Parliamo poi del fatto che sia una stronzetta con i domestici della casa parigina, e questi lo siano con lei. Il marito della governante viaggia sempre per casa in mutande gridando “napoleone è morto” e lei non capisce che lui non ci sta molto con la testa, anzi, pensa che sia un normale modo di agire parigino.
Ecco, se io fossi parigina mi sarei offesa a morte.
L’elemento steampunk è sparito, il romance è alla massima potenza, la stupidità pure, e io sono rimasta delusissima da una serie che poteva offrire moltissimo.
Voto:
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